I problemi e i conflitti di interesse tra politica e criptovalute non toccano solo gli Usa. In Argentina da tempo il presidente Javier Milei è coinvolto in uno scontro politico con l’opposizione proprio relativo al suo coinvolgimento con il nuovo “oro digitale”. Adesso il governo argentino ha ufficialmente smantellato la Task Force Investigativa (UTI), l’organismo creato appena tre mesi fa per indagare sullo scandalo della criptovaluta Libra e sul coinvolgimento del presidente Milei e di sua sorella Karina. La decisione è stata annunciata tramite un decreto pubblicato nella gazzetta ufficiale e firmato da Milei stesso insieme al ministro della Giustizia Mariano Cúneo Libarona. Secondo il documento ufficiale, l’unità “ha adempiuto alle funzioni assegnatele”, una giustificazione che chiude di fatto l’indagine interna del governo sulla vicenda. Il provvedimento arriva in un momento politicamente favorevole per Milei, con l’inflazione in calo, il peso che si sta stabilizzando e una recente vittoria elettorale nella capitale.
Grosso guaio sulla blockchain
La vicenda ha avuto inizio a febbraio quando Milei ha pubblicamente promosso il token Libra sulla piattaforma X (ex Twitter), scrivendo: “Il mondo vuole investire in Argentina. $LIBRA”. Il messaggio ha causato un’impennata vertiginosa del valore della criptovaluta, che è arrivata a toccare i 4,5 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Poco dopo, tuttavia, il valore è crollato di oltre il 97%, stabilizzandosi a soli 14 milioni di dollari nell’arco di poche ore. Gli esperti di settore hanno definito l’operazione un classico “rug pull”, ovvero una truffa in cui gli sviluppatori lanciano un token crypto, attirano investitori e poi rapidamente incassano e spariscono.
Le indagini hanno rivelato che un ristretto numero di portafogli digitali, che controllavano la maggior parte dei token Libra, hanno venduto dopo la pubblicazione di Milei, causando il tracollo della valuta. Numerosi piccoli investitori hanno presentato denunce, sostenendo di essere stati ingannati da quello che ritengono un sistema di manipolazione del mercato in cui potrebbero essere coinvolti alti funzionari governativi. Si stima che questa operazione abbia permesso agli insider di guadagnare oltre 100 milioni di dollari, mentre gli investitori al dettaglio hanno subito perdite significative.
La UTI aveva la responsabilità di raccogliere documenti da enti pubblici e internazionali, rispondere alle richieste dei tribunali e segnalare eventuali tentativi di manipolazione delle prove. Con la sua chiusura, termina l’indagine dell’esecutivo sul caso, ma non è finita qui però perché altre inchieste continuano su fronti diversi. Gli osservatori politici sottolineano come la tempistica dello smantellamento coincida con un momento di forza politica per Milei, come ha evidenziato James Bosworth, fondatore della società di consulenza sui rischi Hxagon: “Non c’è momento migliore per lui per chiudere questa indagine”.
L’inchiesta giudiziaria prosegue
Secondo quanto viene spiegato dagli organi di informazione internazionali nonostante la chiusura della commissione governativa, l’indagine giudiziaria sul caso Libra continua sotto la direzione della giudice federale María Servini. La magistrata ha ordinato alle banche di fornire accesso ai registri finanziari dei principali sospettati, inclusi il presidente Milei e sua sorella Karina. L’ordine giudiziario richiede dati completi sull’attività finanziaria a partire dal 2023, compresi registri bancari, titoli e qualsiasi crescita patrimoniale sospetta. L’indagine sta seguendo i flussi di denaro per determinare eventuali collegamenti tra la promozione della criptovaluta e guadagni illeciti.
Anche il Congresso argentino ha creato ad aprile una commissione speciale d’inchiesta composta da 28 parlamentari. Tuttavia, questa commissione non ha ancora iniziato i procedimenti formali. Il ministro della Giustizia Cúneo Libarona e il ministro dell’Economia Luis Caputo erano stati convocati per comparire il 14 maggio ma non si sono presentati. La commissione parlamentare rappresenta un altro fronte investigativo che potrebbe mantenere viva l’attenzione sul caso nonostante i tentativi del governo di chiudere la questione.
