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Proton fa causa ad Apple per le commissioni di App Store

Proton, azienda di Ginevra nota per l’omonimo servizio di posta elettronica crittografata che conta centinaia di milioni di utenti, ha avviato una causa negli Stati Uniti accusando Apple di violare le leggi antitrust.

Tecnicamente Proton si è unita ad una esistente class action contro Apple avviata da alcuni sviluppatori sudcoreani, ma ha depositato una sua denuncia. In un post sul blog aziendale, Proton spiega che le policy dell’App Store sono da tempo considerate anticoncorrenziali e illegali in diverse giurisdizioni in tutto il mondo.

Lo sviluppatore evidenzia la multa da 500 milioni di euro ricevuta da Apple nell’UE per aver imposto restrizioni agli sviluppatori, ma anche la vittoria di Epic nel caso che ha visto contrapposta la Mela con lo sviluppatore di giochi, così come la necessità di fermare comportamenti anticoncorrenziali evidenziata da cause intentate in Regno Unito, Brasile, nei Paesi Bassi e in Corea del Sud.

Proton spiega che futuri accordi o sentenze dovranno avere un “impatto decisivo” nelle policy dell’App Store e non semplici “cambiamenti superficiali”. Secondo l’azienda elvetica, le commissioni richieste da Apple incoraggiano il modello di “capitalismo di sorveglianza” sfruttato da aziende quali Meta e Google, danneggiando piccole aziende focalizzate sulla privacy che non monetizzano i dati. Le app gratuite che sfruttano dati non pagano commissioni a Apple, ma quelle che offrono servizi in cambio di denaro devono dare una percentuale a Apple.

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A detta di Proton, il controllo che Apple esercita sull’App Store concede alla multinazionale di Cupertino troppo potere sulla distribuzione delle app, un problema quando ad esempio Apple deve conformarsi a richieste governative di rimozione di contenuti in varie parti del mondo.

Proton lamenta l’impossibilità di rinviare gli utenti a FAQ e pagine di supporto dalle app per via di restrizioni sui link imposte da Apple, scelta che è vista come esperienza negativa per i consumatori. L’azienda svizzera evidenzia inoltre l’impossibilità di offrire prezzi più bassi agli utenti per via della necessità di pagare le commissioni ad Apple.

L’azienda svizzera indica un elenco di cambiamenti richiesti per l’App Store, inclusa la possibilità di distribuire anche negli USA app su marketplace alternativi e sfruttare metodi di pagamento in-app bypassando quelli offerti da Apple.

Gli articoli che parlano di Finanza e Mercato sono disponibili nella sezione dedicata di macitynet.

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