Recentemente TerraMaster ha lanciato D1 SSD Plus, un disco pensato per la scrivania, per espandere la capacità di archiviazione di un MacBook Pro o di un MacStudio (o di una Workstation Windows) come si trattasse di una memoria interna.
Abbiamo avuto l’occasione di provare in anteprima per qualche giorno questa periferica che si annuncia come il sogno di ogni utente professionale. Vediamo com’è andata.
Fascia alta
La scatola del TerraMaster D1 SSD Plus è ben confezionata, con una serigrafia esterna e una apertura che lascia intravedere quasi subito il disco vero e proprio, protetto da due scudi di gomma morbida, per assicurare che il disco arrivi integro, fattore da non dare per scontato nel mondo degli acquisti online.
Oltre al disco, all’interno della scatola trovano posto, in uno scomparto di cartone separato, un piccolo cacciavite (ottima idea, ma TerraMaster non è nuova a questo, altri modelli come il NAS TerraMaster T6-423 ce l’hanno), un cavo USB4/USB4 e una piccola custodia in velluto morbido per il trasporto.

Il look è senza dubbio quello di un disco di fascia alta, la costruzione in metallo parla da sola, anche ci sono altri dettagli che fanno la differenza: la presenza del menzionato cacciavite e della protezione in velluto, oltre alla confezione dal look interessante e non industriale.
Dimensioni da non sottovalutare
Tecnicamente, il TerraMaster D1 SSD Plus è un case esterno USB4 adatto a ospitare una unità PCIe NVMe M.2 2280 SSD con capacità sino a 8 TB.
Le dimensioni sono però generose per una sola unità SSD: si parla di 112,5 x 60,0 x 33,0 mm, per un peso che varia da 246 g (da vuoto) a circa 500 g quando ospita una SSD.
Sostanzialmente, la dimensione è importante, ma a leggere le specifiche pare che sia stata necessaria: la forma infatti non è piena, ma contraddistinta da una griglia nella parte superiore e inferiore, il cui scopo probabilmente è quello di dissipare il calore generato dall’uso dell’SSD.
Il disco in effetti durante l’uso intenso scalda un po’, ma mai in modo eccessivo e si raffredda molto velocemente una volta scollegato dal computer: non essendoci una ventola all’interno, probabilmente la struttura garantisce il corretto funzionamento a tutte le temperature.
La forma conferisce all’unità un aspetto molto sobrio e industriale, che ben si sposa con l’ambiente professionale, a cui il TerraMaster D1 SSD Plus guarda in primo luogo. Due piccoli piedini di gomma (quasi invisibili) determinano il verso in cui si appoggia sulla scrivania.
Il connettore USB4, che in sostanza offre prestazioni paragonabili a quelle di Thunderbolt 4 (con differenze minime), garantisce oggi un’eccellente compatibilità con quasi tutti i computer in circolazione.
Questo grazie alla capacità di adattarsi ai protocolli Thunderbolt 3, 4 e persino 5, ma anche di funzionare come una normale unità USB-C. In quest’ultimo caso si perde un po’ in velocità, è vero, ma si guadagna in versatilità: il dispositivo può essere usato anche con smartphone, tablet e tanti altri accessori, ampliando di molto il ventaglio d’uso possibile.

Noi lo abbiamo testato con un MacBook Pro con M3 Pro, che ha connettori Thunderbolt 4 perfettamente compatibili con USB4, e la stessa cosa sarebbe successa con MacBook Pro con M4 Pro: entrambi questi computer infatti hanno connettori in grado di sfruttare un canale da 40 Gbit/s, che è quello promesso dall’unità TerraMaster D1 SSD Plus.
Un disco interno, che sta fuori
Per usare il disco con Mac o PC non serve installare nulla. Una volta collegato il disco è riconosciuto subito senza problemi: i requisiti minimi sono macOS 12 e Windows 11 (niente Windows 10 quindi, che sta andando a fine supporto) e l’unità si usa nel formato preferito (tipicamente APFS se usato solo con macOS e ExFAT per l’uso misto Mac/Windows).
TerraMaster prevede un software di backup personalizzato per l’uso da Windows, mentre gli utenti Mac possono usare tranquillamente TimeMachine oppure soluzioni proprietarie come Get Backup Pro, anche se il disco, con una velocità così alta, è probabilmente pensato come estensione naturale del disco interno, più che una unità di backup.

