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Recensione Airpods Max, le migliori cuffie Bluetooth del mondo non lo sono per tutti

Pronosticate, previste, anticipate e infine rilasciate. Ora le abbiamo qui queste AirPods Max (629 euro su Amazon e su Apple Store), le cuffie “top” che per design, funzioni, prezzo, tanto rumore hanno suscitato al lancio. Mentre ci apprestiamo a recensirle, ultime di una lunga serie di cuffie e auricolari di cui abbiamo parlato negli anni su Macitynet, abbiamo tante curiosità da soddisfare, punti interrogativi che si sono affollati nella mente subito alla loro presentazione e che sono immediatamente diventati di più quanto ci hanno detto il prezzo. Orta, dopo l’apertura della scatola, nel momento in cui abbiamo iniziato a maneggiare questo ennesimo accessorio Apple pensato (principalmente) per l’ecosistema della Mela, sono diventati una marea. Proveremo a rispondere a noi stessi e, nel contempo, a dare una mano a chi si sta interrogando sull’opportunità di un acquisto.

Airpods Max come sono fatte

Le AirPods Max condividono il nome con gli auricolari più famosi di tutti i tempi, ma sono un prodotto differente anche se non del tutto diverso. Se gli AirPods sono auricolari, qui siamo di fronte a cuffie circumaurali nate per sfidare sullo stesso piano e superare le migliori cuffie antirumore del mercato come le Sony WH-1000XM4 o le Bose Noise Cancelling Headphones 700. Si basano comunque sulla stessa tecnologia Bluetooth degli AirPods e offrono un largo numero di funzioni e tecnologie sovrapponibili a quelle che abbiamo imparato ad conoscere ed apprezzare proprio negli Airpods e sopratutto negli AirPods Pro.

Materiali e design

Apple produce già varie cuffie antirumore. Stiamo parlando delle Beats Solo Pro (299 euro quando non scontate) e soprattutto delle eccellenti Beats Studio 3 (349 euro quando non scontate). Ma la differenza dal mondo Beats e tutto il resto del mondo delle cuffie, appare evidente non appena le si estrae dalla scatola. Le AirPods Max si materializzano nelle vostre mani come qualche cosa di assolutamente unico. Se le Beats hanno un loro stile ben riconoscibile ma alla fine sono “solo” delle cuffie che possono essere paragonate con altre concorrenti, non esiste nulla con un design e una struttura accostabili a quelli delle Airpods Max.

L’archetto consiste in due aste in acciaio rivestite da plastica opaca e collegate insieme da una maglia a rete; i padiglioni sono in alluminio di vari colori e hanno dei cuscinetti ricoperti di un tessuto a trama larga. Le scelte stilistiche e in definitiva la personalità delle Airpods Max richiamano immediatamente il mondo Apple e anche se non c’è alcun logo, è intuitivo collocarle tra i prodotti della Mela.

Dopo qualche attimo di smarrimento (ci piacciono o no?) abbiamo cominciato a provare una attrazione quasi magnetica per il loro stile; è chiaro che le AirPods Max promanano fascino alimentato non solo dalla sensazione che deriva dallo sguardo ma anche dal piacere che si prova nel maneggiarle. Solidità, cura del dettaglio, scelta dei materiali sono qualche cosa che fa percepire le Airpods Max come qualche cosa di unico ed esclusivo. È altrettanto chiaro che potrebbero non piacere a tutti perché non sono sicuramente, come direbbero gli americani, “le cuffie dei vostri padri”

La custodia

Un discorso del tutto differente ed inverso riguarda la custodia. Si tratta certamente della scelta più controversa e contestata tra quelle attuate da Apple nel contesto del lancio delle AirPods Max. È impossibile aggiungere altro a quel che è già stato detto di negativo, critico e ironico (c’è chi l’ha paragonata ad una borsetta e chi ad un reggiseno anni ’60) intorno a questa specie di benda in materiale sintetico dall’aspetto così economico e trasandato. Critiche ed ironie a parte, non si capisce la ragione per cui sia stata posta una cura maniacale nel realizzare cuffie come le AirPods Max, stilisticamente e dal punto di vista dei materiali curatissime e funzionali, per poi accompagnarle con un oggetto così sciatto e che, design a parte, è anche del tutto inutile; la custodia non serve infatti quasi a nulla visto che non… custodisce quasi nulla.

