Apple ha rinunciato alla sua automobile, ma non all’idea di ridefinire il concetto di automobile. Dopo anni di sviluppo, prototipi e strategie incerte, come ben noto Cupertino ha deciso di abbandonare il progetto Titan, l’idea costata decine di miliardi di costruire un’auto elettrica a guida autonoma che avrebbe dovuto competere con Tesla, ma non ha abbandonato l’idea di mettere piede nel lucroso ambito dell’automotive.
Il risultato è CarPlay Ultra, un sistema operativo travestito da interfaccia, un’estensione di iPhone che entra nella cabina di guida e si prende lo spazio che una volta era di lancette e spie e più recentemente di schermi che presentano indicatori dello stato di funzionamento della vettura.
CarPlay Ultra non è solo un aggiornamento del classico CarPlay (qui la nostra guida completa), ma qualcosa che modifica il modo di percepire il veicolo. A giudicare dalle prime dimostrazioni, è un’esperienza che affascina ma anche che nello stesso tempo ha la potenzialità di suscitare controversie e forse anche un ostracismo.
Proviamo a capire perché, spiegando dettagliatamente che cosa è CarPlay Ultra, come funziona e come si usa.
Che cos’è CarPlay Ultra
CarPlay Ultra è l’evoluzione più radicale mai realizzata da Apple nel mondo dell’infotainment automobilistico. La versione precedente, oggi presente su milioni di veicoli, è una sorta di prolungamento dell’iPhone: riproduce alcune funzioni dell’iPhone portando sul display centrale alcune selezionate applicazioni Apple (mappe, musica, messaggi, podcast, telefono) e di terze parti, anche queste selezionate. Tutto rimane confinato in una finestra, comodo da raggiungere ma limitato e soprattutto separato dal sistema operativo originale del veicolo.
Con CarPlay Ultra cambia tutto. Il nuovo sistema non si limita più ad un solo display, ma si espande all’interno di tutta l’auto, occupando anche il cruscotto vero e proprio, lo schermo del passeggero (dove presente) e ogni altro indicatore su display disponibile.
Non si tratta solo di una questione di visualizzazione. La novità più importante è che CarPlay Ultra integra i dati dell’auto, come la velocità, la carica della batteria o la temperatura, e tutto quel che arriva dalle centraline dell’automobile fondendoli con i contenuti dell’iPhone in uno scambio metodico e continuo.
Perché è diverso dal vecchio CarPlay
Il salto rispetto alla versione precedente è enorme. Se prima CarPlay era un’estensione dell’iPhone utile a sfruttarne i contenuti, con CarPlay Ultra l‘iPhone prende il controllo dell’interfaccia umana dell’autovettura.
Ne controlla il clima, la radio, la navigazione, le impostazioni di guida e persino alcune funzionalità avanzate, come le modalità sport o le configurazioni audio hi-fi. Il sistema operativo dell’auto sparisce a favore di quello imposto dall’iPhone.
La differenza è tangibile anche nel modo in cui il sistema si avvia. Una volta collegato l’iPhone – anche in modalità wireless – CarPlay Ultra parte in automatico e diventa l’interfaccia principale. Non è più necessario attivarlo, cercarlo nei menu o passare da un sistema all’altro.

Tutte le funzioni di CarPlay Ultra
Nel cruscotto digitale compaiono indicatori in stile Apple: tachimetro, contagiri, autonomia, pressione degli pneumatici, stato della batteria, con una grafica personalizzabile nei colori e nello stile.
Anche lo schermo centrale viene completamente ridisegnato. Le classiche icone CarPlay vengono affiancate da nuove app sviluppate da Apple per controllare radio, climatizzazione e impostazioni del veicolo. Il design e il controllo è quello di iOS, con una home page, un’area dedicata ai widget e una navigazione semplice basata su tocchi, swipe e comandi vocali. Tutto può essere controllato anche attraverso i comandi fisici del volante, oppure tramite Siri, che sarà in grado di gestire anche le funzioni della vettura.
L’automobile si presenta attraverso i cosiddetti “punch-through UI”: alcune schermate del software nativo dell’auto integrate all’interno di CarPlay Ultra, senza dover abbandonare l’interfaccia Apple. Questo vale, ad esempio, per i sistemi audio avanzati o per le telecamere di parcheggio.

