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Cyber-ladri sì, ma anche benefattori

Settecento transazioni online fraudolente rimborsate. Ma a rendere i soldi ai legittimi proprietari non è un negozio di eCommerce, un sito di acquisti online o un mercatino digitale. Si tratta invece della Croce Rossa, che ha visto aumentare negli ultimi tempi il numero di versamenti “volontari” provenienti da carte di credito clonate. E non è l’unica entità  non-profit che può testimoniare questo nuovo fenomeno della rete che potremmo definire dei “Robin Hood digitali”.

Si tratta infatti, secondo quanto riporta il quotidiano online Newsday, di una tendenza che si va consolidando. Alcuni truffatori in rete, ladri di carte di credito e di identità  digitali, stanno infatti diventando dei benefattori, ma per i motivi più strani: non è un accesso di “buonismo” – non siamo neanche a Natale! – ma semplicemente una falla nel sistema di controllo delle transazioni online.

Sofisticate applicazioni software consentono infatti di monitorare e verificare gli acquisti online fatti con le carte di credito: si tratta di una linea di sicurezza che gli istituti di credito e i gestori delle carte hanno voluto per evitare che la rete si trasformasse da una opportunità  in un bagno di sangue per gli utilizzatori delle carte. Ma quasi mai – per non dire proprio mai – i software monitorano gli sportelli elettronici delle aziende non-profit. Croce Rossa, non-profit, associazioni benefiche e via dicendo. Là  il flusso del denaro arriva e – si scopre in seguito ad alcune rilevazioni – non sempre volontariamente da parte del titolare del conto corrente che versa il denaro.

Si tratta di micro-donazioni da parte di ladri sulle cui personali motivazioni peraltro è il buio più assoluto. Forse sono semplicemente trucchi per verificare la validità  e funzionamento della carta, prima di impiegarla per altri scopi più redditizi (per il ladro) oppure servono a depistare gli algoritmi di controllo da parte delle banche delle spese, inserendo una o due transazioni ad enti benefici che automatcamente vengono riconosciute come “lecite” e quindi fanno saltare gli eventuali allarmi automatici quando la spesa della carta di credito segue percorsi inediti nella storia del credito dei titolari. Ma piace anche pensare che a questi “Robin Hood digitali” un po’ rimorda la coscienza e forse, con queste micro-donazioni di una decina di euro o poco più si vogliano conquistare anche un angolo di paradiso, dopo tante attività  criminose.

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