Mark Zuckerberg ride sotto i baffi per le disgrazie giudiziarie di Apple. L’occasione per dare modo al fondatore di Facebook di sghignazzare sulla sentenza che ha obbligato Apple a modificare le sue politiche, aprendo la possibilità per monetizzare sulle app fuori da App Store, è stata un’intervista alla Stripe Sessions 2025.
Il CEO e co-fondatore di Stripe ha chiesto a Zuckerberg la sua opinione sulla sentenza della giudice Yvonne Gonzalez Rogers che vieta di imporre clausole anti-steering agli sviluppatori statunitensi e di applicare una commissione per gli acquisti che arrivano da fonti esterne all’App Store, una battaglia legale portata avanti da anni da Epic Games.
“Tim ha avuto una brutta settimana”, ha detto Zuckerberg ironicamente e non senza un pizzico di soddisfazione.
In compenso lo stesso trattamento non è stato riservato a Google. Facendo un confronto tra Apple e Big G, Zuckerberg preferisce la seconda: “Non voglio infierire ma mi piace Sundar”, là dove “Sundar” è Pichai, il CEO di Google.
Il palcoscenico del beffardo attacco era più che adeguato: Stripe, l’azienda che ha ospitato Zuckerberg, è stata una delle prime aziende insieme a Spotify ed Epic Games, ad approfittare subito dell’ordinanza che negli USA obbliga Apple a eliminare le clausole anti-steering: gli sviluppatori possono mostrare link o pulsanti che rimandano a modalità di pagamento esterni, senza quindi pagare nessuna commissione ad Apple.
Una rivalità lunga anni
Non è strano che Zuckerberg attacchi Apple (e goda delle sue disgrazie). Da anni Facebook si scontra con Cupertino per differenze di vedute sulla privacy.
Molto recentemente Zuckerberg aveva criticato la Mela, accusandola di “non inventare più niente” da anni.
Ma in precedenza c’erano stati scontri ideologici. Nel 2018, sull’onda dello scandalo di Cambridge Analytica, Tim Cook dichiarò: «Potremmo fare tonnellate di soldi se monetizzassimo i nostri clienti… ma abbiamo scelto di non farlo: per noi la privacy è un diritto umano, una libertà civile»
Ancora prima, nel 2015, Cook aveva spiegato che i social media «inglobano tutto quello che possono» sugli utenti e poi cercano di monetizzare. Alla domanda su cosa avrebbe fatto se fosse stato nei panni di Zuckerberg, rispose: «Io in questa situazione non ci sarei mai finito».

Nel 2021 Cook aveva condannato il modello di business di Facebook, evidenziando il dilagare di disinformazione e assurde teorie della cospirazione.
Ma il colpo più duro per Zuckerberg fu nel 2020, con l’introduzione della funzione iOS per la trasparenza del tracciamento nelle app, che richiedeva all’utente un consenso esplicito prima di farsi tracciare da app e siti di terze parti. Una funzione che ha scardinato alla radice uno dei modelli di business più redditizi di Facebook.
Tutti gli sviluppi della vicenda Epic vs Apple sono disponibili da questa pagina.