In primo luogo una larga parte delle AirPods Max resta scoperta, pronta per essere graffiata e sporcata; non immaginate di buttare le cuffie dentro ad uno zaino o una borsa senza altre protezioni.

Secondariamente la presunta funzione di risparmio energia offerta dalla custodia è del tutto trascurabile. Apple afferma infatti che le Airpods Max una volta collocate nella “borsetta” vanno in modalità basso consumo, ma la stessa modalità si innesca automaticamente dopo 5 minuti di non utilizzo anche senza custodia. Solo dopo ben 18 ore vanno in modalità consumo ultra basso, ma basterebbe aspettare altre nove ore per avere la stessa modalità anche senza custodia. Ovviamente ci sarebbe da chiedersi quanto scende la batteria in quelle nove ore di “basso consumo” invece che di “ultra basso”, ma sospettiamo che la differenza tra mettere e non mettere le cuffie dentro alla custodia sia irrilevante.

Tutto questo dovrebbe consigliare Apple a tornare sui suoi passi e accostare alle AirPods Max un accessorio accettabile dal punto di vista dei materiali e del design e che abbia anche qualche altra funzione aggiuntiva ad essere una “macchina per meme”. Per esempio potrebbe ricaricare le AirPods Max via wireless o mentre si è in viaggio mediante una batteria integrata. Forse potrebbe bastare anche che fosse una vera custodia, capace di tutelare la spesa di chi encomiabilmente ha affidato ad Apple 630 euro per un paio di cuffie.

Comfort

Le Airpods Max, come detto, danno subito l’impressione di essere molto solide ma anche di essere più pesanti di altre concorrenti. In effetti a causa dei materiali usati (metallo contro plastica) pesano 130 grammi più delle già citate Sony WH-1000XM4 o delle Bose Noise Cancelling Headphones 700. Una volta indossate, però il peso delle AirPods Max miracolosamente sparisce. Sia questo per l’eccezionale bilanciamento, la precisione micrometrica della regolazione delle aste telescopiche, la comodità dell’archetto, i cuscinetti in memory foam o, più probabilmente, per tutto questo insieme, le cuffie Apple si possono indossare per ore senza fatica o problemi.

Pressione intorno alla testa e sigillo delle orecchie sono perfetti e la geniale maglia dell’archetto rende confortevole l’adesione dell’archetto alla sommità del capo. Muovendosi o spostandosi, il peso delle Airpods Max viene in parte scaricato sui padiglioni e in parte proprio sull’archetto che opera come una specie di ammortizzatore. Anche dopo ore non abbiamo avuto neppure alcun problema con le aste degli occhiali né effetto riscaldamento delle orecchie grazie allo speciale tessuto a maglia larga dei padiglioni.

Peccato solo che quando si tolgono temporaneamente le cuffie per metterle al collo i padiglioni stringano un po’ troppo e ruotino verso l’alto in una posizione inusuale.

Controlli

Apple fin dall’inizio al lancio degli Airpods è stata decisamente minimalista nei controlli.

Negli Airpods e negli AirPods Pro tutto avviene attraverso dei tocchi touch che anche dopo anni di utilizzo riteniamo non siano né comodi né intuitivi. Come se non bastasse negli Airpods, manca un tasto (o una gesture) per il volume; questo costringe ad estrarre dalla tasca l’iPhone oppure a invocare Siri, il che in pubblico, nonostante quel di cui vuole convincerci Apple, resta socialmente non accettabile.

Le AirPods Max, invece, abbandonano ogni controllo touch e puntano sul controllo fisico mediante due bottoni collocati sul padiglione destro. Le funzioni sono essenzialmente affidate alla corona digitale, un pomello stilisticamente identico alla corona degli Apple Watch. Questo tasto multifunzione permette di alzare e abbassare il volume (la direzione di rotazione si decide da iOS), di andare avanti e indietro nei brani musicali, di spegnere e attivare la riproduzione, di rispondere alle chiamate e di richiamare Siri. Ruotarlo, per quel che conta, è piacevolissimo; offre un feedback con un click meccanico simulato e un suono che segnala il fine corsa virtuale, il punto dove il volume è al minimo.

