Inviato dal Senato il 20 marzo scorso è stato finalmente approvato alla Camera il disegno di legge sull’intelligenza artificiale AI in Italia. Lo scopo è quello di creare un quadro legislativo per regolamentare lo sviluppo, l’adozione e l’utilizzo di sistemi e modelli di IA, con l’obiettivo di promuovere innovazione e tutela dei diritti fondamentali, in linea con quanto accade in Europa.
Il provvedimento si propone di garantire un uso etico, sicuro e trasparente dell’intelligenza artificiale, nel rispetto della Costituzione e del Regolamento europeo, avendo al centro il rispetto della dignità umana, protezione dei dati personali e prevenzione dei rischi sociali, economici e democratici.
Tra le modifiche apportate dalla Camera rispetto al testo approvato dal Senato, vi è la soppressione dell’obbligo per le pubbliche amministrazioni italiane di adottare esclusivamente soluzioni di intelligenza artificiale basate su server localizzati nel territorio nazionale.
Pur avendo suscitato alcune perplessità, la modifica è stata considerata necessaria per evitare che molte delle soluzioni software attualmente in uso — come, ad esempio, quelle appartenenti all’ecosistema Google — potessero risultare non conformi alla normativa e, di conseguenza, non più utilizzabili dalla Pubblica Amministrazione.
La nuova normativa, inoltre, disciplina in modo organico l’uso dell’intelligenza artificiale in tema di tutela del diritto d’autore e introduce un nuovo reato penale relativo all’uso illecito dell’AI per la creazione e diffusione di contenuti falsificati.
Tutela del diritto d’autore
Con riferimento al primo aspetto, la norma prevede misure a salvaguardia dei diritti degli autori rispetto all’uso delle loro opere da parte di sistemi di intelligenza artificiale. In particolare, si stabilisce che le opere protette non possano essere utilizzate da sistemi di AI generativa senza autorizzazione da parte del titolare dei diritti.
Si tratta di una disposizione in contrasto con la recente Giurisprudenza di un tribunale americano. In altri termini, almeno in Italia, il training o l’impiego di contenuti soggetti a copyright per alimentare modelli di AI deve avvenire nel rispetto delle norme vigenti in materia di diritto d’autore.
Nuovo reato per la diffusione illecita di contenuti creati con IA
Un altro punto centrale del disegno di legge è l’introduzione di un nuovo reato nel codice penale, che si traduce nel nuovo articolo 612-quater. La norma prevede una sanzione penale per chi, senza il consenso della persona ritratta o rappresentata, diffonde immagini, video o voci falsificate o alterate attraverso l’uso di sistemi di intelligenza artificiale, con una pena da uno a cinque anni di reclusione.
Si tratta, in sostanza, di una misura che vuole contrastare fenomeni come il deepfake, la disinformazione e la violazione della reputazione personale. Il testo del disegno di legge contiene poi misure di incentivo, autorizzando un investimento fino a un miliardo di euro a sostegno di PMI innovative nei settori AI, cybersicurezza e calcolo quantistico.
Se il disegno di legge supererà anche il terzo passaggio in Senato l’Italia potrebbe diventare il primo paese UE con una legge quadro in campo AI. Tutti gli articoli dedicati all’Intelligenza Artificiale sono nella sezione dedicata di macitynet.













