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Secondo Spotify ed Epic, Apple non rispetta il Digital Markets Act

Spotify, Epic, Proton e altre aziende hanno firmato una lettera inviata alla Commissione europea chiedendo di esaminare il mancato rispetto della conformità di Apple in merito al nuovo regolamento dell’UE chiamato Digital Markets Act (DMA), che si applica alle aziende designate come “Gatekeepers”, richiesta effettuata in vista dell’entrata in vigore della nuove regole a marzo, che obbliga Apple ad applicare cambiamenti a iOS, incluse nuove opzioni per la distribuzione delle app e l’elaborazione dei pagamenti.

34 aziende e associazioni hanno scritto una lettera aperta alla Commissione europea, evidenziando preoccupazioni per la presunta non conformità di Apple con il Digital Markets Act (DMA).

Secondo le aziende e le associazioni che hanno firmato la lettera, Apple non soddisfa i requisiti richiesti dalla legge, le modifiche apportate al sistema operativo di iPhone con iOS 17.4 “disprezzano sia lo spirito sia l’interpretazione letterale della legge” (l’interpretazione giuridica, ndr), elementi che, se lasciati inalterati, permetteranno di “farsi beffa” del DMA.

Nella lettera sono evidenziati specifici elementi indicati come critici, inclusi il Core Technology Fee (le app iOS distribuite dall’App Store e/o da un’app-marketplace alternativa pagheranno € 0,50 per ogni prima installazione per anno oltre la soglia di un milione), la procedura di “notarizzazione” (autenticare le app destinate a marketplace alternativi, un’autorizzazione per avere la sicurezza che il software non contenga malware noti) e le condizioni d’uso che gli sviluppatori devono accettare.

Nella lettera si spiega che le condizioni di Apple per rimanere sull’attuale App Store o optare per i nuovi termini sono “ingestibili” per gli sviluppatori, elementi che non fanno altro che aggiungere complessità e confusione. Secondo i firmatati della lettera, le opzioni offerte non sono conformi al DMA e contribuiranno a consolidare la roccaforte di Apple nei mercati digitali.

Ancora, elementi come il Core Technology Fee e le commissioni di transazione, secondo i firmatari ostacoleranno la concorrenza e obbligheranno agli sviluppatori ad accettare “termini ingiusti”.

Apple, continua la lettera (qui il testo completo), sta paventando “infondate problematiche di privacy e sicurezza”, per limitare le scelte degli utenti. Schermate che fanno “spaventare” gli utenti, quando questi scelgono di scaricare app da store alternativi, “ingannano e interferiscono negativamente con l’esperienza dell’utente”.

Apple, secondo i firmatari, non consente realmente il cosiddetto “sideloading” (la possibilità di istallare app da fonti diverse dagli app store autorizzati), e rende l’installazione e l’uso di nuovi app store “difficoltosa, rischiosa, e finanziariamente poco allettante per gli sviluppatori”.

I firmatari esortano l’Unione Europea di intraprendere azioni “celeri, puntuali e decisive” contro Apple, affermando che il modo con il quale la Commissione europea risponderà, “servirà da cartina tornasole per DMA” e comprendere se queste regole potranno essere realmente offerte a vantaggio dei cittadini europei e dell’economia.

I cambiamenti per iOS, Safari e l’App Store nell’Unione Europea arriveranno con l’imminente rilascio dell’aggiornamento a iOS 17.4. Le modifiche includono oltre 600 nuove API, più metriche per analizzare le app, funzionalità per motori browser alternativi, e opzioni per l’elaborazione di pagamenti nelle app e la distribuzione di app per iOS.x

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