Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » Recensioni » Due mesi con MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempre

Due mesi con MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempre

Il MacBook Pro con schermo da 16″ è stato introdotto a Novembre 2019 in diversi modelli con due configurazioni base e tante possibilità di personalizzazione attraverso Apple Store e i rivenditori autorizzati.

Macitynet ha partecipato ad una presentazione diretta di Apple del nuovo modello in versione super carrozzata (tanto per citare un passo incredibile: 250 tracce audio di Logic che suonavano contemporaneamente) e poi ha potuto provare per due mesi il modello un gradino più alto del modello base con processore i9, 16 GB di Ram e scheda video da 4G.

Piuttosto che offrirvi la lista delle novità che vi abbiamo ampiamente proposto nei giorni dell’uscita nel nostro articolo di approfondimento abbiamo voluto utilizzarlo per un periodo sufficiente per lavorarci quotidianamente in diversi ambiti (video con Final Cut, musica con GarageBand, foto e immagini con Photoshop, LightRoom, Affinity Photo, Pixelmator e Luminar, CAD con Vectorworks…) e confrontarlo direttamente con un MacBook Pro di precedente generazione alternando i due portatili grazie anche all’uso combinato di un archivio basato su iCloud per gestire documenti in comune per Keynote, Numbers, Pages etc. Ovviamente nella valutazione su rendering video e 3D, su memorizzazione locale ed altre operazioni in cui la velocità di accesso ai dischi è determinante abbiamo utilizzato gli efficienti SSD interni.

L’obiettivo di base di questa lungo test era capire quanto fosse affidabile, conveniente, comodo ed efficiente lavorare con il nuovo MacBook Pro rispetto al “vecchio” modello, fornendo una indicazione per l’aggiornamento anche a chi si è fermato ai modelli del 2015 o a un MacBook 13 e sta pensando di fare il “grande” salto.

Dimensioni e peso

Abbiamo messo a confronto il modello più recente nella colorazione Grigio Siderale e il MacBook da 15″ nella colorazione Argento e questo vi permette di fare un confronto diretto e verificare direttamente le differenze. Il design generale è rimasto invariato e con il portatile chiuso e senza possibilità di confronto avreste seri problemi ad indovinare di quale modello si tratti. A distinguere a prima vista il nuovo modello dal vecchio è il layout della tastiera: non cambia solo il meccanismo di azionamento ma anche la disposizione dei tasti. Il MacBook 16″ pesa 2 Kg esatti, 170 grammi in più del 15″, in pratica il peso di uno smartphone in cambio di schermo più grande ed un’ora in piu’ di autonomia della batteria.

Tastiera: un passo indietro per andare avanti

Diciamo la verità: nei lunghi mesi che ci hanno portato dalla generazione 2018 a quella 2019 dei MacBook Pro siamo rimasti in attesa di un modello che risolvesse l’annoso problema della tastiera degli ultimi portatili Apple, frutto di una ricerca sull’innovazione che però penalizzava l’utente finale con malfunzionamenti anche a medio termine dei tasti: dover comprare un portatile che già sapevi essere oggetto di una riparazione in garanzia poteva essere da una parte rassicurante ma dall’altra un pesante fardello di cui dotarsi per i mesi e gli anni a venire con l’incertezza sulla durata di una componente fondamentale del MacBook.Due mesi con MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempre
Ben venga quindi l’idea di Apple di tornare sui suoi passi e abbandonare la sfortunata idea del meccanismo a farfalla e di portare sui suoi portatili il meccanismo della Magic Keyboard che di fatto è il primo vero plus di questa generazione di MacBook Pro. Cupertino non si è limitata ad una revisione del meccanismo della tastiera: gli altri plus nell’uso di tutti i giorni sono la configurazione dei tasti freccia che finalmente ritrovano la disposizione a “T” rovesciata, l’aver riportato il tasto “ESC” e quello di riconoscimento dell’impronta alla loro dimensione fisica separata piuttosto che inglobati nella simpatica ma facilmente attivabile (per sbaglio) Touch Bar.

Chi arriva da un MacBook Pro 2015 o da un MacBook Air di vecchia generazione non avrà grossi problemi e anzi troverà dei tasti ben spaziati e con una corsa comoda ed efficiente. Chi arriva da un modello più recente noterà di più la differenza: la vecchia tastiera quando non diventava un po’ spugnosa per lo sporco aveva una corsa minore e una capacità di scivolare da un tasto all’altro in fondo confortevole per chi scrive tantissimo (come il vostro recensore) ma era pure molto rumorosa: abituarsi (o ri-abituarsi per chi come noi usava i MacBook Pro quando erano ancora PowerBook) alla nuova tastiera non è così immediato ma dopo due o 3 giorni ci si ritrova facilmente con l’escursione e la riposta dei tasti. Su questa pagina trovate l'”autopsia” della nuova tastiera realizzata da iFixit.

