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Face ID e i minori: a meno di 13 anni autenticazione alternativa obbligata

 Apple prende sul serio il rapporto tra Face ID e i minori e cambia le linee guida per gli sviluppatori che vogliono supportare questa tecnologia all’interno delle proprie applicazioni: dovranno prevedere un sistema di autenticazione obbligatorio per i minori di 13 anni.

La nuova direttiva, a dire il vero, a prima vista pare addirittura eccessiva. Face ID, infatti, non memorizza o invia dati al cloud,  bensì conserva la riproduzione del volto 3D all’interno del dispositivo stesso. Non si comprende, allora, quale sia la preoccupazione di Apple legata alla privacy, dato che ha richiesto agli sviluppatori di prevedere strade alternative per l’autenticazione alle app da parte dei minori di 13 anni.

In questo modo Apple sta probabilmente cercando di dissipare i timori dei genitori riguardanti l’eventuale violazione di privacy dei propri figli. La tecnologia supporterà un singolo volto per dispositivo, e nel caso in cui un genitori presti lo smartphone al proprio figlio, questi avrà possibilità di accedere comunque alle app tramite PIN o passcode.

Altre modifiche alle linee guida comprendono disposizioni contro le applicazioni antivirus, che semplicemente non funzionano su iOS, così come altri divieti sono imposti nella creazione di applicazioni demo di Arkit. Le App Arkit dovranno includere “esperienze di realtà aumentata ricche e integrate”, impone Apple, senza poter essere semplici demo tecniche.

La società nel frattempo sta ammorbidendo la sua politica sui pagamenti, permettendo doni finanziari da persona a persona, anche se scavalcano il sistema di acquisto in-app previsto da App Store.

Face ID e i minori

Apple è solita trattenere il 30% del ricavato IAP, e infatti ha in passato vietato che gli sviluppatori inserissero all’interno delle app sistemi per donazioni dirette ai creatori di contenuti, come ad esempio chi effettua dirette streaming. Il cambiamento saràà probabilmente dovuto alla crescita della popolarità per le app cinesi che consentono ai creatori di contenuti video di guadagnarsi denaro tramite donazioni e finanziamenti da parte degli spettatori.

Con le nuove politiche, quasi certamente, il numero di questa tipologia di app è destinato a salire.

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