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La vita nova di Swift Playgrounds 4 su iPad

Apple aveva promesso che l’avrebbe fatto e così è stato. La nuova versione di Swift Playgrounds per iPadOS (c’è anche per Mac), la numero 4 caricata sull’App Store in queste ore, permette di creare delle app utilizzando Swift UI, verificarne il funzionamento con il simulatore direttamente sull’iPad, passarle al Mac con Xcode o continuare a svilupparle su iPad e caricarle direttamente su TestFlight e App Store (tramite App Store Connect) come se ci si trovasse sul Mac.

Il playground si fa grande

Chiaramente le limitazioni sono molte, nel senso che la natura di “playground”, cioè di ambiente per allenarsi a creare programmi è prevalente rispetto a quello di sviluppo professionale. Manca ad esempio un versionamento della app che si sta scrivendo interno a Playgrounds, ma l’app espone sul file system di iPad il progetto e quindi è possibile utilizzare una app esterna (ad esempio WorkingCopy). E ci sono moltissime semplificazioni che sono straordinarie non solo per i più giovani che stanno imparando a programmare ma anche per già con le competenze volesse una specie di sketchbook portatile in cui abbozzare la logica e un po’ di grafica molto semplificata di quello che poi sarà un progetto da far crescere.

Per chi volesse approfondire di più, la metafora che risuona di più è quella della macchinetta elettrica: non è la berlina con cui fare un lungo viaggio o il furgone con cui spostare molte cose, ma permette lo stesso di muoversi in scioltezza e, se sai cosa vuoi e come andarci, ti ci porta. Fuori di metafora, non è una IDE sulla quale un’azienda che sviluppa software dovrebbe investire, ma non è neanche più un giochino.

Apple ha invitato alcuni sviluppatori a provare Swift Playgrounds 4 prima del lancio

Gli usi possibili

Gli ingegneri di Apple ci hanno mostrato quali sono le novità e gli assi nella manica di questa app che promette di portare avanti una silenziosa rivoluzione.

Apple ha investito molto su Swift, il linguaggio di programmazione “universale” e open source che sta alla base di tutto quello che viene creato per le piattaforme dell’azienda. È davvero notevole vedere come con questa app ci sia sia un percorso di apprendimento che uno più libero per creare quel che si vuole. Si possano infatti muovere i primi passi, accedere alle librerie di progetti customizzabili realizzate da Apple, ma anche aggiungere componenti, asset grafici, database, immagini e tutto quel che serve per realizzare una app di relativa potenza e flessibilità (e se l’idea è buona che limiti ci sono?) usando solo l’iPad non solo per scriverla e testarla, ma anche per finalizzarla, distribuirla in beta testing su TestFlight, e infine caricarla su App Store con tutte le varie versioni successive di aggiornamento.

Praticamente si progetta, programma e gestisce il ciclo di vita di una piccola app direttamente dall’iPad. Abbiamo visto brevemente su un iPad 12,9 M1 con tastiera Magic Keyboard di Apple come l’ambiente sia sostanzialmente capace di far produrre in mobilità e con leggerezza quel che si vuole. La velocità di risposta del simulatore, che fa girare la app nella sandbox di Swift Playground 4, è perfetta e la gestione su uno schermo di quelle dimensioni sufficiente per portare avanti dei progetti non troppo complicati. È ovviamente anche possibile collegare l’iPad a un monitor esterno anche se il vantaggio di gestione del secondo monitor non è paragonabile a quello che si avrebbe con un Mac. Tuttavia, è un punto di partenza ottimo.

Cosa succederà adesso

Apple spera che la pervasività del suo linguaggio di programmazione aumenti. Portare su iPad un ambiente di sviluppo parzialmente limitato – si possono fare molte più cose con Xcode – è tuttavia un gigantesco passo in avanti perché pone da un lato una serie di limitazioni che stimolano la creatività ma dall’altro offre tutta la libertà e potenza necessaria a portare a compimento progetti che possono diventare app anche di valore.

Ci aspettiamo che da questa strada Apple riuscirà ad attrarre ancora più giovani sviluppatrici e sviluppatori e rendere più diffuso e pervasivo un ambiente come quello basato su Swift e una logica di programmazione che sia accessibile. Se è vero che il movimento No-Code non vuol dire programmare senza usare il codice ma semplicemente aumentare il livello di astrazione necessario a creare una app, questa soluzione tiene viva la mente dei giovani che la useranno e offrirà al tempo stesso uno strumento potentissimo.

Tornando alla nostra metafora della macchinetta elettrica, è come se Apple gli avesse messo la targa, rinforzato la carrozzeria e adesso diventasse utilizzabile in autostrada anche per viaggi lunghi.

E se Swift Playground 4 fosse la Fiat 500 che settant’anni fa motorizzò l’Italia? La prima macchina super-utilitaria ma al tempo stesso flessibile e potente per chi si affaccia al mondo del coding o vuole un ambiente più semplice e rilassato per concentrarsi sui contenuti anziché sulla complessità del progetto?

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