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Musica senza Drm, grattacapo in più per Microsoft

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Microsoft per ora non è pronta ad abbracciare la politica della rimozione dei sistemi Drm dal suo negozio di musica digitale, ma ci sta pensando. Questo quanto si può intuire da alcune dichiarazioni rilasciate nel corso della giornata di ieri da Redmond, sollecitata in merito da alcune testate americane.

“I clienti * ha detto un portavoce non identificato a Wired * ci hanno fatto capire che l’eliminazione dei Drm è un fattore di rilievo. Per questo con il progetto Zune stiamo lavorando con una serie di partner per andare in questa direzione”. Sempre dalle dichiarazioni sembra però che non ci sia da attendersi nulla di particolarmente imminente in questo senso visto che la stessa Microsoft sostiene che si deve prestare cautela “nel bilanciare la migliore esperienza per l’utenza, pur proteggendo i diritti dei possessori dei diritti sui contenuti”.

Parole che, pur tra qualche distinguo, potrebbero essere interpretate come un passo verso la cauta apertura al mondo dell’eliminazione dei Drm anche nel mondo Windows, ma in realtà  c’è chi sospetta che le cose non saranno così facili e questo per ragioni che vanno ben al di là  una questione di tempi. E ad avanzare i dubbi è un sito solitamente molto vicino alle cose di Redmond come Microsoft Watch .

Le ragioni per cui per Microsoft potrebbe essere molto complicato passare ad un universo “DRM free” sarebbe nella cultura e poi nelle strategie della società  di Gates che ha puntato grosso proprio sui sistemi di Drm che ha infilato praticamente ovunque e che usa per controllare il sistema. E scommenttendo, dice Joe Wilcox su Microsoft Watch, l’ha fatto anche piuttosto male creando una polverizzazione dell’esperienza d’uso, il che crea una totale evidenza della presenza di Drm (applicati anche dove non dovrebbero esserci come sulle canzoni prive di Drm trasmesse via Wifi da uno Zune all’altro) quando invece Apple riesce a nasconderne la presenza.

“Quello che disturba * scrive in maniera molto diretta Wilcox * è vedere qualcuno di questi anticipatori (il riferimento è a J Allard a capo del progetto Zune NDR) e pensatori che pensa tutto il tempo ma non fa un passo concreto. Microsoft sarebbe dovuta stare davanti ad Apple, non dietro con un catalogo in WMA senza diritti digitali. Questo avrebbe significato più player comptibili con Wma e più musica in Wma e meno in AAC”.

E proprio il rischio che l’arrivo di musica sprotetta significhi un regresso nelle quote di mercato della tecnologia audio di Microsoft è un rischio concreto, almeno secondo Eliot Van Buskirk e Rob Beschizza che su Wired scrivono "Sviluppatori e produttori di hardware hanno ora un forte incentivo ad abbracciare AAC invece che WMA"

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