Oltre alla Corona digitale c’è anche solo un altro tasto, quello per la modalità trasparenza (di cui parleremo successivamente); completano il tutto un LED di stato e una porta con connettore Lighting.

Recensione AirPods Max
I controlli delle AirPods Max ricordano molto quelli di Apple Watch

Come funzionano

Le Airpods Max dal punto di vista del software (o firmware) sono molto simili agli Airpods. Se vogliamo abbinarle ad un iPhone o iPad basta avvicinarle al dispositivo. A quel punto le cuffie sono riconosciute da tutti i dispositivi registrati su iCloud. Se vogliamo abbinarle ad un Mac o un altro dispositivo si mettono le cuffie in modalità ricerca tenendo premuto il tasto trasparenza.

Si attivano e si disattivano automaticamente indossandole e vanno in modalità risparmio di energia sempre da sole (non c’è un tasto per spegnerle) dopo un certo periodo, come spiegheremo sotto.

Abbiamo letto critiche per la mancanza di un’applicazione. In realtà questo è sì un problema, ma lo è solo per il mondo Android; con un iPhone e, parzialmente, anche con un Mac è possibile regolare tutte le funzioni dei tasti e gestire opzioni rilevanti come la direzione di rotazione della corona digitale e il rilevamento automatico della testa dal sistema operativo.

Recensione AirPods Max
I sensore ad infrarossi che rileva quando le cuffie sono indossate

L’equalizzatore che non c’è

Piuttosto quel di cui si dovrebbe sentire la mancanza è un equalizzatore software. Comprendiamo che, come ci spiega Apple, i due chip H1 si occupano di migliorare la resa sonora valutando e “regolando il suono a misura delle orecchie, in base all’esatta posizione dei cuscinetti sulla testa e al livello di isolamento che sono in grado di creare”  ma cuffie di questo livello dovrebbero permettere anche una più precisa equalizzazione e personalizzazione del suono a seconda del gusto di chi ascolta. Si tratta di una scelta che deriva dalla onnipresente convinzione da parte di Apple di sapere “quel che è buono per noi”. Accade, ad esempio, nell’apparato fotografico dell’iPhone dove il processore prova a leggerci nel pensiero cercando di riprodurre quel che, secondo lui, abbiamo visto in un panorama o una scena catturata con uno scatto fotografico. Apple è stata frequentemente criticata per questo e ora offre un formato, Apple ProRAW, che consente di manipolare le immagini. Sarebbe troppo auspicare che ci sia un Apple ProRAW del suono con la possibilità di lasciare decidere colore e tonalità della musica a chi ascolta?

Il cavo che non c’è

Abbiamo detto che nel padiglione destro c’è la porta Lightning che ha una doppia funzione: ricaricare le cuffie attraverso il cavo USB-C su Ligthning, incluso nella confezione e permettere il collegamento fisico delle cuffie escludendo il Bluetooth usando un cavo Lightning su jack 3,5mm che invece non è incluso nella confezione. In pratica se si volessero usare le cuffie in modalità “wired” magari per collegarsi sistema di intrattenimento di bordo di un aereo (non certo un’ipotesi remota visto che parliamo di cuffie antirumore) oppure collegare le AirPods Max ad un amplificatore o un DAC, operazioni imprescindibili per i puristi del suono, si devono sborsare altri 35 euro.

Anche qui, come per la questione equalizzatore, la scelta di Apple non è nuova ma  sostanzialmente in linea con tante altre che le abbiamo visto compiere in fatto di accessori, ma questo non contribuirà a dissipare le accuse di taccagneria. Un cavo che costa qualche decina di centesimi di euro in materiali non avrebbe rovinato il fatturato di Cupertino e sarebbe stato un atto di cortesia e riconoscenza verso chi ha speso 630 per un paio di cuffie.

