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Cristiano Amon, CEO di Qualcomm: «La scarsità di chip non finirà a breve»

Curioso sapere che la notizia più importante nel settore automobilistico in questo momento non è relativa ai veicoli elettrici o agli ultimi commenti del CEO di Tesla Elon Musk: quel di cui si dovrebbe parlare è, invece, la grave scarsità di chip e semiconduttori che sta danneggiando le case automobilistiche di tutto il mondo. Poiché Ford, General Motors, Toyota e altri produttori non possono ottenere determinati componenti elettronici di cui hanno bisogno, stanno tagliando la produzione su veicoli come la Ford F-150.

E non sono solo automobili. Ci sono anche carenze di chip per le console Sony Playstation 5 e Xbox Series X, oltre che per i processori grafici di Nvidia. Persino Qualcomm, il più grande produttore di chip mobile al mondo, non è in grado di ottenere un numero sufficiente di processori per soddisfare le esigenze dei suoi clienti in tema smartphone.

È questa situazione – più della concorrenza o della tiepida accoglienza dei consumatori nei confronti del 5G – che preoccupa il CEO entrante di Qualcomm, Cristiano Amon. Il cinquantenne brasiliano avverte che questa situazione potrebbe non stabilizzarsi prima della fine del 2021.

scarsità di chip - Cristiano Amon

Se mi chiedessi, cosa mi tiene sveglio la notte in questo momento [è] questa crisi della catena di approvvigionamento che stiamo avendo nel settore dei semiconduttori. Mentre sta accadendo perché c’è una forte domanda di prodotti tecnologici, sta causando molto stress poiché la catena di fornitura non era preparata ad affrontare la crescita. E le carenze probabilmente continueranno fino alla fine del 2021

Dopo l’arrivo della pandemia di coronavirus lo scorso anno, gli utenti sono rimasti a casa e hanno smesso di fare acquisti. Le fabbriche hanno chiuso e le aziende hanno ridotto gli ordini. Poi la domanda è tornata in ripresa più velocemente di quanto chiunque si aspettasse. Amon l’ha descritta come una “ripresa a forma di V”: un enorme calo degli acquisti, seguito da un rapido ritorno della domanda.

Allo stesso tempo, il declino di Huawei nel mercato della telefonia ha avuto un impatto sul settore della tecnologia. La scorsa estate, l’azienda cinese è diventata il più grande produttore di telefoni al mondo, superando per la prima volta dopo un decennio Apple o Samsung. Purtroppo, le sanzioni statunitensi contro Huawei hanno danneggiato la sua capacità di costruire e vendere dispositivi, aprendo un’opportunità per altri produttori di smartphone Android di corteggiare i suoi ex clienti. Questo crea ancora più domanda di processori da aziende come Qualcomm, ma la catena di fornitura non era preparata per questo, riferisce lo stesso Amon.

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Ed allora, nel corso dell’intervista a CNET, la domanda è sorta spontanea: se c’è una scarsità di chip, perché non costruire più fabbriche per produrre chip? L’amministrazione Biden la scorsa settimana ha dichiarato che esaminerà le criticità delle catene di approvvigionamento. Il problema è comunque uno: la costruzione di nuovi impianti costa miliardi di dollari, e non si riuscirebbe comunque nell’impresa dall’oggi al domani.

Ricordiamo che comunque la maggior parte dei produttori di chip come Qualcomm, in realtà, non costruisce i propri semiconduttori. Progettano i loro processori e poi assumono società come Samsung e Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, meglio conosciuta come TSMC, per fabbricarli effettivamente in fabbriche chiamate fabs. La fine di questa scarsità di chip e semiconduttori, a quanto pare, è tutt’altro che vicina ad una risoluzione. Sarà un 2021 di carenza dei chip. Tutti gli articoli di macitynet che parlano di Qualcomm sono disponibili qui.

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