Apple muove alcuni incerti passi nel campo dell’Intelligenza Artificiale, ma nonostante ritardi e polemiche, incertezze e promesse non ancora mantenute, agli americani piace al punto da essere, in futuro, disposti a pagare fino a 20 dollari al mese per averla.
Lo si apprende da un sondaggio condotto da The Harris Poll per Bloomberg, dal quale emerge che ben il 45% degli utenti iPhone negli Stati Uniti è propenso all’idea di un abbonamento per accedere alle funzioni di intelligenza artificiale sviluppate da Apple.
I numeri sono anche più stupefaceti se si guarda alla soglia di spesa: il 28% sarebbe disposto a spendere tra i 10 e i 20 dollari al mese, mentre il 24% si fermerebbe su una fascia tra 1 e 10 dollari.
Ma non è solo una questione di soldi: il 70% degli intervistati ha espresso un parere positivo sull’integrazione dell’AI nei dispositivi Apple, e questo avviene mentre l’Ai oggi in servizio è limitata negli scopi e nelle funzioni e manda del tutto di concretezza sulle prospettive future, tempistiche incluse.
A rafforzare questo scenario che in definitiva dovrebbe suscitare ottimismo a Cupertino, c’è anche una seconda analisi condotta da Morgan Stanley e pubblicata da Seeking Alpha.
Secondo questa fonte, l’adozione iniziale delle funzioni AI di Apple, arrivate in Italia con iOS 18.5, sarebbe “più forte del previsto”, con segnali di utilizzo concreto consistenti e una reazione positiva dell’utenza superiore alle attese anche se non capisce bene quali siano le attese di chi ha risposto al questionario.
La forza del brand come leva psicologica
Questi dati, messi insieme, raccontano un fenomeno piuttosto raro nel mondo tech: un prodotto ancora in via di sviluppo, incompleto e criticato, che riesce già a conquistare il pubblico sulla sola base del marchio.
È in azione l’effetto Apple: Cupertino ha mostrato poco, ma c’è la convinzione che nella tradizione del marchio, quando quel che deve arrivare, arriverà, lo farà con il consueto mix di potenza, privacy e integrazione profonda nell’ecosistema. E questo sembra bastare a convincere milioni di utenti.
È il potere del brand, che funziona da garanzia, al punto che molti sono già pronti a sborsare decine di dollari al mese per un servizio di cui non conoscono né le funzioni né i limiti e ad applaudirne le funzioni attuali per quando comparate con quelle di altre piattaforme, Android per citarne una, sono largamente lacunose.
WWDC 2025: tutto si gioca a giugno
Un punto di svolta potrebbe avvenire alla WWDC 2025, quando iOS 19 dovrebbe finalmente svelare le carte di Apple Intelligence — o meglio, mettere dei paletti certi su Siri potenziata da LLM, riassunti intelligenti di messaggi, scrittura assistita, automazioni più naturali e sperabilmente anche qualcosa di davvero distintivo rispetto alla concorrenza.
Se arrivasse al dunque Apple avrebbe dimostrato che l’arrancare degli ultimi mesi non è stato un semplice tentativo di rincorsa, ma un ammonimento raccolto che l’ha spinta a riversare tutte le risorse di cui è capace in un progetto su cui aveva erroneamente sbagliato i calcoli. Se deludesse ancora le attese sarebbe un disastro.