Recensione AirPods Max
Il connettore Lightning

Come suonano le Airpods Max

Veniamo al dunque, la domanda fondamentale: come suonano le AirPods Max? La risposta non è difficile: suonano molto bene, ovviamente molto meglio dei non impeccabili Airpods e anche meglio degli invece non disprezzabili Airpods Pro. Dopo un rodaggio durato una decina di ore, siamo pronti a dire che l’ascolto della musica prodotta dalle Airpods Max è a livelli di eccellenza.

I bassi, come è possibile percepire seguendo il filo conduttore di brani come It Ain’t Hard to Tell dei Nas, Silent Shout di The Knife o Metronimic Underground di Stereolab, sono in un tempo potenti e ben controllati. Alzando il volume suonano profondi, rotondi ma senza mai sconfinare in eccessi che li renderebbero non naturali o distorti. Riducendo il volume, i bassi restano comunque molto percepibili senza soffocare le frequenze più alte.

Il bilanciamento della musica è encomiabile. Alti, medi e mediobassi viaggiano su un binario parallelo, trattati allo stesso modo; lo si percepisce chiaramente quando si ascoltano brani complessi e che richiedono la massima democraticità come Cajun Interlude di Adrian Legg, River and Sticks di Oakhurst o Wilderness di Explosion in The Sky.

Le Airpods Max non peccano neppure per definizione; la voce e i respiri di Florence Welch in Hunger sono assolutamente reali; le cuffie ci mettono davanti agli occhi le bacchette che passano tra rullante e timpani in Take Five di The Dave Brubeck Quartet e ci sembra di vedere le mani che pizzicano le corde delle chitarre in Chan Chan dei Buena Vista Social Club.

Airpods Max, primo contatto: materiali top e custodia flop

Effetto palco e spazialità? Eccellenti. Basta ascoltare il coinvolgente Now We Are Free dalla colonna sonora del Gladiatore o Caribbean Blue di Enya e il trionfo di Hunter di Bjork. Un brano classico come l’Estate delle quattro stagioni di Vivaldi l’ascoltiamo letteralmente posizionati in mezzo all’orchestra; le AirPods Max suonano grandiose e avvolgenti nel quarto movimento della sinfonia n.9 di Beethoven.

Non siamo riusciti a trovare brani musicali che non suonano realistici e naturali. Ma personalmente siamo rimasti impressionati da brani di musica classica, jazz e acustica che risultano, alle nostre orecchie, pressochè perfetti.

Recensione AirPods Max
Si intravede uno dei driver da 40mm alla base della qualità musicale delle AirPods Max

Il limite dei Codec

Se le AirPods Max suonano in maniera encomiabile, questo avviene grazie soprattutto all’hardware: driver da 40mm, due processori H1 che gestiscono il suono, i microfoni per ottimizzazione del suono con equalizzazione attiva e soppressione del rumore, ma per quel che riguarda il software, altra componente fondamentale, c’è una lacuna. Le cuffie Apple offrono solo il supporto al Codec AAC, una tecnologia che diversi siti specializzati sostengono oltre al resto efficiente unicamente nel mondo Apple; non c’è alcuna compatibilità con altri codec per suono ad alta risoluzione come aptX, aptX HD o LDAC. Questo probabilmente non è importante per il mondo Apple e il target delle AirPods Max, ma certamente si traduce in una limitazione che altre cuffie non hanno.

Audio spaziale

Un altro asso nella manica delle AirPods Max è nell’audio spaziale, una tecnologia “che – dice Apple offre un rilevamento dinamico della posizione della testa per simulare l’esperienza audio surround”. Nei fatti con un dispositivo recente con iOS14 o iPadOS 14 e un’app supportata (per ora Disney Channel e AppleTV+ quando la traccia audio è registrata in 5.1, 7.1 e Dolby Atmos) “Il campo sonoro resta ancorato al dispositivo e la voce rimane con l’attore o con l’azione sullo schermo”.

