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Samsung non ha ancora capito perché i Galaxy Note 7 “esplodono”

Samsung brancola ancora nel buio sulla questione batteria dei Galaxy Note 7, inconveniente che ha costretto a fermare completamente produzione e distribuzione dello smartphone. Lo ammette senza problemi un portavoce dell’azienda che ha rilasciato una dichiarazione al Financial Times spiegando che si è indagato in più direzioni ma non è ancora chiaro che cos’è che in alcuni casi provochi le esplosioni.

Con i primi modelli si era ipotizzato un problema di riscaldamento eccessivo degli apparecchi, influenzato da lungo utilizzo o temperature ambientali; episodi accaduti con i dispositivi sostituitivi fanno però escludere tali supposizioni; altre ipotesi parlano di cortocircuiti causati dal contatto tra elettrodi positivi e negativi in alcune batterie costruite male. Alcuni puntano il dito contro la capacità della batteria (3500 mAh/13,48 Wh) e la volontà di spingere al limite questa tecnologia; altri ancora ipotizzano la a formazione di bolle di ossigeno, elemento altamente reattivo a contatto con il litio delle batterie.

Qualunque sia l’origine del problema Samsung non sembra finora riuscita a riprodurre nei laboratori le condizioni che invece si sono verificate a più persone in luoghi e condizioni diverse.

Secondo Kyle Wiens, co-fondatore e CEO di iFixit, il problema ha a che fare con l’ossessione del settore “per prodotti sempre più piccoli”. “Ci si sta spostando verso batterie a polimeri di litio. Queste batterie sono incredibilmente delicate e rivestite di una scocca flessibile come un foglio. Ciò riduce le dimensioni, rendendo le batterie più facili da integrare ma significa essenzialmente includere un dispositivo a rischio incendio nella carta stagnola”.

E certo ad ogni modo che, complice la fretta di arrivare prima dei concorrenti, qualcosa deve essere sfuggito nei sistemi di controllo qualità delle componenti. Samsung a parte, la vicenda è tutto sommato un bene per tutti: qualunque altro produttore starà molto più attento d’ora in poi a immettere sul mercato nuovi dispositivi, eseguendo controlli sulle batterie più rigorosi rispetto a prima.

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