Beneficio ulteriore è la comodità di non attivare per sbaglio Siri sulla touch bar o uscire da una cella di Numbers perchè il dito scivola oltre la linea dei numeri. Ovviamente anche disposizione dei tasti freccia è benvenuta: è possibile di nuovo scorrere tra le foto in un lungo elenco senza sbagliare come ci accadeva anche dopo anni di frequentazione del precedente layout.

La Trackpad

Le dimensioni e le funzioni della trackpad non cambiano: una immensa superficie per gestire qualsiasi tipo di progetto: gli utenti Windows cercano inutilmente il tasto destro ma quelli abituati al Mac sanno come sfruttarla al meglio anche per ingrandire immagini, passare alle varie modalità dello schermo e magari dimenticandosi che c’è anche la possibilità di usare Force Touch.

L’altro lato della conchiglia: il monitor da 16”

Apple da tempo non produce più un modello da 17” e il passaggio verso i 16 pollici non incide più di tanto sulle dimensioni finali del portatile visto che si basa da una parte su un incremento di volume del MacBook Pro (con altri benefici che vedremo poi) e dall’altra sulla riduzione della cornice (riduzione del 25% in alto e riduzione del 34% ai lati) che circonda lo schermo: il risultato è che se non si confrontano direttamente i notebook all’esterno non si percepisce più di tanto la nuova dimensione ma una volta acceso il monitor si ha subito la sensazione di uno spazio di visualizzazione più ampio che porta il conteggio dei pixel a 3072×1920 a 226 dpi (sui MacBook Pro da 15″ avevamo 2880×1800 a 220 dpi), ottimo per chi disegna e fa montaggio audio e video.

Due mesi con il MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempreLa luminosità massima è di 500 Nits, un valore eccellente (anche se non è aumentato rispetto ai predecssori ed è superato dalla concorrenza nei modelli per “creators”) abbinato ad uno lo schermo non presenta aree disuniformi nell’illuminazione e ovviamente c’è il supporto per il Gamut P3 e la possibilità di gestire il refresh rate nelle Preferenze (su questa pagina vi spieghiamo come funziona). Insomma si tratta di uno schermo di altissimo livello nella tradizione degli ultimi portatili Apple che non rimpiazzerà certo un monitor da studio ma offre una eccellente versatilità per chi lavora in mobilità.

Ovviamente si possono gestire le preferenze sulla dominante in funzione dell’illuminazione esterna per mantenere il massimo confort anche nel passaggio tra luce naturale e artificiale soprattutto per chi usa il portatile per navigare, scrivere e lavorare con fogli elettronici.

Infine non dimentichiamoci della possibilità di gestire monitor esterni: possiamo avere simultaneamente la risoluzione nativa sullo schermo integrato e fino a due monitor esterni con risoluzione 6016×3384 a 60Hz oppure fino a quattro monitor esterni con risoluzione 4096×2304 a 60Hz.

Suona e registra come mai prima d’ora

Per continuare a fare la sua parte come computer scelto da centinaia di migliaia (o milioni?) di musicisti il MacBook Pro ha ottenuto un sostanziale redesign della parte audio che coinvolge sia la configurazione degli speaker che quella dei microfoni che, come abbiamo detto in precedenza lo chassis e la ridistribuzione degli spazi all’interno.

Il risultato più evidente al primo ascolto è sicuramente quello ottenuto nella sezione audio: non abbiamo mai ascoltato un suono così limpido e cristallino sulle medio-alte accompagnato da bassi frenati e senza le vibrazioni spurie di chassis metallici: la configurazione del MacBook Pro 16” con 6 speaker e woofer con tecnologia “dual force cancelling”  che lavorano in controfase per annullare distorsioni sulla gamma bassa portano ad un risultato che stupisce davvero non per potenza ma per qualità su tutte le frequenze e sulla definizione campo sonoro: è davvero entusiasmante seguire un film di Netflix, sdraiati e con lo schermo davanti…  la combinazioni di ottima luminosità, ottimi valori di bianco e di nero, ampia gamma cromatica e un audio così coinvolgente sono un piccolo teatro personale in un spazio mnimo da gustarsi in viaggio, in albergo o anche a casa propria.