Questo sistema, similmente a Dolby Atmos per le cuffie e al futuro PS5 3D Audio ci mette al centro di uno spazio tridimensionale molto simile a quello del cinema, un suono aperto e ampio che si somma ad un potenziamento dei bassi per simulare la presenza di un Subwoofer. Le AirPods Max primeggiano sulla concorrenza anche per questo “trucco” che conta sul giroscopio delle cuffie e sui sensori degli iPhone.

Recensione AirPods Max

Abbiamo provato ad ascoltare un episodio di Mandalorian e la battaglia finale di Avengers End Game sgranando gli occhi, anzi le orecchie a quel che ci veniva fornito dalle cuffie Apple. I nostro iPad si è trasformato nello schermo della nostra sala cinematografica individuale da cui arrivavano la colonna sonora principale e il parlato, molto chiaro e definito; intorno a noi c’erano altoparlanti virtuali supportati da bassi convincenti e coinvolgenti. Benché siamo ovviamente distanti dalle prestazioni di un vero impianto home cinema, si tratta di qualche cosa di impressionante e largamente superiore ad ogni esperienza “stereo”.  Sarebbe straordinario se la stessa tecnologia, oggi compatibile con tutti i dispositivi mobili lanciati dal 2017 funzionasse anche con la Apple Tv. Attualmente in pratica è utile solo mentre si usano le cuffie in viaggio perchè ci sembra piuttosto improbabile che qualcuno con una Tv a disposizione si metta in salotto a guardare un film su un iPhone o un iPad.

Recensione AirPods Max

Antirumore

Se le Airpods Pro sono al top nella musica, altrettanto dobbiamo dire nella riduzione del rumore. La tecnologia ANC implementata da Apple nelle sue cuffie offre risultati superiori a quelle di qualunque altro auricolare antirumore che abbiamo provato recentemente, inclusi i Bose Quiet Earbuds oltre che gli Airpods Pro e al pari di quella dei migliori della classe come le Bose 700. Il merito è sia dei sistemi di soppressione del rumore ma anche dei padiglioni auricolari che danno un deciso contributo all’insonorizzazione passiva.

Visto il periodo che stiamo vivendo non abbiamo potuto testare le cuffie in aereo o in treno i cui ambienti rappresentano un parametro per l’efficacia della soppressione del rumore,  ma ci siamo aiutati con il digitale, la soundbar della nostra TV e YouTube riproducendo il suono di cabina di un Boeing 777, il rumore dei motori di un Airbus, lo sferragliare di un convoglio ferroviario, un ambiente molto reso rumoroso da voci umane. Quando il suono ha una frequenza bassa, univoca e costante, viene totalmente annullato, quando tocca molteplici frequenze oppure è acuto viene notevolmente attuato e basta anche un volume medio basso della musica per far sparire tutto quello che ci circonda.

L’unico limite delle Airpods Max in fatto di tecnologia ANC è nella mancanza di un sistema di regolazione del livello della soppressione del rumore che invece hanno, ad esempio, le Bose 700.

Le cuffie Apple, come gli Airpods Pro, hanno solo la modalità trasparenza. che però è molto efficiente. Come sa chi ha già provato questa tecnologia negli AirPods Pro, non consiste nella disattivazione dell’ANC, si tratta piuttosto di un sistema che permette di percepire quel che succede intorno a noi facendo passare il suono che ci circonda catturato dai microfoni esterni. L’effetto prodotto è particolarmente naturale e convincente.

Batteria

Apple sostiene che le Airpods Max hanno una autonomia di 20 ore. Un traguardo che in effetti abbiamo raggiunto e facilmente superato (21 ore circa) usando le cuffie al 50% del volume con il sistema di soppressione del rumore attivato. La ricarica avviene attraverso il cavo Lighting su USB-C che ripristina la completa capacità delle batterie in un paio d’ore, ma anche usando un altro cavo USB-A i tempi non dovrebbero allungarsi troppo se si fa eccezione per il fatto che, come in altre cuffie e auricolari, nelle Airpods Max c’è una modalità “fast fuel” che in cinque minuti porta l’autonomia da zero a 90 minuti. Se si vuole avere questo spunto iniziale è indispensabile avere un caricabatterie USB-C.

