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Tribunale di Milano: ecco i motivi del no al blocco delle vendite iPhone 4S

Il giudice di Milano ha ritenuto inadeguate le prove addotte da Samsung per richiedere il blocco di iPhone 4S e non ammissibile la richiesta sotto il profilo delle ragioni addotte e allo stato della conoscenza dei fatti, rinviando ad approfondimenti futuri il merito specifico delle questioni. Questo quanto si può, in estrema sintesi, dedurre dalle 56 pagine con cui il tribunale di Milano nel corso della giornata di ieri ha decretato che Apple può continuare a vendere in Italia iPhone 4S e tutti i prodotti che contengono chip adatti alla comunicazione in rete cellulare.

Proprio intorno a questa componente, si legge nel documento, si era aperta la querelle. Come in altri paesi del mondo dove sono in corso cause legali simili, Samsung sottolinea l’uso di brevetti per la comunicazione cellulare di sua proprietà, brevetti che sarebbero certamente usati dai dispositivi Apple in quanto non eludibili se si vuole creare un dispositivo basato su tecnologia UMTS, sostenendo che Apple non ha diritto ad utilizzarli;  per questo chiedeva il blocco delle vendite, anche alla luce di un danno economico che sarebbe potuto non essere risarcibile e di danni alle quote di mercato del suo dispositivo.

La lunghissima relazione del tribunale, sezione specializzata in brevetti e proprietà intellettuali, contiene sia una sintesi della memoria di Samsung che quella di Apple (prodotta dagli avvocati  Giuseppe Sena, Paola Tarchini, Marco Francetti , Fabrizio Jacobacci e Barbara La Tella); il collegio legale di Cupertino si è focalizzato su due elementi fondamentali: la questione normativa e la trattativa di licenza dei brevetti, che si sarebbe configurata come una sorta di pro forma senza reale intenzione di concedere la licenza stessa, e la debolezza della posizione di Samsung in merito alle accuse ad Apple di utilizzo illecito dei brevetti.

sentenza applePer il primo aspetto si apprende che Apple, come noto da altre fonti, aveva tentato di acquisire la licenza dei brevetti per l’UMTS, questo per minimizzare la lite, nonostante avanzasse dubbi sull’effettiva necessità di questa operazione alla luce di precedenti dubbi sul fatto che fosse effettivamente nel diritto di Samsung il rivendicarli. Ma la trattativa, basata sui termini FRAND (acronimo di Fair, Reasonable and non Discriminatory), ovvero in base alla policy che dovrebbe dare in licenza a costi ragionevoli e senza condizioni punitive i brevetti indispensabili ad alcuni servizi e prodotti, si era arenata per la richiesta da parte di Samsung del 2,4% su ogni prodotto (iPad o iPhone che fosse) che li utilizzava e per i termini imposti (10 giorni la validità dell’offerta), tutti elementi che si caratterizzavano come, dice Apple, palesemente “non Frand”

Il secondo aspetto, quello dell’effettivo uso senza concessione di brevetti, ruota intorno chip di Qualcomm. Samsung, dice Apple, ha concesso in licenza i suoi brevetti al fornitore di chip baseband usati nei prodotti iPhone 4S dunque Apple è una sorta di sublicenziatario che ha diritto ad usare i processori e tutte le tecnologie che permettono loro di funzionare.

La replica sul primo punto da parte di Samung verteva sulla giurisprudenza in materia e sul tasso di royalties che vengono applicate normalmente nel settore e che arrivano anche ben oltre, dice Samsung, alla percentuale in oggetto, accusando a sua volta Apple di avere, essa sì, richiesto cifre esorbitanti (il 5% del valore dei dispositivi Samsung) per concedere in licenza alcune delle sue tecnologie e proprietà intellettuali. Dai documenti si apprende che Apple lo scorso 5 settembre avrebbe fatto sapere di voler prendere in licenza solo 4 brevetti, menzionati nel contesto del procedimento che in Olanda oppone sempre Apple e Samsung, con una royalty dello 0,0000738%.

Sul secondo punto Samsung ha replicato sostenendo di non avere certezza che i chip siano di Qualcomm in quanto Apple non avrebbe mai prodotto documenti che lo comprovano e che in ogni caso Apple non avrebbe comunque diritto ad usare quei brevetti senza nulla dovere a Samsung in quanto i processori sarebbero comunque venduti a Foxconn, che monta gli iPhone, e non da Apple e Samsung non avrebbe previsto la subconcessione in licenza.

Come accennato già nel corso della giornata di ieri il giudice nella sua memoria non scende nel merito specifico di ogni singola questione avanzata nel complesso procedimento ma pone alcuni punti fissi dai quali deduce, come noto dalla giornata di ieri, la non necessità di bloccare le vendite di iPhone 4S in Italia.

In particolare il tribunale rifiuta la richieste di stop alle vendite per il bilanciamento degli interessi. Secondo il magistrato di fatto in ballo ci sarebbe solo la questione del pagamento delle royalties, sui cui costi e modalità per la cessione la discussione si rinvia ad una fase successiva, mentre il sequestro dei prodotti e il blocco delle vendite produrrebbe un danno incalcolabile ad Apple e ai clienti Italiani oltre che alle terze parti coinvolte (venditori, distributori e tutte le realtà che ruotano intorno al telefono anche in termini di contenuti) in più si produrrebbe un pregiudizio formale nei confronti della società (che potrebbe essere accusata di “copiare” senza che siano determinate esattamente le sue eventuali colpe) e una grave obsolescenza dei prodotti congelati nei magazzini.

Il giudice avanza seri dubbi, usando anche i documenti contrattuali stipulati i merito, sul fatto che, come sostiene Samsung, i clienti indiretti di Qualcomm non abbiano diritto di usare i brevetti concessi a Qualcomm; si sottolinea anche che se questo fosse vero si sarebbe di fronte ad una procedura di licenza priva di senso. Si aggiunge anche che i periti che hanno preso in esame i telefoni Apple hanno in effetti notato la presenza di processori marchiati Qualcomm e anche se non è possibile allo stato attuale escludere del tutto la contraffazione, l’onere della prova che siano “falsi” spetterebbe a Samsung.

Il giudice respinge anche la tesi di Samsung secondo cui le quote di mercato dei Galaxy sarebbero erose da iPhone 4S, e lo fa citando i comunicati con cui i Coreani decreato come “incredibile” il successo dei suoi dispositivi, e definisce non accettabile la tesi secondo cui il blocco avrebbe ragioni anche di carattere economico sotto il profilo risarcitorio visto che Apple è certamente una società solvibile e sarebbe in grado sia di pagare i brevetti che eventualmente di ripagare i danni prodotti.

Insomma, in conclusione, la decisione del giudice Marina Tavassi, la sentenza di fatto è disposta per il fatto che «il ritardo o la sospensione della produzione del prodotto finale può arrecare all’€Ÿimpresa (Apple NDR) interessata alla licenza di un brevetto essenziale allo standard produrrebbero un danno concorrenziale grave e irreparabile, mentre il contrapposto interesse (quello di Samsung NDR) meritevole di tutela (nel caso validità e contraffazione del brevetto fossero confermate) è solo quello di ottenere un’€Ÿadeguata valorizzazione patrimoniale del proprio brevetto».

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