Le reazioni di chi lo ha provato
Il cruscotto si trasforma in un’interfaccia con quadranti e layout che richiamano da vicino l’estetica di Apple Watch come dice Top Gear, mentre lo schermo centrale ospita tutte le funzioni principali del veicolo, dalle mappe alla climatizzazione. L’integrazione con Siri è più profonda, i comandi sono rapidi e l’interfaccia risponde con la consueta fluidità. L’effetto è elegante e rassicurante per chi vive già nell’ecosistema Apple.
Apple, infatti, spiega di avere collaborato con ogni casa automobilistica per offrire diverse modalità di visualizzazione, che si adattano al tipo di veicolo, al gusto del marchio e alle esigenze del conducente, ma CarPlay Ultra, una volta attivato, offre comunque lo stesso linguaggio visivo dell’iPhone.
Il font è uno solo, declinabile in pochi stili; le grafiche dei quadranti sono limitate a barre o cerchi; i widget disponibili sono pochi e disposti in moduli predefiniti; anche i colori e gli sfondi sono numericamente ristretti.
Il sistema è modulare e adattabile alle forme dei display, ma tutto resta comunque all’interno di una gabbia estetica e funzionale decisa da Apple. Il risultato finale è che, anche con loghi e tinte diverse, l’auto diventa una sorta di iPhone a 4 ruote. E questo potrebbe non piacere a tutti.
Alcuni osservatori, in particolare tra gli appassionati di design automobilistico, sottolineano che l’estetica Apple rischia di cancellare la creatività e in definitiva la personalità dei brand.
Quali sono i costruttori coinvolti
Oggi CarPlay Ultra è disponibile solo su alcuni modelli Aston Martin venduti in Nord America con i modelli DB12 e DBX 707. Apple ha però confermato l’adesione di molti altri marchi: Hyundai, Kia, Genesis, Ford, Porsche, Honda, Volvo, Renault, Land Rover, Polestar, Infiniti, Nissan, Jaguar, Lincoln, Audi e Acura.
Le tempistiche non sono ancora definite. Apple ha annunciato che gli altri costruttori a bordo del progetto inizieranno la distribuzione nei prossimi dodici mesi, ma non ha fornito un calendario dettagliato. Si può immaginare che CarPlay Ultra debutterà in vetture in arrivo nel corso del 2026 a cominciare da veicoli di fascia alta.
Un nodo cruciale: dati e controllo
Il successo di CarPlay Ultra dipenderà proprio dalle scelte dei costruttori, che stanno ancora valutando la portata della trasformazione. Mercedes-Benz, Stellantis (molto presente in Nord America) e Toyota non si sono ancora espressi in modo definitivo.
Al centro della questione c’è il controllo dei dati. Apple dichiara che tutte le elaborazioni avvengono su iPhone, senza condivisione con i costruttori. Tuttavia, ogni comando legato al veicolo attraversa i sistemi dell’auto. Questo rende difficile distinguere dove finisce l’ecosistema Apple e dove inizia quello del produttore dell’auto. Rinunciare all’interfaccia significa, per i costruttori, rinunciare anche a dati fondamentali per attivare servizi a pagamento.
CarPlay Ultra, infatti, sfrutta quella dell’iPhone, mentre i sistemi nativi spesso richiedono un piano separato. Per l’utente è un vantaggio. Per il costruttore, una perdita. General Motors prevede ricavi per 25 miliardi all’anno dai servizi digitali entro il 2030, ma se l’utente resta dentro CarPlay, quel canale si chiude.
Infine, c’è una questione strategica: integrare CarPlay vuol dire acconsentire ad Apple di raggiungere, con una strada alternativa, il traguardo del progetto Titan — conquistare l’auto senza costruirla.
Con CarPlay Ultra, Apple ottiene una nuova piattaforma hardware per i suoi servizi. Rafforza l’ecosistema, fidelizza gli utenti, entra nell’automotive lasciando ad altri rischi e costi. Per Apple, una strategia perfetta; per il mondo automotive, trasformato in fornitore di un’infrastruttura chiavi in mano, qualcosa da valutare con attenzione.
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