Una martellante campagna a 360 gradi per Windows XP. Ecco come Microsoft accoglie il lancio di Tiger. L’annuncio di un possente lancio che prevede spot TV, inserzioni su periodici e banner su siti Internet, giunge dalla stessa casa di Redmond.
Da quanto reso noto la massiccia pubblicità , il cui tema centrale sarà “Start Something” (avvia qualcosa), durerà 15 mesi e toccherà ogni aspetto possibile, dall’uso di Windows come strumento per la musica digitale, all’uso in ambito didattico, dal supporto che il sistema operativo è in grado di offire alla ricerca per finire con la navigazione in Internet e l’informazione. In tutto si tratterà di 51 spot TV, 39 a stampa e 250 banner.
Data la durata della campagna, di cui Microsoft non ha reso noto il costo, appare chiaro che essa servirà in un tempo a sostenere l’immagine di Windows XP, che corre il rischio di sbiadire nel confronto con la concorrenza tra cui spicca, appunto, Mac OS 10.4, sia a fare da preambolo al lancio di Longhorn.
Molti siti Internet, tra cui diversi non schierati dal punto di vista del sistema operativo, nel corso degli ultimi mesi non hanno mancato di riportare come molte delle innovazioni promesse da Longhorn in realtà siano già presenti in Tiger sottolineando, parallelamente, il continuo impoverimento di contenuti tecnologici che corre il rischio di subire il sistema operativo di prossima generazione promesso da Microsoft. Secondo diverse fonte attendibili, infatti, Redmond, per non correre il rischio di differire oltre il lecito il lancio di Longhorn avrebbe deciso di eliminare molte delle innovazioni previste in fase progettuale.
Tra le curiosità , il fatto che gli annunci pubblicitari impiegati da Microsoft sono stati realizzati su computer Mac, come si legge chiaramente dai metadata, ad esempio, di questa immagine (7,4 MB, la stessa che pubblichiamo in calce all’articolo). Microsoft, interpellata sul perché le immagini di una campagna pubblicitaria, in parte orientata anche a contrastare Mac OS X, siano create su computer Apple, impossibilitata a negare l’evidenza, ha sostenuto che l’elaborazione è stata fatta da agenzie esterne che “a volte usano PC, a volte usano Mac, a volte usano tutte e due questi computer”.