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Apple I sul ring: l’€™emozione e le difficoltà  del team che lo ha preparato a ‘€œA colpi di bit’€

Il team è quasi lo stesso (hanno perso Gianfranco Albis, “prestato” alla squadra dell’Amstrad), lo scenario pure, il Politecnico di Torino, così come la macchina, ma le sensazioni  no, quelle sono tutte nuove, «perché riaccendere un Apple I è sempre un’emozione, con il rischio dietro l’angolo che, una volta data corrente al circuito, qualcosa vada storto». Dopo la storica riaccensione del primo personal computer made in Apple lo scorso anno Gabriele Seleri, professore all’Istituto Tecnico Feltrinelli di Milano) e Claudio Parmigiani, tecnico di Vodafone Italia che si occupa della analisi di qualità di rete (ex alunno proprio di Seleri) si sono ritrovati ancora nello stesso team per la sfida “A colpi di bit”«Ci hanno coinvolto ancora Massimo Temporelli, uno degli organizzatori dell’evento e Marco Boglione, il collezionista proprietario dell’Apple I – spiegano i due – per “alzare il livello” dalla semplice accensione di alcune macchine a una sfida vera e propria».

Dopo la prima accensione siete probabilmente dopo il papà della macchina Steve Wozniack, tra i più grandi esperti di Apple I al mondo. Quanto vi è servita l’esperienza accumulata, e dove, invece avete trovato ancora problemi duri da risolvere? «Il caricamento del BASIC da cassetta o da laptop è sempre critico, i livelli audio vanno settati con precisione e anche così c’è il rischio che non vada a buon fine al primo colpo. In ogni caso siamo abbastanza sicuri  di avere trovato i giusti settaggi».

E’ stato complicato scrivere il codice per i giochi matematici sui quali era incentrata la sfida? Come ci siete riusciti? «Per quanto riguarda l’Integer BASIC di Apple I la maggior difficoltà è derivata dal fatto che la macchina tratta solo numeri interi compresi tra -32767 e +32767. Niente decimali e niente arrotondamenti nei risultati. Calcolare la parte intera e la parte decimale separatamente avrebbe complicato (e allungato) troppo i programmi, anche perché verranno digitati in diretta e non caricati da supporti esterni. Questo ha costretto a qualche scorciatoia. La comparazione IF..THEN inoltre, non supporta statement dopo il THEN che non siano numeri di linea o assegnazioni di variabili. Qualsiasi altra cosa (tipo …THEN PRINT “CIAO”) non dà errori ma non viene mai eseguita. Tale (dis)funzione non è documentata e ha fatto perdere un po’ di tempo per scovarla. L’idea è stata anche quella di mostrare i limiti di questo BASIC molto particolare».

Quale sarà la prossima sfida per voi e per l’Apple I? «Grazie per la domanda. La risposta ufficiale è ovviamente “non lo sappiamo”, ma ci piacerebbe molto provare a fare dialogare l’Apple I e altri computer dell’epoca (tipo Commodore/Sinclair, ma anche macchine più particolari tipo Altair/IMSAI e ovviamente la Programma 101) con il mondo reale. Si potrebbe usare una piattaforma tipo Arduino per leggere la temperatura di una stanza con la Programma 101 piuttosto che twittare con l’Apple I, superando quindi le limitazioni progettuali della macchina originale. Vien da sé che un progetto di questo tipo coinvolgerebbe diversi gruppi di lavoro per diverso tempo soltanto per studiarne la fattibilità, quindi per ora rimaniamo nel campo dei desideri».

QUI L’INTERVISTA AL TEAM AMSTRAD

QUI L’INTERVISTA AL TEAM OLIVETTI

Apple I - A colpi di BitApple I - A colpi di BitApple I - A colpi di BitApple I - A colpi di Bit

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