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Apple Intelligence nel mirino dell’authority USA per la pubblicità

Apple Intelligence crea ancora grattacapi per il colosso di Cupertino, questa volta sul fronte della pubblicità e di una nuova causa legale incombente. Non si tratta solo dei ritardi nell’integrazione in Siri, della necessità di rivoluzionare il team di sviluppo o delle funzioni limitate al lancio: nel gioco sono entrate anche la National Advertising Division (NAD) e una causa legale per pubblicità ingannevole e concorrenza sleale.

La NAD, l’organismo statunitense che vigila sulla correttezza della pubblicità, ha contestato la dicitura “Available Now” utilizzata da Apple nelle pagine ufficiali e nei video promozionali dell’Apple Intelligence. Diverse funzionalità, tra cui quelle basate sulla nuova Siri potenziata dall’AI, non erano affatto disponibili al momento del lancio dei nuovi iPhone, ma sarebbero arrivate solo nei mesi successivi.

La NAD ha contestato anche il claim  “disponibili ora” su alcune delle principali funzioni di Apple Intelligence, tra cui: Priority Notifications, Genmoji, Image Playground, integrazione con ChatGPT e la nuova Siri AI. Nessuna di queste era effettivamente utilizzabile al momento dell’uscita degli iPhone 16.

Tutta la WWDC24 in pillole

Secondo la NAD, queste affermazioni trasmettevano un messaggio ingannevole, inducendo i consumatori a credere che tutte le funzioni AI fossero già operative. La nota a piè di pagina che specificava il rilascio posticipato è stata considerata troppo vaga e poco visibile rispetto al posizionamento grafico e testuale della comunicazione.

Apple inizialmente ha difeso la propria posizione, sostenendo che ciò che era effettivamente disponibile al lancio giustificava la dicitura. Tuttavia, in seguito ha rimosso la frase contestata sia dal sito web che dal materiale promozionale, pur dichiarando di non condividere il giudizio della NAD.

L’azienda, nelle passate settimane, aveva anche rimosso un video intitolato More Personal Siri, che mostrava funzionalità non ancora accessibili e alcune addirittura ancora non sviluppate. La cancellazione è avvenuta dopo avere ammesso pubblicamente i ritardi su Siri con Ai.macitynet.it

Ora c’è anche una causa legale

A complicare la situazione è arrivata anche una class action intentata presso una corte federale. Secondo i promotori, Apple avrebbe indotto in errore i consumatori, spingendoli ad acquistare iPhone 16 convinti che le funzionalità AI fossero già operative. Si parla di violazione delle leggi sulla pubblicità e sulla concorrenza leale.

Come sottolinea Gizmodo, Apple in realtà non è la sola ad adottare questa strategia: anche Google e Microsoft hanno presentato funzionalità AI “in rollout” come se fossero già disponibili. Tuttavia, nel caso di Apple, il linguaggio così netto e il posizionamento dell’AI come punto centrale della nuova generazione di dispositivi hanno reso il caso più evidente e criticabile.

Tutte le notizie che parlano di Intelligenza Artificiale sono disponibili nella sezione dedicata di macitynet.

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