Il conflitto politico e istituzionale
Le critiche dell’opposizione non si sono fatte attendere dopo l’annuncio della chiusura della UTI. La deputata Julia Strada ha dichiarato su X che “La UTI è sempre stata una facciata”, mentre il parlamentare Estebán Paulon ha commentato: “La maschera è caduta. Sono esperti in impunità”. L’opposizione sostiene che l’intero apparato investigativo creato dal governo fosse solo un tentativo di controllo del danno senza reale volontà di arrivare alla verità. Intanto, in modo interessante, il valore del token Libra ha registrato un balzo di oltre il 60% nelle 24 ore successive all’annuncio della chiusura dell’indagine governativa.
Lo scandalo solleva anche interrogativi sul ruolo di Karina Milei, sorella e stretta collaboratrice del presidente. La donna è stata accusata di accettare tangenti in cambio dell’organizzazione di incontri con il presidente, con Hayden Davis, il presunto ideatore dello scandalo Libra, tra coloro che avrebbero ottenuto tale accesso. Durante la campagna elettorale del 2023, mentre Milei era ancora parlamentare, lui e la sorella organizzavano cene con imprenditori durante le quali raccoglievano 20mila dollari dagli ospiti. I pagamenti venivano ricevuti in contanti, senza documentazione, e non sono inclusi nei rapporti di finanziamento della campagna elettorale di Milei.
Le difese del presidente e i precedenti
Il presidente Milei ha costantemente negato di aver promosso attivamente la criptovaluta, affermando in un’intervista precedente di aver condiviso informazioni su $LIBRA in buona fede, credendo che potesse beneficiare gli imprenditori argentini. Ha riconosciuto le conseguenze come “uno schiaffo in faccia” ma ha minimizzato l’impatto sugli investitori argentini, sostenendo che la maggior parte dei trader colpiti fossero esperti di mercati volatili. Le sue dichiarazioni non hanno però placato le critiche né fermato le indagini in corso.
Gli analisti blockchain hanno precedentemente collegato gli insider di $LIBRA ad altri progetti controversi, incluso il token $MELANIA (legato al presidente americano Donald Trump), sollevando preoccupazioni su pratiche di trading coordinate. Questo non è il primo caso di controversia crypto che coinvolge Milei. Nel 2022, era stato denunciato per aver presumibilmente promosso una piattaforma crypto che prometteva alti rendimenti. La chiusura dell’organismo investigativo potrebbe aiutare Milei a evitare ulteriori controlli in vista delle prossime elezioni di medio termine in Argentina.
Cos’è e perché funzionano queste “truffe”?
I meme coin come LIBRA, spesso basati sulla cultura di internet, hanno invaso il mercato delle criptovalute negli ultimi anni. Sebbene la maggior parte manchi di valore reale, generano frequentemente clamore ed estrema volatilità. All’inizio di quest’anno, anche un token TRUMP basato su Solana ha fatto notizia, suscitando preoccupazioni etiche dopo un’oscillazione drammatica dei prezzi e un continuo scrutinio da parte dei legislatori statunitensi. Il caso argentino si inserisce quindi in un contesto più ampio di preoccupazione globale sulla regolamentazione dei crypto asset e sul loro utilizzo in operazioni speculative.
La vicenda Libra rimane un punto di contesa significativo nel panorama politico e finanziario argentino, nonostante il tentativo del ramo esecutivo di chiudere la propria indagine. L’inchiesta giudiziaria in corso, con la sua attenzione alla trasparenza finanziaria e ai presunti guadagni illeciti, assicura che lo scandalo continuerà a essere oggetto di dibattito pubblico nei prossimi mesi. Per Milei, che ha fatto della libertà economica e dell’indipendenza finanziaria pilastri della sua campagna, le ombre sul caso Libra rappresentano una sfida alla credibilità che potrebbe avere ripercussioni politiche a lungo termine.












