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I migliori libri per scoprire la musica parte prima, classica

La musica è meravigliosa e riempie la vita di moltissime persone. Con l’arrivo della bella stagione può diventare la colonna sonora della primavera. E alla bellezza e alla goduria praticamente non c’è fine.

Ma cosa si può ascoltare? E quali sono le storie, i mondi, le conquiste dei geni musicali che hanno attraversato il tempo per portare fino a noi la musica che ascoltiamo su vinile, su cd, in mp3 o in streaming? Parliamo di musica (che è un po’ come ballare di pittura, lo sappiamo) per capire meglio le storie, i protagonisti, i movimenti di questa arte meravigliosa. Cominciamo da quella classica, spiegando anche perché si chiama così.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

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Il linguaggio dello spirito. Breve storia della musica classica

Questo libro, forse bellissimo, è una delle migliori indagine storiche per comprendere la musica classica che si pensa essere cosa “seria” da relegare al conservatorio o allo studio scolastico, e che si ascolta solo davanti a musicisti compassati e in circostanze eleganti e snob. Pensando che poi si tratti di culturisti della tecnica, maniaci dell’esercizio, ostinati esecutori di scale e arpeggi che rendono ossessivo maniacale l’atto e quindi l’esperienza di suonare la musica classica. Per Jan Swafford, musicologo, compositore e autore di monografie su Brahms e Beethoven, la musica classica occidentale è il linguaggio attraverso il quale esprimiamo i nostri sentimenti più profondi, lo specchio che riflette le infinite sfumature della vita e del sogno, del sacro e del mistero. Che sia prodotta soffiando in un flauto ricavato dalla zanna di un mammut, scritta nella quiete di una corte barocca o composta sotto l’incedere pauroso della guerra o della follia, la musica rivela ciò che di sublime e di ripugnante, di eccelso e di banale alberga nell’animo umano. Una speciale forma di comunicazione, quindi, il cui impatto emotivo e intellettuale non finisce di sorprenderci. Dal canto gregoriano alla dodecafonia di Schönberg, dalle soavi opere di Mozart al minimalismo di Philip Glass, dai madrigali di Monteverdi alle sinfonie di Haydn e ai Lieder di Schubert, con “Il linguaggio dello spirito” Swafford ripercorre la storia della musica occidentale, la sua continua evoluzione, la sua capacità di assimilare idee, voci e stili diversi e di reinventarsi ogni volta. Si sofferma sulle innovazioni (la notazione, la polifonia, il temperamento equabile, l’atonalità, ecc.) spiegandone il significato e l’importanza dal punto di vista tecnico oltre che artistico. Ci presenta compositori e brani, quasi sempre sotto una luce assolutamente inedita, in cui l’artista esce dal mito per entrare nella storia, una storia spesso fatta di sofferenze e rinunce, incomprensioni e fallimenti. Ci offre eccellenti suggerimenti per l’ascolto, indicandoci registrazioni imprescindibili, memorabili esecuzioni o semplicemente brani poco noti eppure straordinari.

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Il libro della musica classica. Grandi idee spiegate in modo semplice

In questo libro facile e approcciabile da tutti, Anna Fontebuoni fa un lavoro straordinario: esplorando e analizzando i brani musicali più importanti e il loro impatto sulla musica classica occidentale, dalla nascita del Canto Piano medievale al Minimalismo novecentesco, arriva a spiegare di cosa si parla quando si parla di musica classica. Sempre in modo chiaro e comprensibile, il volume prende in esame oltre 90 componimenti, ideati da artisti leggendari o meno conosciuti. Contiene inoltre grafiche colorate e diagrammi che spiegano in modo facile anche i concetti più difficili. Il risultato è un libro che getta nuova luce sul mondo della musica classica, pensato sia per esperti musicofili, sia per lettori alle prime armi. Un libro per tutti, insomma, da dove cominciare.

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100 brani di musica classica da ascoltare una volta nella vita

Prima di tuffarci nella serie di libri di questa settimana che approfondiscono autori e compositori, vale la pena dare un’occhiata a cosa dovremmo sapere o, per meglio dire, ascoltare almeno una volta nella vita. Se è vero infatti che quello della musica classica è un universo vasto e pieno di bellezza che a prima vista può disorientare, con la giusta guida può essere scoperto in tutta la sua meraviglia. In queste pagine Nicola Campogrande (compositore di fama internazionale e grande divulgatore) indica al lettore quali sono i 100 brani che vanno ascoltati almeno una volta nella vita, spaziando dalle origini alla musica degli autori viventi. Da Monteverdi a Bach, da Stravinskij a Pärt, passando per Mozart, Beethoven, Verdi, Schubert, Bartók, sfilano tutti i più grandi compositori dal 1300 a oggi, e ciascun brano preso in esame è presentato in modo semplice ma esauriente, con aneddoti sulla vita dell’autore e riferimenti alla nascita dell’opera. Un’introduzione chiara e appassionante da leggere e ascoltare.

