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Tesla sotto accusa, sapeva dei difetti ma incolpava gli utenti

Tesla sapeva di parti e componenti difettosi soggetti a guasti frequenti, ciò nonostante avrebbe incolpato gli utenti per utilizzo improprio, inoltre posticipando il più possibile i richiami.

Ecco come Tesla avrebbe indebitamente caricato i costi delle riparazioni ai suoi clienti, riuscendo così a risparmiare decine di migliaia di dollari. Lo racconta Reuters attraverso un report bomba pubblicato nelle scorse ore, dal quale emergono fatti e misfatti della società guidata da Elon Musk.

I casi citati dal documento riguardano soprattutto i problemi legati alle sospensioni e allo sterzo, per i quali per lungo tempo Tesla ha negato o riconosciuto soltanto parzialmente di avere una qualche colpa. Il più delle volte – spiegano – hanno detto che tali problemi derivavano da precedenti danni o abusi da parte del conducente, senza neppure curarsi del fatto che magari il veicolo era stato appena acquistato.

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Alcuni episodi

Come ad esempio nel caso di Shreyansh Jain, incappato in un crollo delle sospensioni di Tesla Model Y del 2023 in suo possesso da meno di 24 ore. In quell’occasione l’azienda disse che il guasto era stato causato dalla separazione tra il braccio di controllo inferiore e il fuso a snodo e un rappresentate del reparto assistenza, a seguito di un’ispezione dell’auto, dichiarò che non c’era «nessuna prova di danni esterni».

Eppure, circa una settimana dopo, Tesla si dispensava da ogni colpa con una lettera in cui scriveva che «un precedente danno esterno alla sospensione anteriore destra» fosse la causa del problema, di conseguenza la riparazione doveva pagarsela da solo.
Secondo l’indagine, Jain non sarebbe il solo al quale le sospensioni del veicolo sono crollate subito dopo l’acquisto e senza alcun incidente.

Un altro caso è quello di Trace Curry, un chirurgo del Cincinnati, che nel corso del tempo ha pagato 110.000 $ per riparare la sua Tesla Model X acquistata nel 2016. Ha sostituito due volte il braccio di controllo (la prima in garanzia e la seconda a sue spese), le sospensioni, l’asse del motore e due volte il semiasse anteriore (la prima in garanzia).

Secondo l’indagine, Tesla sapeva fin dall’inizio che molte di queste parti avevano un alta percentuale di guasto, ma avrebbe deliberatamente atteso che ciò avvenisse al di fuori della garanzia.

Un altro – Andrew Lundeen – ha dovuto tirare fuori di tasca sua 4.400 $ per sostituire la cremagliera dello sterzo e altre parti annesse perché si erano corrose a seguito di un autolavaggio, sebbene un dipendente Tesla gli abbia assicurato che quello fosse un problema noto. La giustificazione di Tesla? «non siamo un’azienda centenaria come GM e Ford, quindi non abbiamo ancora risolto tutti i bug».

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I richiami? rimandare ad oltranza

In altri casi la società invece avrebbe deliberatamente ritardato il richiamo per anni, come nel caso di un collegamento parte delle sospensioni di alcuni veicoli, sostituiti gratuitamente in Cina soltanto dopo quattro anni di estenuanti pressioni dei regolatori del paese; per quelle stesse componenti, sia in USA che in Europa, non c’è stato alcun richiamo.

Parola d’ordine: sottacere

Dall’indagine spunta anche una nota interna del 2019 in cui Tesla invita i centri assistenza ad attribuire la colpa per «l’uso improprio del veicolo» citando «l’urto di un marciapiede o altri impatti eccessivi e forti» in modo da caricare il costo delle riparazioni al cliente. «Abuso» e «uso improprio» appaiono come condizioni nel contratto di Tesla così da dare all’azienda ampi margini di manovra – scrivono – per rifiutare le riparazioni in garanzia.

Un prezioso rapporto lungo quasi 5.000 parole, quello pubblicato da Reuters, che comunque vale la pena di leggere, soprattutto se si è proprietari di un’auto Tesla per la quale è già accaduto di dover pagare una riparazione sospetta di tasca propria.

Tecnologia, Veicoli, Destinazioni, Applicazioni: tutto quello che c’è da sapere sul mondo della mobilità è raccontato nella sezione ViaggiareSmart di  macitynet.

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