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Per l’ingresso nel settore streaming di Apple i dirigenti frenano sui contenuti

L’ingresso di Apple nel settore streaming è partito con il piede sbagliato? Il New York Post spiega che dopo la decisione che nel 2017 ha portato la Mela a interessarsi del settore video, i vari faccendieri del mondo dorato di Hollywood, si sono messi in fila per lavorare con Apple. Man mano che il progetto del servizio di video in streamig è andato avanti, molti agenti e produttori si sono resi conto però di quanto sia difficile lavorare con la Casa di Cupertino.

Tra le lamentele maggiori, le note dei dirigenti di Apple alla ricerca di prodotti adatti a tutta la famiglia. “Tim Cook dà consigli e si interessa”, riferisce un produttore che ha lavorato con Apple, riferendo che uno degli appunti maggiormente mossi dal CEO è di “non essere troppo cattivi”.

Il CEO di Apple è stato visto a Vancouver sul set di “See” un dramma futuristico che immagina il genere umano senza vista, e a Los Angeles per la produzione di una fiction che ha come protagonisti Reese Witherspoon e Jennifer Aniston.

I dirigenti Apple sono in genere “molto coinvolti”, ha riferito l’agente che ha lavorato con Cook, spiegando che sceneggiatori e registi preferiscono lavorare senza l’ingerenza delle aziende e che la pignoleria di Apple su contenuti e tecnologie, ha portato a ritardi.

Tim Cook
Tim Cook

Il servizio di streaming dovrebbe essere presentato alla fine di questo mese; molte produzioni non saranno ad ogni modo disponibili prima della fine dell’anno e l’offerta prevede al momento solo una manciata dei programmi sui quali si sta lavorando.

“Penso che molte persone siano un po’ irritate perché continuano a rimandare il lancio del servizio”, ha riferito una non meglio precisata fonte al New York Post, spiegando che Apple ha fatto innervosire i suoi dirigenti responsabili del servizio video chiedendo loro frequenti incontri nel quartier generale di Cupertino (California) per l’approvazione di cambiamenti tecnici, portandoli lontani dal loro lavoro a Los Angeles. Altro motivo di frustrazione è che, a quanto pare, Apple continua a spostare l’obiettivo di ciò che vuole.

“Stanno facendo grandi cambiamenti, licenziando e assumendo nuovi sceneggiatori. C’è poca chiarezza su ciò che vogliono”, ha detto ancora il produttore. “Molti prodotti non sono belli come speravano”.

Cook ha riferito di volere contenuti adatti alle famiglie e fonti interne riferiscono che Apple ha rifiutato alcune trame su argomenti potenzialmente controversi su temi come la religione o le conseguenze negative della tecnologia. “Vogliono una visione positiva della tecnologia”, ha riferito ancora il produttore.

Gli ex dirigenti di Sony dietro serie quali “Breaking Bad” e la sitcom “The Goldbergs” hanno attirato molti grandi nomi per lavorare con Apple, inclusi Reese Witherspoon e Jennifer Aniston, Steven Spielberg, Oprah Winfrey e Damien Chazelle, regista di “La La Land” ma secondo gli osservatori di Wall Street l’arrivo di Apple nel settore del video streaming si rivelerà un servizio “scialbo” rispetto all’offerta di Netflix o Amazon.

“Nella corsa agli armamenti verso lo streaming e i contenuti, sono rimasti a guardare”, spiega Dan Ives, analista di Wedbush Securities. “Sebbene abbiano siglato degli accordi, c’è un errore di approssimazione. Spendono un miliardo di dollari nei contenuti, quando Netflix, Disney e Amazon spendono 20 miliardi l’anno”. L’analista Tom Forte, di D.A. Davidson, riferisce del tentativo di Apple di entrare in questo settore spiegando che per loro è “più un hobby che uno sforzo serio” ma dice anche che non sarebbe sorpreso di vederli dominare il settore nel futuro. “Per quanto ne sappiamo, sono solo nella fase di beta”. “Se trovano qualcosa che gli piace davvero, potrebbero impegnare tutte le forze a loro disposizione”.

Tra le lamentele del mondo di Hollywoood, gli infiniti accordi di non divulgazione che Apple obbliga a firmare, un modo diverso di vedere le cose con il quale si sono dovuti inizialmente scontrare anche Amazon e Netflix, un approccio insito nella cultura stessa delle aziende tecnologiche della Silicon Valley.

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