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In Francia multa da 50 milioni di euro a Google per la raccolta di dati

La Commission nationale de l’informatique et des libertes (Cnil) ha imposto a Google una multa da 50 milioni di euro, la cifra più alta mai decisa dall’un’autorità amministratitva indipendente d’oltralpe incaricata di assicurare l’applicazione della legge sulla tutela dei dati personali. L’accusa mossa a Big G è è di non aver fatto abbastanza per ottenere il consenso degli utenti sulla raccolta di dati personali per le pubblicità personalizzate.

L’autorità parla di “mancanza di trasparenza, informazioni carenti e mancanza di consenso nella personalizzazione della pubblicità”. La multa elevata sarebbe “giustificata dalla gravita’ delle violazioni di principi essenziali del Gdpr, ovvero trasparenza, informazione e consenso”.

Tra le critiche del Cnil, la difficoltà di accedere alle informazioni raccolte da Google: “Informazioni essenziali, come le finalità per le quali i dati vengono elaborati, il periodo di tempo in cui i dati sono archiviati o le categorie di dati utilizzate per la personalizzazione della pubblicità, sono sparsi in modo confusionario in diversi documenti”. In altre parole, l’utente deve approfondire da solo il significato di varie impostazioni, sopratutto se ha bisogno di ottenere dettagli sulle modalità di raccolta dei dati per la pubblicità (elementi che è possibile ottenere nella sezione “Il mio account” di Google). La nuova regolamentazione sulla GDPR, lo ricordiamo, impone che le aziende espongano agli utenti in che modo i loro dati sono raccolti e utilizzati e chiedano il consenso degli utenti per usarli.

Google in Cina potrebbe collegare le ricerche degli utenti al loro numero di telefono

Ricorsi contro Google erano stati depositati dalle associazioni di consumatori None Of Your Business (NOYB) e la Quadrature du Net secondo le quali la società americana non dispone di una valida base giuridica per trattare i dati personali degli utenti, in particolare a fini pubblicitari mirati.

Negli USA la Federal Trade Commission sta intanto valutando una multa record contro il Facebook per la violazione di un patteggiamento siglato nel 2011 e pensato per proteggere la privacy e i dati personali dei suoi utenti.

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