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Il respiro degli angeli. Vita fragile e libera di Antonio Vivaldi

Nella Venezia del 1688, nella bottega di Giambattista Vivaldi, si tagliano capelli e barbe ma si suona anche il violino per intrattenere i clienti. Antonio, chioma rossa come il fuoco, ha dieci anni ed è un bambino fragilissimo, gli manca sempre l’aria e il suo cuore corre molto più veloce delle gambe. D’un tratto il piccolo Vivaldi si ritrova tra le mani il violino del padre e, senza averlo mai toccato prima, improvvisa una melodia furiosa che rapisce tutti i presenti, compresi i giovani Alessandro e Benedetto Marcello, destinati a diventare suoi amici e rivali per tutta la vita. Da quel momento, Antonio non si separerà mai più dal suo violino, nemmeno quando, di lì a poco, sarà costretto dalla famiglia a prendere la via del sacerdozio. Ma mentre dire messa lo affatica e gli provoca crisi respiratorie, la musica diventa ben presto la sua aria. E quando si stancherà di suonare quella degli altri, comincerà a comporre la sua, col fervore e la fretta di chi scrive ogni musica come se fosse l’ultima. Genio fragile e pieno di contrasti, generoso con gli ultimi ma anche smanioso di fama e gloria, insegnerà canto alle orfane di Venezia e frequenterà corti sfarzose, comporrà musica sacra ma anche concerti di enorme successo e decine di opere, che allestirà personalmente nei teatri di mezza Europa. È all’apice della sua estate più lucente che, tra la servitù della corte di Mantova, conosce la sola donna importante della sua vita, la giovanissima Anna Girò, della cui voce e talento si innamora a tal punto da avviarla alla carriera di cantante. Un sodalizio spirituale e creativo che causerà pettegolezzi e scandali, ma che ispirerà anche alcuni dei concerti più immortali della storia, tra cui “Le quattro stagioni”. Emanuela Fontana ci racconta questo amore etereo e impossibile, questa incessante danza di rincorse e allontanamenti, con scrittura delicata ed empatica. E, attraverso una serie di invenzioni romanzesche e un’alternanza di piani temporali, che danno ritmo e potenza visiva alla pagina, riesce a restituirci tutte le anime di Antonio. Straordinario.

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Il volto di Vivaldi

Il volto di un artista più dire tantissimo ed essere una scusa per raccontarne la storia. Come non amare Antonio Vivaldi, il Prete rosso, il settecentesco creatore delle Quattro stagioni e firma di una moltitudine di musiche barocche che si vanno ancora scoprendo? Questo libro è interdisciplinare, una vera scoperta: Federico Maria Sardelli fa una vera indagine attraverso pittura, musica e storia per cercare, con l’analisi tecnico-scientifica e quella stilistica, di ricostruire il volto di uno dei più grandi artisti italiani di sempre. Chiunque segua la musica conosce il desiderio bruciante di vedere l’espressione del viso di chi compose una volta certe note che hanno attraversato secoli; e qui i primi capitoli, molto vivaci, indicano i pericoli, i falsi amici, le fuorvianti scorciatoie che l’iconografia musicale può incontrare. Così le pagine iniziali sono piene di buffi abbagli storici e divertenti paradossi che nascono quando si pretende di ricavare le informazioni biografiche e caratteriali dai tratti somatici. Nel caso del musicista veneziano è ancor più difficile scongiurare le trappole del riconoscimento, dato che Vivaldi, dopo la morte, cadde nell’oblio completo, per riuscirne solo agli inizi del Novecento. Le tracce sono quindi da districare in una serie di dipinti e disegni a lungo anonimi, e in quelli identificati solo due secoli dopo, scoperti per un puro caso e attribuiti con scarso approfondimento. Questo libro intende fare il punto della situazione: quanti e quali sono i ritratti di Vivaldi; quali quelli autentici, dubbi o mal attribuiti. Di ciascuno analizzare il contesto storico, in relazione alla sua vicenda biografica.

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Beethoven. La vita, l’opera, il romanzo familiare

Il grande maestro. Uno dei più importanti compositori di sempre. Un artista profondo, completo, ricchissimo. Ed estremamente banalizzato nel modo con il quale viene quotidianamente riproposto nel nostro Paese. Nell’assenza, fra gli studi beethoveniani disponibili nella nostra lingua, di contributi biografici e bibliografici, il Beethoven di Maynard Solomon viene a colmare una lacuna evidentissima: Beethoven, onnipresente nella programmazione concertistica, radiofonica e discografica, come figura biografica è, da noi, uno sconosciuto, consegnato a poche nozioni e alcuni luoghi comuni. Ma l’interesse di questo libro non è solo in funzione delle lacune italiane. Vi è infatti un elemento in più rispetto alla scrupolosa documentazione e allo scaltrito esercizio critico, un elemento vistoso anche se non condizionante: la categoria dell’analisi psicanalitica come mezzo conoscitivo della personalità. L’autore, servendosi di una vasta gamma di categorie di interpretazione (estetica, storica, psicanalitica, sociologica), fa luce sullo sviluppo psicologico del compositore e stabilisce nessi fra la vita e l’opera.

