Stando a quanto affermano alcuni dei principali operatori, da mesi sono in corso sospetti sabotaggi ai cavi sottomarini da parte della Russia, attacchi che potrebbero portare a blackout di Internet e nelle telecomunicazioni globali.
Lo riferisce The Telegraph spiegando che aziende quali Vodafone, O2 controllata da Telefonica e Orange hanno inviato missive a funzionari NATO del Regno Unito e dell’UE avvertendo di un aumento dei sabotaggi, incidenti che mettono a rischio servizi critici.
In una lettera aperta, le aziende riferiscono: “La ripercussione dei danni ai cavi sottomarini va ben oltre l’Europa, incidendo potenzialmente sull’internet globale, infrastrutture energetiche, comunicazioni internazionali, transazioni finanziarie e servizi fondamentali a livello mondiale”.

Da 2023 si sono registrati almeno 11 incidenti che hanno portato al danneggiamento di cavi sottomarini nel Mar Baltico e nel Mare del Nord. È stata segnalata la presenza di oltre 50 navi russe in prossimità di aree ad alta concentrazione dei cavi, dettagli che portano ad alimentare i sospetti di sabotaggio. Fonti del quotidiano britannico ipotizzano per le navi russe anche attività di mappatura delle infrastrutture critiche sottomarine, movimenti che destano allarme alla NATO.
Nella lettera inviata dalle aziende di telecomunicazioni alle autorità di Regno Unito, Unione Europea e NATO si sottolinea che anche paesi lontani dagli attacchi potrebbero subire ripercussioni economiche e sociali.
“Bisogna pensare a un approccio armonizzato per l’ecosistema dei cavi sottomarini”, scrivono le aziende di telecomunicazione, spingendo per allineare la gestione della sicurezza con la fattibilità operativa, riconoscendo i cavi in questione come infrastrutture critiche.

Vodafone è tra le principali aziende britanniche proprietaria di cavi sottomarini: nel 2012 ha acquistato centinaia di migliaia di chilometri da Cable & Wireless (ex compagnia di telecomunicazioni britannica) per un miliardo di sterline.
A marzo dello scorso anno il guasto a un cavo sottomarino ha provocato gravi problemi di comunicazioni in alcune zone dell’Africa.











