Apple, adesso devi rifare tutti i tuoi prodotti

Adesso che siamo arrivati a un punto di svolta tecnologico ci aspettiamo tre cose da Apple. La prima ovviamente è che Apple continui a pigiare come ha fatto sinora con i suoi processori, e che sconfigga quella visione negativa secondo la quale fatto l’M1 l’azienda si siederà sui tre anni di vantaggio che ha sulla concorrenza e cercherà solo di fare cassa.

Se abbiamo visto qualcosa per quanto riguarda lo slancio con cui Apple ha creato e portato avanti i suoi processori per gli iPhone e gli iPad, e se leggiamo bene i vari rumors di lavorazioni da tre e poi due nanometri già prenotate dalla taiwanese TSMC, ci aspettiamo infatti niente di meno che una serie annuale di miracoli che scuoteranno come terremoti tutto il mondo della tecnologia. Il punto non è superare la concorrenza: invece, dopo averlo fatto bisogna continuare accelerare sino a che non si è ridotta a un piccolo puntino nello specchietto retrovisore. Vincere senza pietà, perché la concorrenza farebbe altrettanto se non peggio.

I nuovi Mac Apple Silicon con chip M1 non funzionano con le eGPU Thunderbolt

Se questo era il primo punto, ecco il secondo: svelare finalmente il futuro del software di tutte le piattaforme Apple. Perché adesso che c’è a disposizione una unica architettura di processori completamente sotto il controllo della stessa Apple, possiamo immaginare che l’azienda possa fare tutte le scelte che siano umanamente possibili senza temere né ritardi né persone e aziende che remano contro né la concorrenza brutta e cattiva (sapevate che Intel si vendeva le innovazioni di Apple messe nei chip anche alla concorrenza? Strano vero? Chi l’avrebbe mai detto da parte di una azienda che ha fatto la sua fortuna con la formula chiamata “Wintel”).

Quello che dovrà fare Apple è spiegare e soprattutto far vedere con esempi concreti dove stiamo andando. Come sia fatta la convergenza parallela tra le differenti piattaforme. Grafica, certo, ma anche e soprattutto tecnologia sottostante. L’azienda ha le migliori carte di sempre, è arrivato il momento che le giochi (e Tim Cook secondo chi scrive ha le mani che gli prudono da anni: non vede l’ora di calare le briscole, una dopo l’altra).

Apple, test COVID-19 ai dipendenti che tornano in ufficio

Terzo punto: il design. Partendo da quello del Mac, che torna ad essere il protagonista di una nuova stagione dell’informatica mondiale perché adesso va che sembra una astronave uscita da un film di fantascienza. E dopo il Mac però anche tutto il resto. Perché i prodotti li vendi per quello che valgono, per come funzionano ma anche per come sono fatti. La forma richiama la funzione, abilita la funzione, lusinga l’occhio, stabilisce legami emozionali e crea la possibilità di interiorizzare il marchio e la sua funzionalità sociale, il suo ruolo transazionale.

Vediamo dove vuole arrivare Apple. Ci immaginiamo, ci aspettiamo i nuovi Mac, sia portatili che fissi. Adesso che le schede madri sono nuovamente diventate mignon per via dell’integrazione delle componenti su un singolo chip SoC (System on a Chip) e che la termica è un problema adesso molto relativo, gli ingegneri e i designer di Cupertino si possono sbizzarrire. Ci vorrebbe un altro Jony Ive, ma soprattutto ci vorrebbe un altro Rinascimento di forme e di proporzioni. La capacità di cogliere lo zeitgeist e saperlo interpretare, dare profondità e gambe al sogno che queste nuove capacità tecnologiche e lo sviluppo del software futuro ammettono e permettono. Questo è il momento per farlo.

Gli anni Venti del nuovo millennio possono essere gli anni non solo della trasformazione all’insegna della continuità, ma anche un vero e proprio momento di discontinuità per quanto riguarda le tecnologie visive, per quanto riguarda la progettazione. Il Mac deve essere reinventato perché deve essere reinventata l’idea di personal computer, così come è stata radicalmente reinventata l’idea di telefono intelligente con l’arrivo dell’iPhone (macitynet c’era) e a suo tempo, andando all’indietro, quella di player musicale con l’iPod e prima ancora di personal computer nel 1997 con l’iMac e nel 1984 con il Macintosh stesso.

lancio primo imac steve jobs

Bisogna reinventare tutto seguendo uno stile e una direzione prima non pensata o non frequentata. Abbiamo di nuovo, come dopo gli anni Sessanta, più di quindici anni di film e telefilm di fantascienza con apparecchi del futuro che sono diventati familiari a tutti. Computer olografici, schermi, interfacce, tavolette. Le abbiamo viste in decine di scene e inquadrature, e in qualche modo ci siamo abituati a tutti quegli effetti speciali. Adesso vogliamo le cose vere e belle: quelle fatte di metallo e vetro, di silicio e luce, capaci di farci trasformare e integrare sempre più nella vita di tutti i giorni quella digitale. Non sono due posti o due spazi diversi, e la tecnologia che deve arrivare sta là apposta per dimostrarlo.Apple, adesso devi rifare tutti i tuoi prodotti

Per questo c’è anche bisogno di un Rinascimento del design. Forse lavorare da casa ha fatto perdere un po’ il passo in questa dimensione del lavoro (a differenza degli ingegneri e dei programmatori i designer hanno bisogno di interazioni fisiche, soggettive, vicine, materiali). C’è bisogno di forza e di accelerazione. C’è bisogno che vengano fuori non grandi, non grandissimi ma straordinari, eccezionali prodotti. C’è bisogno che Apple faccia quello che sa fare meglio: stupirci e sbalordirci. Aspettiamo fiduciosi.

Nel keynote del 10 novembre Cupertino ha presentato i suoi primi computer con processore Apple Silicon M1. Per tutti gli articoli di macitynet che parlano dei Mac ARM con processore Apple Silicon M1 si parte da questa pagina. Macitynet ha recensito Mac mini con processore Apple M1 in questo articolo. Tutti gli articoli che parlano di iPhoneiPad e Mac sono disponibili ai rispettivi collegamenti.

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