Due mesi con il MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempreSe non volete usarlo per come personale home theather tenete conto che il portatile è comunque uno strumento sia per esercitare le vostre capacità creative (audio e video) sia per mostrare quelle degli altri in presentazioni e dimostrazioni e un ottimo audio senza l’ausilio di speaker aggiuntivi è sempre un punto in più per rendere più accattivante ciò che avete da mostrare agli astanti. Tornare ad un vecchio 15” dopo diverse sessioni con il nuovo 16” può diventare leggermente deprimente…

Due mesi con il MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempreL’altro lato della riproduzione sonora è la registrazione audio: anche se il numero dei microfoni è lo stesso rispetto alla precedente serie qui abbiamo un incremento delle prestazioni o meglio una riduzione del rumore che rimane più indietro nel sottofondo ed una voce più al centro della scena. Le varie demo con registrazioni dirette di strumenti non cancellano la necessità di un microfono professionale per risultati top ma spesso c’è la necessità di sovrapporre una voce ad un filmato o di buttare giù un’idea musicale o un provino veloce e sapere che il nostro MacBook Pro registrerà il tutto al volo con una migliore qualità e senza tanti accessori è assolutamente di aiuto.

Dall’altro lato non possiamo non rimarcare la presenza della ormai obsoleta telecamera da 720 pixel che ci portiamo dietro da generazioni di MacBook: d’accordo che i video si girano da tempo con iPhone anche a 4K con la telecamera frontale ma è difficile comprendere come Apple continui a trascurare la necessità di una ripresa almeno di qualità media su cui registrare video tutorial o chiamate Facetime di qualità.

Poche porte ma potenti

Per concludere la nostra ricognizione sull’esterno: poco cambia nelle proporzioni dello chassis leggermente più grande e nulla cambia nelle porte a disposizione che rimangono sempre 4+1. Quattro porte thunderbolt 3 potentissime che abbinano il connettore USB-C alla possibillità di gestire un flusso dati di 40 Gbps e di collegare decine di diversi possibili Hub con tutte le porte che (ahimè) Apple non ha previsto.

L’unica porta in più è il mini-jack in-out che vi permetterà di continuare ad usare le vecchie cuffie con filo o un amplificatore senza dipendere dal bluetooth o da un adattatore. Ovviamente una delle porte funge da ingresso per l’alimentazione in Power Delivery di cui parleremo in seguito. Inutile chiedere ad Apple di inserire una comoda porta per SD Card che farebbe comodo sopratutto ai fotografi: su questo Cupertino non transige e il nuovo pragmatismo non si spinge ad una cotanta mossa “rivoluzionaria”.

In ogni caso potete conoscere la versatilità delle porte Thunderbolt 3 nella sezione dedicata di Macitynet che vi illustra le tante periferiche disponibili e, in questo articolo, le sue prestazioni velocistiche.

Non dimentichiamoci inoltre che il connettore è USB-C e quindi può gestire centinaia di periferiche di questo tipo fino con velocità prorpia di USB 3 gen 2 (fino a 10 GBps) compresi dischie esterni, Hub e convertitori.

Due mesi con il MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempre

L’interno: nuovo design e spazio per ventole e batteria

Certo, lo chassis ora è di dimensioni maggiorate ma la disposizione delle prese d’aria è rimasta la stessa ma Apple ha tratto vantaggio non solo dalle misure ma anche da una riprogettazione che coinvolge posizionamento e dimensioni delle ventole (rimovibili) con una circolazione d’aria che aumenta del 20%, con una batteria che arriva a 100 W/h e con un design termico in grado di gestire senza problemi i processori della famiglia i9 senza problemi di “throttling”.Due mesi con MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempreÈ quasi miracoloso che gli i9 e le nuove schede video vengano gestiti con una alimentatore da “soli” 96 Watt, (maggiorato anch’esso rispetto alle serie precedenti). Il trackpad come le ventole è sostituibile in maniera indipendente ma ricordiamoci che anche qui le memorie e l’SSD sono saldati alla scheda madre e come per i MacBook 15 dovete decidere al momento dell’acquisto la configurazione preferita senza opzioni di aggiornamento in un secondo momento. Ma come incide il nuovo design termico sull’uso di tutti i giorni?

Non abbiamo potuto ovviamente sperimentare il MacBook Pro 16″ alle temperature di una estate torrida ma in questi due mesi l’abbiamo spremuto a dovere su rendering 3D e rendering video e dobbiamo dire che rispetto al cugino più “anziano” i tempi di elaborazione diminuiscono di un 10-15% a parità di configurazione grazie al minor sovvraffaticamento del sistema e della possibilità di lavorare sempre al massimo della potenza: insomma meno rotelle sullo schermo e ventole che partono più tardi e lavorano con maggiore efficacia..

