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Digital Rev: il formato Micro Quattro Terzi è morto?

Il formato Micro Quattro Terzi è morto? Questa è la provocatoria domanda posta da Kai Wong di Digital Rev, in uno degli ultimi video in cui insieme a Lok Cheung analizza il futuro del formato oggi sostenuto da Olympus e Panasonic, con alcune considerazioni che vorrebbero far riflettere sulle prospettive future dello standard sostenuto dalle due case giapponesi.

Secondo Wong alla sua uscita, il formato Micro Quattro Terzi (MFT) era in grado di offrire corpi macchina di dimensioni molto ridotte rispetto alle DSLR, sacrificando l’area del sensore ma garantendo comunque buone performance. Oggi invece molti altri marchi di mirrorless sono in grado di offrire dimensioni macchina contenute, di poco superiori ad alcuni modelli di fotocamere MFT, ma con un sensore più grande; basti pensare alla serie A7 di Sony, con sensori full frame.

Inoltre dal punto di vista della risoluzione dei suoi sensori, secondo Kai Wong il formato MFT avrebbe ormai raggiunto il suo massimo possibile e sarà difficile andare oltre se non sacrificando la qualità dell’immagine e il contenimento del rumore, campi in cui il formato MFT è da sempre inferiore alla competizione APS-C e Full Frame.

olympus vs sony

Ad oggi il formato MFT brilla in alcuni campi, come ad esempio i video, dove la Panasonic GH4 rappresenta una della migliori foto-videocamere disponibili; ma oggi anche Sony offre fotocamere progettate per i video, capaci di girare in 4K ma dotate di sensori full frame, più efficienti. Per quanto riguarda invece Olympus, vanno lodi al suo stabilizzatore a 5 assi ma – per Kai Wong – oltre a questa caratteristica, i pregi delle fotocamere Olympus terminano qui.

Ad oggi forse l’unico reale vantaggio del formato MFT, dice il blogger, rispetto alla concorrenza sono le dimensioni delle lenti, decisamente più piccole e portatili rispetto ai corrispettivi su formati APS-C e full frame.

Per Digital Rev il futuro del formato MFT dipenderà dalla sua capacità di continuare a produrre un sistema fotografico di piccole dimensioni, in modo da farne un vero fattore di differenziazione rispetto alla concorrenza APS-C. Da questo punto di vista sarà interessante attendere le uscite dei prossimi modelli Olympus e Panasonic, per capire se il futuro del formato è davvero in pericolo.

Inutile dire che la morte del formato Micro Quattro Terzi (e di altri standard) non  è stata prevista solo da oggi. Lo stesso Wong in passato aveva avanzato la stessa tesi sostenendo, ad esempio, che il suo limite massimo di risoluzione fossero i 16 megapixel, mentre oggi ha raggiunto di 20 megapixel. Inoltre nel corso degli ultimi anni si segnalano molti più fotografi professionisti in migrazione da altre piattaforme verso il Micro Quattro Terzi, rispetto a quelli che l’abbandonano. Infine non si deve dimenticare che le differenze tra una foto scattata con macchine con sensore APS-C e persino Full Frame, per la stragrande maggioranza delle risoluzioni di stampa e per la quasi interezza del pubblico, sono irrilevanti se la qualità delle ottiche, un importante collo di bottiglia per ogni soluzione, è paragonabile. E in questo momento chi compra una macchina Micro Quattro Terzi ha un assortimento di ottiche di molto superiore,  ad un prezzo sensibilmente inferiore, con una qualità spesso molto elevata, rispetto ad altri standard: Fujifilm e Sony sono tra i marchi che perdono su un piano o sull’altro il confronto con il formato MFT nel campo delle lenti.

Il rapporto tra costi, assortimento e benefici, per molti fotografi fa altrettanta differenza quanto quella che deriva dal portarsi dietro un apparato e accessori ingombrante e voluminoso, per produrre vantaggi che la maggior parte dei clienti non sarà mai in grado di rilevare

Qui di seguito il video di Digital Rev.

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