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Apple risparmia miliardi vendendo iPhone senza accessori

Sono quindici mesi che Apple non include più gli accessori nelle scatole di iPhone: secondo un analista la scelta di rimuovere auricolari e caricatore avrebbe già permesso ad Apple di risparmiare all’incirca 5,88 miliardi di euro. Era per la precisione il 13 ottobre 2020 quando venne confermato questo cambiamento nella dotazione dei telefoni dell’azienda (mentre il 15 settembre dello stesso anno si cominciò a fare la stessa cosa con gli Apple Watch), che sarebbero stati privati di questi due accessori “in modo da ridurre l’impatto che hanno sul pianeta”.

Complici infatti gli auricolari senza fili stile AirPods e i caricatori wireless nonché multi-porta rispettivamente più pratici e potenti, molte persone finivano per lasciare questi due accessori di Apple nella scatola. E data l’enorme mole di iPhone che vengono venduti ogni anno, questo significava aumentare esponenzialmente il volume di rifiuti elettronici da smaltire.

Senza considerare che poi, un iPhone venduto senza questi due accessori può essere contenuto all’interno di una scatola più piccola e quindi anche in questo caso una scelta più ecosostenibile, sia perché c’è meno cartone da riciclare che per il fatto che in aerei e camion per il trasporto c’è spazio per un numero di telefoni considerevolmente maggiore, e quindi anche meno viaggi per spostare lo stesso numero di dispositivi da una sede all’altra.

apple miliardi confezione

Anche se in alcuni paesi come il Brasile e la Francia, a causa delle leggi locali, Apple è obbligata a mettere ancora in confezione il caricatore, pare che la rimozione degli accessori iPhone applicata nel resto del mondo abbia permesso ad Apple di risparmiare già un sacco di soldi.

Apple ovviamente non dice quanto a quanto ammonta la cifra, ma secondo un analista di CCS Insight si parla di circa 6,5 miliardi di dollari in un anno e tre mesi, ovvero per ogni iPhone spedito avrebbe risparmiato più o meno 25 dollari tra costo netto di produzione e di trasporto. Numeri questi che si baserebbero sulle stime più recenti che vedono 190 milioni di iPhone spediti da quando è entrata in vigore questa novità.

Non tutti sono comunque d’accordo sul fatto che questo ridurrebbe l’impatto ambientale perché se è vero che chi ha già acquistato un iPhone in passato avrebbe già un caricatore da usare, c’è sempre chi ne acquista più di uno in modo da averlo sempre in borsa o nelle varie stanze di casa, per non parlare che alla lunga questi accessori si rompono o smettono di funzionare e si ripresenta la necessità di comprarli. E a quel punto – dicono – tra spedizione e nuovi imballaggi per il solo caricatore, le emissioni di carbonio aumenterebbero di conseguenza.

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Altri invece accusano Apple di non essere totalmente ambientalista perché non solo ha creato un nuovo sistema di ricarica, quello MagSafe, anziché adottare lo standard Qi (col vantaggio però che il suo spinge al doppio della velocità), ma si ostina anche a montare la presa Lightning sugli iPhone anziché adottare lo standard USB-C.

I motivi non sono tutt’ora chiari, ma sicuramente riguardano la compatibilità con il sistema operativo, visto che gli iPad Pro usano proprio queste prese già da diversi anni. Quest’ultima situazione comunque potrebbe cambiare quantomeno in Europa, dove la Commissione Europea lo scorso settembre ha annunciato di voler obbligare i produttori di smartphone e altri componenti elettronici a installare una comune porta di ricarica USB-C sui propri dispositivi: Apple e iPhone inclusi.

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