La batteria più potente è ovviamente un buon aiuto per l’autonomia: i MacBook Pro sono notoriamente le macchine più “risparmiose” quando staccate dalla rete e il nuovo design termico aiuta anche in questo ambito portando l’autonomia a circa 11 ore totali che si raggiungono con lavoro di scrittura e navigazione web. Se sfruttate il MacBook Pro per operazioni di rendering 3D la durata scende in proporzione all’impegno del processore e potrebbe ridursi fino alle 3 ore che abbiamo valutato con una serie di viste calcolate con il rendering della versione demo 2020 di Vectoworks messaci a disposizione da VideoCom.

Il processore, le schede video, la RAM e i dischi

Se i processori più potenti lavorano meglio e il sistema si raffredda con più efficacia c’è sicuramente un’altro fattore importante che dobbiamo considerare: il comportamento degli SSD. Avere il MacBook Pro con la memoria RAM e gli SSD saldati sulla scheda madre può essere una limitazione per l’impossibilità di espansione ma porta dei vantaggi in campo prestazionale e Apple utilizza delle unità di archiviazione sempre al top delle prestazioni al momento del lancio dei suoi portatili.

E così ci troviamo a velocità di lettura ma anche di scrittura per gli SSD a bordo che fanno il paio con la gestione di flussi 4K, 6K e 8K che il sistema è in grado di gestire con estrema efficienza nell’editing. Chi fa video professionale sa benissimo che per produrre contenuti 4K è necessario girare a risoluzioni superiori con la possibilità di fare un cut delle inquadrature in post produzione e che, a breve termine, con l’arrivo di TV 8K a prezzi più contenuti ci sarà la necessità di editare direttamente contenuto per l’uscita 8K. I MacBook 16″ sono in grado di gestire anche questi flussi ovviamente nelle configurazioni superiori con tanta memoria e schede video top (su questa pagina trovate il confronto tra le due schede top a disposizione) ma già le configurazioni base degli SSD presentano prestazioni eccezionali con tutti i tipi di contenuti.

Qui sotto vi riportiamo due semplici benchmark di confronto che mostrano i dischi di un 16″ e di un 15″ a confronto

Come è facile notare quella che cresce notevolmente è la velocità di scrittura (anche fino al 50% in più) e questo ha ottimi effetti su applicazioni come Photoshop e sulla gestione di grandi archivi che accedono al disco per cache e registrazioni temporanee.Due mesi con il MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempre

Al lavoro

Come abbiamo accennato all’inizio abbiamo potuto vedere in fase di presentazione le eccezionali capacità dei modelli top con scheda video AMD Radeon Pro 5500M (8GB di memoria GDDR6) e una notevole quantità di RAM (non sappiamo se 32 GB o 64 GB) mentre per i nostri test abbiamo ricevuto una unità con processore i9  e scheda video AMD Radeon Pro 5300M con 4GB di memoria GDDR6 e 16 GB di Ram, 1 TB che rappresenta il secondo step delle configurazioni disponibili come standard; in realtà questo ci è parso un vantaggio visto che sarà probabilmente la configurazione più diffusa tra i professionisti, fotografi e per chi opera nella progettazione e pure nella programmazione.

In questi 2 mesi di alternanza tra un computer e l’altro non possiamo che dirci entusiasti dei nuovo portatili: più veloci, efficienti, con un tastiera più silenziosa, dischi SSD con prestazioni eccezionali, uno schermo più confortevole ed un audio strepitoso. Lavorare in fase di progettazione e montaggio, renderizzare ed esportare i risultati finali del nostro lavoro e infine presentarlo e sicuramente più comodo ed efficace con i nuovi modelli.

Il prezzo: una buona sorpresa ma attenzione alle configurazioni

Anche se i prezzi dei MacBook Pro rimangono alti in assoluto sicuramente i nuovi modelli hanno portato un po’ del nuovo pragmatismo di Apple anche nelle configurazioni e nei prezzi sopratutto in relazione agli SSD in dotazione che come noto non si possono sostituire: di fatto le prestazioni e i tagli di SSD raddoppiano (il modello base passa da 256 – assurdi nel 2018 – a 512 GB)  e il prezzo rimane identico con un indubbio vantaggio per chi deve portarsi dietro e gestire grandi quantità di dati nel campo foto e video. In più in questi mesi l’arrivo dei prodotti Apple su Amazon ha creato una elevata concorrenza suì modelli standard ed è più facile avere degli sconti sul prezzo di listino.

