Un articolo che è una lettera aperta ma anche un saggio sul diritto alla privacy dei dati personali degli utenti online: dalle pagine del Time, Tim Cook torna a difendere quello che considera un diritto imprescindibile delle persone, sostenendo ancora una volta la promulgazione di una legge federale sulla privacy in USA e anche la creazione di un registro dei broker di dati.
Secondo il Ceo di Apple nessuno dovrebbe più tollerare società irresponsabili che accumulano immense quantità di dati personali e profili utente, facendo svanire la capacità delle persone di controllare la propria vita digitale. Cook riprende i 4 principi guida da lui stesso indicati in una tavola rotonda internazionale a Brussels, qui il video del suo intervento, principi che dovrebbero essere fondamento di una legislazione federale UDA sulla privacy.

Ancora, secondo Cook, gli utenti hanno il diritto di poter conoscere e accedere ai propri dati, oltre a quello della sicurezza. Ma il problema principale rimane quello della protezione della privacy perché gran parte delle violazioni sono invisibili.
Il dirigente porta come esempio un acquisto effettuato online: la società che ha venduto il prodotto può successivamente vendere o trasferire i dati raccolti a un broker di dati, vale a dire a una di quelle società che esistono esclusivamente per raccogliere, organizzare e rivendere dati e informazioni ad altre aziende.

Da anni l’amministratore delegato di Cupertino è un difensore della privacy dei dati utente: Cook considera la privacy un diritto fondamentale delle persone, ha più volte condannato il comportamento scorretto dei colossi hi-tech e delle società che fanno business impiegando i dati personali degli utenti. Sotto la guida di Cook, Apple si propone come una società che tutela e protegge la privacy dei propri utenti, questo su tutti i dispositivi e le piattaforme a suo marchio sul mercato.