Nelle cuffie Apple manca il tasto di accensione e spegnimento. Le AirPods Max infatti, come abbiamo detto e come spiega Apple, vanno in modalità basso consumo da sole, dopo alcuni minuti (oppure mettendole nella custodia-borsetta); successivamente se l’inattività continua si mettono in ibernazione. Questo avviene dopo 18 ore nella custodia (o 27 ore senza custodia), questa modalità equivale più o meno ad un vero spegnimento visto che viene disattivato anche Bluetooth. Pur comprendendo che eliminando il tasto “on-off” si rafforza l’impianto minimalista delle Airpods Max, avere avuto un modo per spegnere e accendere le cuffie sarebbe stato forse più intuitivo.

Airpods Max, primo contatto: materiali top e custodia flop

Conclusioni

Le Airpods Max sono cuffie di eccellenza. Sono straordinariamente comode, costruite con materiali di pregio e offrono un design che, per quanto soggettivo, le rende uniche e distintive. La qualità della musica che riproducono è al massimo delle tecnologie wireless e il sistema di soppressione del suono rivaleggia con quello dei campioni del mercato, Bose e Sony. Infine sono perfettamente integrate con il sistema dei dispositivi Apple e offrono l’entusiasmante ed esclusivo Audio Spaziale. Le consiglieremmo senza battere ciglio sicuri di non deludere nessuno non fosse che stiamo parlando di cuffie da 630 euro, un prezzo a fronte del quale dovrebbero essere assolutamente perfette sotto ogni punto di vista, cosa che invece non sono.

Dovrebbero essere cuffie per audiofili ma in realtà sono solo cuffie Bluetooth, una tecnologia apprezzata dai veri audiofili quando un insetto nella minestra; mancano di supporto di diversi Codec Audio ad alta fedeltà e di equalizzazione software; per essere collegate con un cavo in contesti come il volo in aereo, una funzione di base, costringono a spendere altri 35 euro; hanno una custodia che non sappiamo se considerare più inaccettabile o ridicola; le migliori e più distintive tecnologie funzionano solo usando un iPhone o un iPad. Infine ci sono cuffie di qualità musicale comparabile che costano meno della metà.

Insomma: per quel che costano non possono essere le cuffie per chi vuole semplicemente un buon prodotto e per quel che offrono non lo sono neppure per chi vuole il massimo in assoluto in fatto di qualità musicale e non.

Per chi sono, dunque le AirPods Max? La risposta che ci siamo dati è che sono le cuffie per tutti coloro, qualunque sia la ragione, pensano che si possa e valga la pena di spendere 630 euro per un paio di cuffie.  Del resto se ci sono persone che pensano che sia possibile spendere mille euro per un paio di ottime sneakers di Gucci oppure 5000 euro per una eccellente borsa di Chanel quando ci sono ottime sneakers da 150 euro o borse eccellenti da 400 euro, ci sono certamente anche persone che pensano che sia possibile spendere 630 euro per un paio di eccellenti cuffie, quando ci sono eccellenti cuffie che costano 300 euro.

Pro

  • Straordinariamente comode
  • Qualità dei materiali
  • Suono al top della tecnologia Bluetooth
  • Efficacia del sistema antirumore
  • Tecnologia Audio Spaziale entusiasmante

Contro

  • Quasi prive di senso fuori dall’ecosistema Apple
  • Incomprensibile mancanza di un cavo per connessione fisica
  • Custodia sconcertante
  • Mancanza di supporto dei Codec più diffusi
  • Prezzo largamente sopra a quello del mercato

Airpods Max, primo contatto: materiali top e custodia flop

Prezzo e disponibilità

Le Airpods Max sono disponibili in cinque colori: argento, nero siderale, rosso, verde e azzurro. Hanno un prezzo di 629 euro e sono disponibili presso gli Apple Store e i rivenditori Apple. On line si possono acquistare (al momento con lunga attesa per la consegna) su Apple Store. Amazon offre le cuffie allo stesso prezzo di Apple e spesso le presenta in consegna rapida.

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