Il modello base può essere un ottimo prodotto per fotografi o chi deve lavorare con presentazioni con uno schermo ed un audio di alto livello e ovviamente per chi lavora con fogli elettronici e software di calcolo che non sfrutta il multi-core: la frequenza più elevata del processore i7 usato come singolo core può dare in aiuto in termini velocistici e il disco interno è sufficiente per una vasta libreria di immagini… ma bisogna dotarsi di un hub USB-C (o un lettore di schede USB-C) per  gestire dischi esterni e schede ormai “d’epoca” con USB-A.

Dei vantaggi del modello superiore abbiamo parlato sopra. Qui sotto vediamo le due configurazioni standard a confronto.

Due mesi con il MacBook Pro 16”: la recensione del migliore MacBook di sempreC’è da dire che chi lavora con grossi progetti video o nel campo della progettazione 3D vorrà sicuramente accaparrarsi, più che un processore I9 con 100 Mhz in più, la scheda video più veloce con 8 GB (gran parte dei processi di elaborazione in campo grafico sfruttano oggi più che mai la potenza della GPU) ed almeno 32 GB di RAM (tra l’altro con prestazioni migliorate visto che si passa dai 2400MHz ai 2666MHz ma sempre con un prezzo a GB che è molto elevato): una configurazione del genere (ve la riportiamo qui sotto nei tratti essenziali) porta il prezzo finale a  3,899 Euro Iva Compresa che sono si tanti ma che assicurano una macchina al top delle prestazioni per tantissimi impieghi e per lungo tempo.

  • Processore Intel Core i9 8‑core di nona generazione a 2,3GHz (Turbo Boost fino a 4,8GHz)
  • 32GB di memoria DDR4 a 2666MHz
  • AMD Radeon Pro 5500M con 8GB di memoria GDDR6
  • Unità SSD da 1TB

Conclusioni

In questi ultimi anni Apple aveva rilasciato nuovi MacBook Pro con scadenze periodiche senza una vera evoluzione che non fosse quella dei processori Intel aggiornati: design esterno, configurazione interna e dotazioni di porte sono rimaste le stesse dal 2016 in poi. Il MacBook Pro 16” pur non rivoluzionando i principi di base dei modelli UniBody più recenti mostra una azienda più pragmatica che punta all’ergonomia, alla funzionalità e alle prestazioni effettive piuttosto che al rispetto di dogmi di design di cui non si capiva la reale utilità.

I nuovi MacBook Pro 16 con un leggero incremento di dimensioni hanno una tastiera a prova di futuro, suonano meglio, registrano meglio, hanno una batteria di maggiore durata che unita ad un sistema di raffreddamento ottimizzato e un alimentatore più potente sfruttano meglio i processori e le schede video permettendovi, a parità di clock e di core un sistema più efficiente e alla fine più performante sopratutto se dovete creare audio e video. Anche se l’incremento di prestazioni con CPU e GPU identiche non è eccezionale (da un 10 ad 15/20%) il valore aggiunto è senza dubbio l’affidibilità che abbiamo potuto sperimentare in questi due mesi.

Pro

Schermo più grande, migliore efficienza termica che influisce sulle prestazioni e sulla durata della batteria (maggiorata), disponibilità di configurazioni con memoria fino a 64 GB, schede video top con notevole incremento delle prestazioni, audio fenomenale per un portatile, dischi interni dalle prestazioni top.

Contro

La Telecamera frontale è ancora a 720p, RAM e SSD sono saldati e non permettono espansioni di sorta, il comparto Wi-Fi è rimasto immutato (no Wi-Fi 6)

Dove acquistare MacBook 16″

I nuovi MacBook Pro sono acquistabili negli Apple Store, su Apple Store Online e negli Apple Premium reseller come Juice anche in configurazione personalizzata. I due modelli standard sono acquistabili presso diversi retail anche online tra cui Amazon.

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Top offerte Apple su Amazon

I nuovi iMac con chip M3, Wi-Fi 6E e Bluetooth 5.3

L’iMac con M3 diventa low cost, ora in sconto a solo 1.389 €

Su Amazon va in sconto l'iMac con processore M3 in versione base. Lo pagate 260 euro meno del suo prezzo di listino nella configurazione con 256 GB di disco, CPU 8-core e GPU 8-core.

Ultimi articoli

Pubblicità