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I dati degli utenti gestiti Apple e Google: gli USA chiedono spiegazioni

La Commissione USA per l’Energia e il Commercio alla Camera ha inviato una lettera a Tim Cook di Apple e a Larry Page di Alphabet (la società sotto il cui “cappello” rientra anche Google) con varie domande volte a capire in che modo queste aziende gestiscono i dati degli utenti.

Tra le preoccupazioni del Sottocomitato investigativo: in che modo i dati sulla localizzazione sono memorizzati e il potenziale uso improprio per tracciare gli utenti senza il loro consenso e con il GPS spento. Nella lettera inviata a Larry Pages (qui in PDF) vi sono riferimenti alle notizie secondo le quali Android raccoglie i dati sulla localizzazione degli utenti e li invia a Google anche quando l’utente disabilita espressamente la funzionalità di localizzazione.

Nella lettera a Cook (qui in PDF) si chiede se l’iPhone raccoglie e trasmette dati sulla localizzazione, se il dispositivo è in grado di raccogliere dati sulla localizzazione in assenza di SIM, se vengono raccolti dati sulla localizzazione disattivando WiFI e Bluetooth, se i dispositivi sono in grado di ascoltare gli utenti, se vengono raccolte registrazioni audio a loro insaputa e così via…

Tim Cook

Più volte il CEO di Apple ha ribadito che l’azienda da lui guidata protegge gli utenti e la Mela sottolinea in tutti i modi che “la privacy è un diritto fondamentale”. “Ogni prodotto Apple è interamente progettato per proteggere queste informazioni e per lasciare che sia tu a scegliere cosa condividere e con chi” spiega l’azienda sul sito dedicato alla privacy; “Abbiamo già dimostrato come le esperienze straordinarie che ti offriamo non compromettano la tua privacy e la tua sicurezza, ma anzi le rafforzino”.

Parlando tempo addietro nel corso di un evento organizzato dall’Electronic Privacy Information Center, il CEO di Apple ha evidenziato l’impegno di Apple con la privacy dei clienti criticando allo stesso tempo società della Silicon Valley per le loro raccolte indiscriminate di informazioni sugli utenti che usano a fini pubblicitari.

“Divorano tutto quello che possono imparare su di voi e provano a monetizzarlo – ha detto ancora Cook – Pensiamo sia sbagliato e non è il genere di compagnia che Apple vuole essere”. I nomi di queste aziende non sono stati pronunciati, ma è chiaro che Cook stava parlando specialmente di Google e Facebook che fanno apprendendo dettagli sulle abitudini e gli interessi dei clienti.

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