Provato con una unità NVMe WD_Black SN770 da 2 TB, formattata in APFS, il TerraMaster D1 SSD Plus si è comportato davvero bene: con piccole variazioni a seconda del software usato per la rilevazione, abbiamo comunque raggiunto valori minimi di 2.600 MB/s in scrittura e 2.900 MB/s in lettura, con picchi anche più alti, distanti dai 3500/3700 MB/s ottenibili con il disco interno dei Mac, ma con una differenza che è difficilmente notabile in una ottica di produzione.
In pratica, una velocità superiore a 2.500 MB/s permette di considerare l’unità come un disco interno, dove installare applicazioni, conservare asset come clip, file RAW, librerie e altro per l’utilizzo con applicazioni professionali, come Photoshop, Lightroom, Illustrator, Premiere, DaVinci, InDesign e altro.
Con questa velocità infatti non solo il passaggio dei dati è così veloce che in pratica si azzerano i tempi di attesa, ma la parte più importante avviene quando, eseguito un montaggio in Premiere o una libreria di Lightroom o un impaginato in InDesign, li si esporta in formati finali, con un rendering il cui tempo è direttamente proporzionale alla velocità del disco, e in questo caso molto molto promettente.
Se usato con uno smartphone o un tablet, per passaggi sporadici (dato che la forma non consente di agganciarlo al dispositivo) il disco è visto immediatamente dall’App File per le operazioni di copia, incolla ma anche per la fruizione di contenuti localmente (come immagini RAW, filmati o altro).
In studio ma non solo
La forma del disco, come abbiamo detto, è importante, ma resta comunque un disco esterno, che necessita solo di un unico cavo per funzionare, e che può essere trasportato senza problemi (anche grazie alla protezione in velluto).
Quindi, per chi fa shooting all’aperto o in specifiche location (come matrimoni, eventi sportivi o su location preparate ad hoc, come filmati pubblicitari o altro) l’unità è davvero una manna, perché grazie appunto al collegamento universale si usa con molta facilità, per la gestione delle risorse oppure per una seconda copia al volo.
Sotto questo punto di vista, TerraMaster D1 SSD Plus assume una sua specifica posizione all’interno del listino TerraMaster, rispetto ad esempio al TerraMaster D8 Hybrid o al TerraMaster D5 Hybrid 5-Bay, che possono ospitare anche più di una sola memoria SSD, ma che sono strettamente legati all’uso esclusivo da ufficio.

Infine, non abbiamo fatto prove specifiche, ma la costruzione in metallo garantisce una certa robustezza, sia nell’uso quotidiano che in borsa.
Conclusioni
TerraMaster D1 SSD Plus è una eccellente unità, come da tradizione del marchio, costruita in modo impeccabile, adatta a compiti di potenza in ambienti protetti (come l’ufficio) oppure più precari (come lavori in esterna), grazie all’alimentazione che passa nel cavo Thunderbolt.
La velocità è davvero buona, paragonabile a un secondo disco interno con tutti i vantaggi del caso e con una capacità fino a 8 TB permette di ampliare lo spazio disponibile in modo significativo, aumentando di fatto la comodità del lavoro.
Il prezzo è un altro aspetto positivo, perché 119,99 € non sono molti per un case USB4, considerata la qualità, anche se poi va aggiunto il costo dell’unità SSD, che varia da circa 100 Euro per una unità da 1 TB sino a 600 Euro o più per quella da 8 TB (con una gran differenza di prezzo in base alla unità selezionata).
Pro
• Funzionamento con un solo cavo
• Costruzione in metallo
• Silenzioso e molto veloce
Contro
• Dimensioni importanti
Prezzo e disponibilità
TerraMaster D1 SSD Plus è disponibile a partire dal sito web italiano della casa madre ma lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it
• 119.99 € (TerraMaster D1 SSD Plus)
• 99,99 € (SSD Samsung 990 PRO NVMe M.2 SSD 1TB)
• 681,10 € (SSD WD_BLACK SN850X 8TB)
• 247,99 € (SSD Crucial P3 Plus SSD 4TB)





















