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Trump aumenta i dazi con la Cina, scatta il conto alla rovescia per Apple

Entrano in vigore oggi i nuovi dazi con la Cina voluti dal Presidente USA Donald Trump: per il momento prodotti e business Apple non sono ancora colpiti, ma la minaccia rimane grave e consistente.

All’inizio della settimana con due tweet Donald Trump ha anticipato due inasprimenti dei dazi con la Cina. Il primo, quello in vigore da oggi, porta la tassazione dal 10% al 25% su prodotti importati per un valore complessivo di 200 miliardi di dollari.

In precedenza la tariffa del 25% era stata introdotta per un numero più limitato di categorie di prodotti per un valore di 50 miliardi di dollari. Così a partire da oggi l’ingente dazio del 25% colpisce complessivamente più categorie di prodotto per un valore complessivo di 250 miliardi di dollari.

Apple Store in cina, Pudong, un distretto di Shanghai

Finora i prodotti Apple rientrano in una categoria esente da dazi, ma è proprio qui che Trump ha promesso il secondo inasprimento non ancora entrato in vigore. Ma il Presidente USA e la sua amministrazione sono al lavoro per concretizzare il resto del piano, vale a dire quello di imporre un dazio del 25% su beni finora esenti, per un valore complessivo di altri 325 miliardi di dollari.

La minaccia che grava su Apple, temuta ormai da diversi mesi a questa parte e che sembrava scongiurata all’inizio di marzo per l’inizio di nuove trattative USA – Cina, ora diventa ancora più concreta e vicina. Lo scenario potrebbe ulteriormente cambiare se le trattative in corso dovessero sortire effetti positivi, anche se nel momento in cui scriviamo la tensione tra i due Paesi è tornata decisamente alta.

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Per le società USA i cui prodotti importati dalla Cina sono già colpiti dal dazio del 25%, la scelta è tra assorbire i costi maggiori oppure, più probabile, scaricare il nuovo dazio sui clienti incrementando i prezzi del 25%. Proprio per questa ragione alcuni economisti sostengono che la guerra dei dazi di Trump non va a colpire gli esportatori cinesi, come sostengono il Presidente e la sua amministrazione, bensì i consumatori statunitensi.

Ma i dazi che ancora non colpiscono direttamente i prodotti Apple, possono danneggiare Cupertino indirettamente. Questo perché all’inasprimento voluto da Trump la Cina potrebbe fare seguito aumentando a sua volta i dazi come rappresaglia contro gli esportatori e le società USA.

Se si avvererà l’impotesi peggiore, con un dazio del 25% anche sui prodotti Apple, Cupertino e costruttori partner potrebbero essere costretti a spostare la produzione fuori dalla Cina e verso altri paesi.

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