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Spotify vuole dalla UE tre obblighi per Apple

Mentre i funzionari dell’Unione europea lavorano all’attuazione del Digital Markets Act (DMA) che è entrato formalmente in vigore lo scorso autunno, nelle scorse ore la Commissione UE (che sta ancora indagando sul caso antitrust Spotify contro Apple) ha tenuto un workshop per ottenere input sulle “disposizioni relative all’app store”: Spotify era uno dei relatori e ha condiviso tre cambiamenti che ritiene Apple debba essere costretta ad adottare nel suo App Store.

Il direttore della politica di concorrenza globale di Spotify, Gene Burrus, ha parlato al panel della Commissione UE in particolare sul tema di dare scelta agli sviluppatori di app e su come implementare regole relative ai sistemi di pagamento in-app e ad altre clausole “anti-steering”, inclusa l’impossibilità per gli sviluppatori di pubblicizzare e condividere opzioni di pagamento alternative più economiche di App Store.

Per quanto riguarda questi problemi, Burrus di Spotify ha richiamato due cambiamenti chiave, che secondo lo stesso devono essere imposti ad Apple dal Digital Markets Act. In primis, consentire una opzione alternativa per gli acquisti in-app su iOS e, ancora, consentire agli sviluppatori di avere una rapporto diretto con i consumatori.

Spotify consiglia alla UE tre obblighi per Apple

Secondo il dirigente questi due cambiamenti risolverebbero i problemi che Spotify ha con la “commissione Apple” del 30% e “la soppressione di Apple”. Ancora, un’altra azione che Spotify vorrebbe che la Commissione UE intraprendesse con il DMA è quella di “impedire ad Apple di favorire i propri Servizi“.

Questo terzo punto è più complicato del primo da realizzare, in quanto Spotify vorrebbe vedere il DMA UE regolare il modo in cui Apple gestisce il suo App Store, come le modifiche al processo di approvazione degli aggiornamenti delle app di terze parti.

Anche Apple ha avuto un proprio rappresentante al workshop, che ha naturalmente parlato sul tema “Promuovere la contestabilità: app basate sul Web, sideloading e app store alternativi – modelli di conformità”. Ovviamente, la posizione di Apple non ha prestato il fianco a sorprese. Il colosso crede che il suo modello di App Store chiuso sia l’approccio migliore per la sicurezza e la privacy. Ciò nonostante, il colosso di Cupertino ha evidenziato che avrà l’obbligo legale di rispettare il Digital Markets Act.

Ricordiamo che la vicenda nasce nel 2019, quando Spotify ha presentato un reclamo giuridico facendo avviare indagini che hanno portato l’Unione Europea a stabilire che le modalità di gestione di App Store violavano i principi di concorrenza e mettevano in difficoltà le altre piattaforme di streaming.

Per tutti gli articoli di macitynet che parlano di Apple Music, Spotify e Antitrust si parte dai rispettivi collegamenti.

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