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Intel nell’era della modernità, chip per l’intelligenza artificiale e la scia di Apple

Intel vuole farsi più moderna copiando Apple a abbracciando il mondo che sembra oggi dominanteL: quello dell’Intelligenza Artificiale.

Il primo passaggio, prende la scia di Apple, consisterà nello sbarazzarsi del supporto all’architettura storica, quella a 32 bit. Si tratta di una scelta che Apple ha fatto anni addietro e che passa per una nuova architettura denominata x86S che promette maggior efficienza.

In un whitepaper dell’azienda si evidenzia l’evoluzione hardware e software, spiegando che il supporto a vecchie applicazioni a 32 bit potrebbe avvenire tramite virtualizzazione, garantendo l’eventuale retrocompatibilità con i software più datati.

Per il momento l’architettura x86-S è in fase di definizione e non è dato sapere quando i primi chip senza supporto alle architetture legacy 32 bit arriveranno sul mercato, ma la scelta è anche un modo per fare spazio sul die, eliminando l’hardware di supporto al set di istruzioni a 16 e 32 bit nella CPU.

Microsoft ha deciso di dire addio a Windows 32 bit nel 2020, soprattutto per la limitazione di non poter gestire grandi quantità di memoria RAM (superiore ai 4GB).

Intel vuole abbandonare i 32 bit e pensa anche a chip dedicati all'AI

Una diversa novità emersa nel corso di conferenza in Germania dedicata al supercomputing, è che Intel intende creare nuovi chip dedicati all’Intelligenza Artificiale (AI), processori che dovrebbero essere pronti nel 2025 e competere con soluzioni di Nvidia e Advanced Micro Devices (AMD).

Reuters riferisce che i chip “Falcon Shores” – destinati al settore HPC (High Performance Computing) – offriranno 288 gigabyte di memoria e il supporto al calcolo in virgola mobile a 8 bit, specifiche indicate come importanti nei modelli di intelligenza artificiale per servizi quali ChatGPT e affini.

Si evidenzia un cambio di strategia di Intel che tenta di mettersi al passo con Nvidia, azienda che guida il mercato dei chip dedicati all’AI, e anche con AMD che prova a sfidare Nvidia con MI300, superchip pensato per datacenter e il mondo dei supercomputer e che combina core x86, GPU e memoria su un singolo package.

Intel non ha essenzialmente market share, nonostante a listino abbia prodotti noti in precedenza come “Ponte Vecchio” (ora Intel Data Center GPU), mai riusciti a fare grande breccia nel settore dell’HPC.

Intel ha riferito di avere quasi completato le spedizioni per il supercomputer Aurora  dell’Argonne National Laboratory, infrastruttura di elaborazione e accelerazione basata su Ponte Vecchio e che secondo Intel è in grado di offrire performance superiori a quelle dell’ultimo chip di Nvidia dedicato all’AI, la GPU H100 Tensor Core. Le soluzioni Falcon Shores di Intel arriveranno sul mercato nel 2025, quando con ogni probabilità Nvidia comincerà a offrire nuove soluzioni per accelerare carichi di lavoro exascale.

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