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Riflessioni di metà  expo

Non abbiamo cifre ufficiali ma dalle nostre visite tra gli stand e dalle impressioni degli stessi espositori l’Expo 2002 sta avendo un successo oltre le previsioni.
Con un mercato IT in generale contrazione può essere sorprendente constatare come rispetto alla manifestazione di due anni fa realizzata ancora in una fase espansiva dell’economia e dell’interesse verso la tecnologia, l’Expo di quest’anno veda un aumento dello spazio espositivo e la presentazione di una grande varieta’ di hardware e software per Mac.

Se l’hardware non e’ di per se’ una sorpresa visto che le periferiche usano standard di collegamento comuni tra Mac e PC che solo negli ultimi mesi ha scoperto Firewire a livello di massa e che qualsiasi periferica con basse richieste di velocita’ di trasmissione e’ disponibile con interfaccia USB, quello che stupisce anche l’utente italiano più smaliziato e’ la notevole presenza di soluzioni software, magari multipiattaforma, magari di derivazione Unix (grazie al facile porting verso Mac OS X) che coprono campi in cui il Mac non e’ tradizionalmente forte.
Un esempio per tutti la disponibilita’ di pacchetti di contabilita’ generale o dedicata a varie tipologie utenza che qui vengono reclamizzati con i mezzi e l’evidenza di pacchetti per la grafica.
Questo si riflette non solo negli stand del Padiglione 4 della fiera ma anche nei punti vendita della città .
Se avete l’occasione di visitare il Virgin Megastore degli Champs Elysée (aperto fino a tarda ora nel centro di Parigi) potrete trovare in bella mostra pacchetti multipiattaforma di ogni tipo: dal gestionale all’Education, dalla visita virtuale alle citta’ e ai luoghi storici alle enciclopedie.

Tornando all’Expo, dopo un primo giorno in cui la folla era composta dai curiosi capitati sul posto grazie alla risonanza dell’evento mediatico del keynote, al battage pubblicitario con affissioni e redazionali delle maggiori testate giornalistiche e dai fan più accaniti reduci dalla presentazione di Steve Jobs, e’ il momento della “competenza” dei visitatori che giungono in fiera non solo per curiosare ma per acquistare direttamente Computer, periferiche, accessori e affollano i megastore virtuali o i piccoli punti vendita per sfruttare le offerte pubblicizzate in interminabili elenchi multipagina (si veda il nostro servizio fotografico su questa pagina).

La competenza stupisce un pò anche gli espositori da noi consultati: l’utente che si aggira tra gli stand è informato, mira dritto alle soluzioni, fa domande intelligenti e quando non conosce il Mac cerca di mettere in difficoltà  l’operatore con paragoni mirati con il mondo PC.

Questa preparazione è probabilmente merito anche di una buon livello di informazione grazie ai numerosi siti web in lingua che affollano il panorama internet francese e alla pubblicazione di numerose riviste Mac: ne esiste persino una dedicata alle “competenze Unix” del computer con la Mela dal nome Precision Mac!

Quello che forse manca ancora all’Expo, per contrappasso rispetto a dimensione ed interesse, e’ la dimensione “europea” dell’evento: anche se quest’anno tutti gli stand si parla perfettamente anche l’inglese e i prezzi sono tutti con l’inevitabile indicazione in Euro c’e’ l’evidente difficoltà  a rendere l’Expo accessibile a chi non conosce le due lingue principali del continente: anche le aziende come Sonnet che due anni fa si erano attrezzate con depliant in italiano ora si affidano alla preparazione e alla simpatia di qualche operatore che si difende con il nostro idioma.

Apple ha scelto di non partecipare ufficialmente a fiere non specialistiche nel nostro continente e questo porta i suoi frutti nel successo di manifestazioni come questa per coloro che sono avidi di conoscere tutti gli aspetti del mondo Mac, quello che auspichiamo è che dedichi faccia sentire di più la sua presenza agli eventi nazionali come quello londinese di Novembre o al nostro primaverile Digital Culture.

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