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Autobiografia di un genio. Lettere, pensieri, diari

Se la precedente offerta “critica” non vi ha saziato, in questo libro potete attingere a piene mani al lavoro del maestro. un’antologia originale di lettere e pensieri di Ludwig van Beethoven a cura di Michele Porzio, musicologo e docente presso il Conservatorio Statale Giuseppe Verdi di Torino. In questa raccolta originale sono presentati al lettore le ansie, i dolori provocati dalla sordità, i rivolgimenti rabbiosi, gli slanci geniali e i rapporti affettivi e di amicizia di uno dei massimi artisti di tutti i tempi. La fama universale di questo compositore non ci ha ancora offerto una conoscenza davvero completa degli aspetti più misteriosi e sublimi della sua figura e della sua musica. Troppo spesso tradito dal luogo comune del burbero misantropo, l’uomo Beethoven si rivela invece attraverso questa selezione di scritti come una personalità dotata di un potente misticismo, capace di slanci lirici e devoti, ma anche in grado di affrontare le situazioni più avverse e varie dell’esistenza umana in un’alternanza prodiga di tenerezza, amore, pungente ironia ed entusiasmo per la vita.

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La musica nel castello del cielo. Un ritratto di Johann Sebastian Bach

In questa straordinaria e delicatissima opera di John Eliot Gardiner si disegna il profilo di un autore fondamentale, che è alla base della musica occidentale contemporanea eppure che è al tempo stesso un grande mistero. Johann Sebastian Bach è uno dei compositori più enigmatici e complessi della storia della musica. Come è possibile che un uomo apparentemente cosi normale, opaco e, in alcune occasioni, estremamente irascibile, sia stato capace di comporre un’opera tanto sublime? Gardiner fin da giovanissimo ha eseguito e studiato l’opera di Bach e oggi è uno dei suoi più rinomati interpreti. I frutti della sua lunga esperienza come direttore si distillano in questo libro, che pur radicandosi negli studi più recenti riesce a smarcarsene, per farci comprendere e apprezzare non solo alcune delle più importanti composizioni bachiane (approfondendo in quale clima culturale nacquero, la loro struttura e le impressioni che producevano sugli ascoltatori) ma anche tutto quanto è possibile oggi sapere sull’uomo che le scrisse.

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Mozart

Questo libro, come il suo titolo, è essenziale e coglie direttamente nel segno. “Mozart”, e siamo già sulle tracce di un musicista la cui personalità, a due secoli dalla morte, rimane ancora un mistero. Wolfagang Hildesheimer, dopo aver dedicato vent’anni della propria vita alla biografia del gracile e infelice musicista, tenta di tracciare un quadro della personalità di questo genio nella sua totalità, mostrando come la ricchezza e l’intensità della sua musica siano state la maggior rivincita sulla solitudine e sofferenza della sua vita. Biografia e romanzo, analisi psicologica e illuminazione artistica, questo lavoro interpretativo tanto complesso quanto sottile si avvale d’un gran numero di lettere mozartiane (alcune inedite).

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W. A. Mozart. Lettere alla cugina

Un aspetto non secondario della personalità di Mozart è lo spirito del musicista incarnato in questa raccolta di lettere. Come scriveva la moglie Constanze: “Le lettere alla cugina, di gusto certo discutibile, ma molto spiritose, meritano una menzione, ma non devono essere pubblicate”. Anche molti biografi e studiosi di Mozart rinunciarono a una pubblicazione delle “Lettere” per ragioni di decoro. Per la “pruderie” dell’Ottocento le “audaci espressioni” di Mozart non erano ammissibili. Ancora nel 1914 la “prima completa edizione critica” delle lettere di Mozart e dei suoi familiari espunge le parti incriminate per “ragioni estetiche”. Dietro il sorriso del genio Mozart, l’eterno fanciullino, si celava l’animo di un giocherellone che non smetteva di inventare scherzi e facezie, con cui intratteneva l’amata cuginetta. Le “Lettere alla cugina” sono forse uno dei testi più emblematici e intimi per penetrare nella personalità del compositore austriaco, un vero e proprio cavallo di Troia nella sua psicologia, e rappresentano il lato più intimo, folle e trasgressivo della personalità del grande genio salisburghese.

