Quando si acquista un prodotto Apple una delle aspettative è quella di acquistare un prodotto ben costruito, fatto per durare. I fatto dimostrano che questa attesa viene rispettata e che, salvo ineluttabili incidenti, un iPhone, un iPad o un Mac, sopravvivono meglio e più a lungo dei concorrenti. Si tratta dell’esito del processo di ingegnerizzazione che si applica dopo test rigorosi, condotti in ambienti controllati.
In passato abbiamo già avuto modo di dare uno sguardo alle prove cui sono sottoposti di dispositivi audio e più recentemente ci sono stati youtuber cui Apple ha concesso il privilegio di uno sguardo dietro le quinte proprio dei test di resistenza cui vengono sottoposti i suoi prodotti. Ora tocca a Counterpoint Research raccontare in maniera più dettagliata che cosa ha visto in uno di questi laboratori, normalmente chiuso al pubblico,
Le quattro categorie di test
Dal racconto apprendiamo che Apple suddivide il suo lavoro sulla resistenza in quattro aree principali:
- Resistenza ambientale: umidità, sbalzi termici, polveri sottili, esposizione a radiazioni UV;
- Impermeabilità: acqua in pressione, immersioni, liquidi comuni come bibite, profumi, sudore e creme;
- Urti e cadute: simulazioni robotizzate di impatti da varie altezze e angolazioni;
- Vibrazioni meccaniche: test che replicano viaggi in moto, spostamenti in treno o spedizioni via corriere.
Fino a 100 ore di esposizione al sale
I test ambientali di Apple servono a replicare le sfide climatiche reali affrontate dai dispositivi in 175 paesi del mondo. La varietà degli scenari va dall’esposizione a luce solare intensa alla polvere finissima raccolta nel deserto dell’Arizona, fino alla nebbia salina che corrode i contatti metallici.
I test possono durare anche fino a 100 ore di esposizione continua al sale. Le polveri vengono invece aspirate forzatamente nei dispositivi per verificare cosa succede quando entrano nei fori degli altoparlanti o nella porta di ricarica. Gli AirPods, dal canto loro, vengono sottoposti a cicli con sudore e cerume sintetici, riprodotti in laboratorio.
“Testiamo gli AirPods con simulazioni di sudore e cerume sintetici che replicano fedelmente le condizioni d’uso quotidiano”, ha raccontato un ingegnere intervistato da Counterpoint.
Questi scenari vengono aggiornati sulla base dei dati di utilizzo raccolti da Apple sul campo. In questo modo, le simulazioni riflettono l’evoluzione delle condizioni ambientali e delle abitudini d’uso degli utenti reali
Acqua ad alta pressione e immersioni profonde
Apple sottopone ogni nuovo iPhone a una lunga serie di test idrici, progettati per simulare scenari reali, dal temporale improvviso all’immersione in piscina. Un dispositivo come l’iPhone per avere la certificazione IP68, il livello più alto disponibile, deve risultare completamente sigillato contro la polvere e continuare a funzionare normalmente dopo essere stato immerso a sei metri di profondità per un’ora.
I test si svolgono all’interno di una camera IPX e seguono una sequenza progressiva. Si parte con una prova base a goccia per simulare la pioggia leggera. Poi si passa a getti d’acqua orientati da ogni angolazione: se il dispositivo resiste, ottiene la certificazione IPX5. La fase successiva prevede spruzzi ad alta pressione da distanza ravvicinata, che portano alla certificazione IPX6.
Infine, il prodotto viene immerso in una vasca pressurizzata, dove vengono simulate immersioni profonde: fino a un metro per IPX7, e fino a sei metri per IPX8, che è lo standard necessario per l’iPhone 16 Pro. Solo dopo aver superato tutte queste fasi, il dispositivo può essere dichiarato conforme alle specifiche più elevate
Robot che fanno cadere migliaia di telefoni
Uno degli aspetti più affascinanti della visita è il laboratorio delle cadute. Qui, bracci robotici lasciano cadere i dispositivi da altezze variabili su superfici come granito, cemento e asfalto, simulando condizioni reali. Ogni iPhone viene sottoposto a migliaia di impatti, con telecamere ad alta velocità che catturano il momento esatto del danno.
“Non si tratta di una caduta casuale. Ogni singolo test è calibrato su scenari realistici”, ha spiegato un ingegnere Apple.
Vibrazioni continue per settimane
Tra i test meno visibili ma non meno importanti, ci sono quelli legati alle vibrazioni meccaniche. Un iPhone, ad esempio, deve poter sopravvivere a situazioni quotidiane ma insidiose, come restare per ore nel bauletto di una moto che percorre strade sterrate. Apple simula questi scenari usando un’apparecchiatura specifica: un tavolo vibrante.
Su questa piattaforma i dispositivi vengono fissati e sottoposti a vibrazioni a frequenze variabili, pensate per replicare le sollecitazioni di trasporto e movimento in diversi ambienti reali. I test tengono conto anche di parametri legati ai diversi produttori di motociclette, che possono generare pattern di vibrazione differenti.
Il tavolo lavora per periodi prolungati, replicando giorni o settimane di scosse continue. L’obiettivo è rilevare eventuali cedimenti strutturali interni, problemi ai connettori o allineamenti compromessi nei moduli fotocamera, prima che il dispositivo arrivi nelle mani dell’utente
Una strategia che paga
Tutta questa attenzione ha un impatto diretto sul valore nel tempo: secondo i dati raccolti da Counterpoint, gli iPhone mantengono in media il 40% in più del loro valore rispetto agli Android nel mercato dei ricondizionati. Un vantaggio che si somma a quello della politica con cui Apple prevede almeno 5 anni di aggiornamenti software e di sicurezza, rendendo i dispositivi longevi non solo dal punto di vista fisico, ma anche funzionale.
“È il risultato di una combinazione di hardware resistente, aggiornamenti regolari e test approfonditi. E permette a molti dispositivi Apple di vivere una seconda o anche una terza vita”, si legge nel report.











