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Sentenza USA, Google monopolizza la pubblicità online

Google è un “un monopolista nella pubblicità online”. L’accusa arriva dalla giudice distrettuale Leonie Brinkema, una nuova sentenza che punta il dito contro Big G dopo le accuse riguardo privacy e manipolazione dei risultati di ricerca, e che ora prende di mira gli annunci. La sentenza è il risultato di una azione legale che era stata avviata nel 2023 dal Dipartimento di Giustizia e da un gruppo di Stati americani.

Secondo quanto stabilito dalla giudice, il gruppo di Mountain View ha costruito e mantenuto un monopolio illegale in due mercati cruciali: quello dei server pubblicitari (sfruttati dai vari siti per gli annunci) e quello delle piattaforme open web di scambio pubblicitario (Ad Exchange). Questo dominio – scrive la giudice – ha danneggiato «la concorrenza, gli editori e i consumatori».

Gli editori che vogliono sfruttare l’ad exchange di Google sono obbligati a usare l’ad server, con svantaggi per le piattaforme concorrenti.

Non è la prima volta che Big G viene presa di mira per abuso di posizione dominante. Questa volta Alphabet (la società che controlla Google) potrebbe essere costretta a vendere la piattaforma Google Ad Manager,  “motore finanziario” del gruppo che vale 31 miliardi di dollari di ricavi all’anno , il core business che ha permesso all’azienda di diventare un gigante del mondo tecnologico.

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Foto di Solen Feyissa Unsplash

“Google ha deliberatamente messo in atto una serie di condotte anticoncorrenziali per acquisire e mantenere il potere monopolistico nei mercati degli ad server per editori e degli ad exchange per la pubblicità display sul web aperto”, si legge nella sentenza. E ancora: «Per oltre un decennio, Google ha legato l’uso del suo ad server per editori a quello del suo ad exchange tramite clausole contrattuali e integrazioni tecnologiche, consolidando così il proprio dominio su entrambi i mercati”.

I procedimenti contro Google sono parte di una più ampia offensiva dei regolatori USA per limitare vari big dell’IT. Ricordiamo che il Dipartimento di Giustizia ha citato in giudizio anche Apple, accusata di chiudere in modo eccessivo il suo sistema. La Federal Trade Commission ha intanto avviato cause contro Amazon, accusata di schiacciare le piccole imprese, e contro Meta, colpevole di aver eliminato la concorrenza acquistando Instagram e WhatsApp.

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