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Vita di Chopin attraverso le lettere

Uno degli artisti più amati e completi. Dalla natia Polonia come da Vienna, da Parigi come da Londra, Chopin ci offre attraverso queste lettere un dettagliato racconto della sua vita e delle sue frequentazioni, disegnando anche un prezioso profilo della società europea della prima metà dell‘Ottocento. Ciò che però più rileva e sorprende è l’involontario ritratto che dà di sé stesso, assai lontano dallo stereotipo del musicista romantico e appassionato. Chopin si rivela piuttosto, in queste pagine, come un uomo equilibrato e malinconico, segnato da un virile pessimismo, ma capace anche di un’ironia corrosiva. Fryderyk Chopin nacque il 22 febbraio 1810, in un piccolo centro nei pressi di Varsavia, Zelazowa Wola. A poco più di vent’anni lasciò la Polonia per Vienna, prima tappa di un inquieto peregrinare per l’Europa. Il 17 ottobre 1849 morì a Parigi, dove riposa nel cimitero del Père Lachaise.

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Capire la musica classica ragionando da compositori

Come sempre chiudiamo la nostra lista di libri con un paio di “sorprese”. La prima è un libro particolare, scritto da Nicola Campogrande per darci un senso di cosa sia veramente la musica classica con una prospettiva molto differente da quella della divulgazione tradizionale. La musica parla a tutti, anche agli «analfabeti musicali». La maggior parte di noi, noi non-musicisti, non è in grado di decifrare una partitura, di spiegare che cos’è un ritmo, un timbro, un rallentando o una sincope; ma questo non ci impedisce di godere della musica e di comprenderla a livello emotivo, sensoriale, sentimentale. Se noi non-musicisti avessimo però voglia di passare a un ascolto più profondo, più consapevole, più intenso, avremmo bisogno di un supporto. Ed ecco entrare in scena questo libro, scritto da un compositore che conosce a fondo l’alfabeto, la grammatica, la retorica e tutto quanto serve per usare il linguaggio musicale, e che immagina di invitarci a un corso di composizione per raccontarci quali sono i ferri del mestiere, mettere a fuoco le tecniche, gli stili, i segreti che attraverso i secoli hanno costruito la grande Musica

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Perché la musica classica. Significati, valori, futuro

Infine, qual è il futuro della musica classica? È una tradizione musicale la cui imminente scomparsa è annunciata da più di un decennio. Ma se la musica classica ha sempre trovato i suoi paladini, in un mondo saturo di informazione e segnato da un endemico deficit di concentrazione le ansie per il suo futuro sono diventate quantomai concrete. “Perché la musica classica?” affronta il tema con schiettezza, cercando di mettere in luce i valori più profondi e originali di questa forma d’arte (per musica classica qui si intende quel corpus di musica non teatrale prodotta a partire dal Settecento e avente l’ascolto come unica finalità). Lawrence Kramer non basa la sua difesa sulla diffidenza nei confronti della cultura popolare o su una pretesa di superiorità: cerca invece di mostrare ciò che la musica classica, e solo essa, può ancora offrire all’uomo e da lui richiede, in un dialogo interiore che trasforma entrambi. Per questo esplora, in uno stile denso e colloquiale, argomenti come la natura della soggettività e il destino della melodia nel repertorio cameristico e nella musica da film, la conquista del tempo e il senso di mortalità nella canzone romantica, l’armonizzazione di umanità e tecnologia nella musica pianistica, la cura dell’attenzione e la liberazione dell’energia nel disegno sinfonico.

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Non tocchiamo questo tasto: Musica classica e mondo queer

Infine, un libro sorprendente, una antologica che parla di musica classica e mondo queer curata da Luca Ciammarughi con la cura di Carlo Boccadoro, e la prefazione di Franco Buffoni. Il tema LGBTQ dal punto di vista della musica classica è praticamente inedito. Questo libro sfida decenni di divulgazione eteronormativa, talvolta ipocrita e parziale, e getta una luce sugli aspetti censurati o edulcorati di compositori e compositrici che oggi potremmo annoverare nell’ambito queer, secondo l’ipotesi critica che conoscerli più a fondo sia indispensabile per comprendere meglio la loro arte. Dalle antiche tracce del periodo barocco al Novecento “liberato” di John Cage e Leonard Bernstein, passando per le tempeste romantiche e i turbamenti fin de siècle: una appassionante galleria di personaggi, squarci di vita e atmosfere che, senza cedere al gossip, offrono al lettore prospettive inedite sulla storia culturale dell’Occidente e, al musicofilo, strumenti nuovi per un’esperienza di ascolto più consapevole. L’intreccio tra arte e vita si nutre di desideri, sensazioni e stati d’animo che, come scrisse Hans Werner Henze, «dovevo provare e sperimentare su di me, prima che potessero diventare musica».

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