È questo quello che ci attende per il lancio di iPhone 17 e per la precisione nella gamma 17 Pro e per il nuovo 17 Air. Lo si apprende da un rapporto di TrendForce che mette in evidenza una dinamica economica, vociferata da mesi, e che potrebbe scontentare più di qualcuno.
La notizia che forse molti si attendono prima di altre è quella del prezzo di iPhone 17 Air. Il telefono che sostituirà il Plus con un design ultrasottile, sarà disponibile in tre tagli di memoria: 256 GB a 1.099 dollari, 512 GB a 1.299 dollari e 1 TB a 1.499 dollari. Qui non esiste più il taglio di memoria da 128 GB che era il taglio minimo di iPhone 16 Plus, abbiamo solo quello da 256 GB.
Apple in passato, pur costringendoci a pagare di più per il prezzo di ingresso, avrebbe lasciato inalterato il prezzo. Era accaduto, ad esempio, con iPhone 15 Pro Max, quando Apple aveva deciso di raddoppiare la memoria base portandola da 128 a 256 GB, usando lo storage come leva per giustificare un listino medio più alto e rafforzare la percezione di valore.
Chi eccepisse che l’aumento di 100 dollari sul taglio di memoria equivalente è frutto di un cambiamento del dispositivo, si potrebbe replicare che questo non è vero per i modelli Pro e Pro Max che pure vedranno aumenti compresi tra 50 e 100 dollari per capacità equivalente.
Le ragioni dell’aumento
L’aumento del prezzo sarebbe qualche cosa di totalmente inusuale nelle strategie Apple. Da anni Apple, pur aggiornando i suoi dispositivi, non ha mai aumentato il prezzo. Non si può fare altro che pensare che le ragioni dell’aumento siano legate a strategie connesse all’aumento dei dazi che colpiscono in varia misura la filiera Apple su vari prodotti. L’aumento del prezzo potrebbe essere una forma di redistribuzione del valore dei dazi finalizzata a mitigare l’impatto sul bilancio.
In definitiva, mentre per gli smartphone, per l’intricata serie di dilazioni ed esenzioni stabilita da Trump, Apple avrebbe forse potuto assorbire i dazi, la stessa cosa non accadrà per altri prodotti come Apple Watch, iPad e accessori. Di qui la decisione, ancora ipotetica meglio precisarlo, di aumentare il prezzo anche per gli iPhone. In questo modo l’impatto su tutto il catalogo Apple sarà ridotto.
L’aumento di prezzo in Italia
Ben difficilmente Apple farà cenno a questa questione che è molto delicata dal punto di vista politico. Così, ben difficilmente, a nostro giudizio, potrà accadere che ad un aumento negli USA facciano da riscontro prezzi invariati negli altri paesi
Come abbiamo spiegato a suo tempo, la cosa sarebbe tecnicamente possibile visto che i dazi, al contrario della propaganda, sono tasse per gli americani e non per il produttore. Nonostante questo è altamente probabile che la stessa logica che viene applicata per iPhone (aumento dei prezzi su tutto il catalogo per mitigare l’effetto dei dazi) sia la stessa applicata per l’offerta internazionale, seguendo la logica della cross subsidiation.
Resta da vedere quanto impatterà in paesi come l’Italia ma si può sperare in una mitigazione determinata dal cambio Euro-Dollaro. La nostra valuta rispetto allo scorso anno valeva circa il 10% in meno ed Apple avrebbe persino potuto applicare una riduzione del prezzo dei suoi prodotti.
Oggi così non sarà. Apple magnanimamente ha tutta la possibilità di evitare che 100 dollari si traducano in 100 euro…












