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La nuova Siri con l’AI generativa alla WWDC24

Apple sta preparando una nuova versione di Siri, futura variante dell’assistente vocale che sfrutterà l’AI generativa, in grado in altre parole di sfruttare algoritmi complessi per creare contenuti in modo autonomo.

La nuova Siri dovrebbe essere presentata in occasione dell’annuale WWDC, conferenza sviluppatori, un vento che, tipicamente, si svolge a giugno. L’indiscrezione è contenuta in un post sul social coreano Naver, riportata da un utente che in passato ha anticipato indiscrezioni su Apple che in seguito si sono rivelate esatte.

Secondo la gola profonda, Apple ha fatto progressi con sue “GAI” (generative artificial intelligence) che saranno integrate in Siri, sfruttando “Ajax”, un framework per la gestione di grandi modelli linguistici, sviluppando un chatbot alla stregua di quelli di OpenAI, Google, ecc. del quale erano già circolate voci a luglio dello scorso anno.

La nuova versione di Siri è a quanto pare in grado di affrontare conversazioni in modo naturale, e offre diverse possibilità di personalizzazione.

Le nuove funzionalità dovrebbero essere disponibili “on device” (con l’IA in grado di elaborare le risposte direttamente sul dispositivo), senza che le informazioni siano inviate a server esterni via internet. Si vocifera inoltre di migliorie specifiche che riguardano le azioni automatiche, con tanto di modello linguistico in grado di gestire compiti più complessi rispetto agli attuali, novità che dovremmo vedere con iOS 18.

Lotte interne e preoccupazioni sulla privacy hanno tarpato le ali a Siri
Foto: Omid Armin – Unsplash

A Cupertino stanno probabilmente lavorando già alla futura versione di iOS e nuovi servizi dedicati che gli sviluppatori potranno sfruttare con API (interfacce di programmazione) ad hoc.

Ulteriori indiscrezioni da prendere con le molle riferiscono che per alcune funzionalità AI sarà forse richiesto un abbonamento, ma non è chiaro a quali servizi avanzati si faccia riferimento.

L’assistente vocale di Apple è da tempo criticato perché rimasto pressocché immutato da quando è disponibile, notevolmente indietro rispetto a quanto ora possibile con assistenti vocali di altre aziende. Tra i motivi che hanno impedito a Apple di migliorare Siri, l’attenzione sulla sicurezza e la privacy: molte attività sono eseguite sul dispositivo anziché richiamare server cloud, con limiti intrinseci nella gestione delle possibili funzionalità.

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