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Instagram preoccupata per i settaggi privacy di iOS 14

Tra le novità di iOS 14, nuove funzionalità per la privacy non gradite da chi si occupa di pubblicità, un cambiamento sostanziale che piace molto ai sostenitori della privacy e per nulla a chi si occupa di advertising dal momento che dovrebbe essere l’utente ad autorizzare di volta in volta funzionalità di tracking.

Ogni utente dovrebbe in pratica avere la possibilità di impedire alle app di tracciare le proprie attività su Internet, nascondendo informazioni sfruttate per mostrare inserzioni pubblicitarie personalizzate, un meccanismo usato dagli inserzionisti per ottenere buona parte dei ricavi.

Secondo gli sviluppatori di terze parti e gli inserzionisti pubblicitari la mossa di Apple si spinga troppo oltre, paventando ricavi in calo fino al 50%.

Adam Mosseri, CEO di Instagram (società di proprietà di Facebook), è intervenuto sulla questione e riferisce che l’azienda da lui guidata farà di tutto per opporsi al cambiamento che vorrebbe Apple.

La Casa di Cupertino ha inizialmente previsto il cambiamento suddetto con la nuova versione del sistema operativo iOS 14 / iPadOS 14, sistema che dovrebbe arrivare entro ottobre. Dopo le reazioni di sviluppatori e aziende come Facebook e Google, Apple avrebbe deciso di posticipare l’attivazione del nuovo meccanismo antitracciamento alla primavera del 2021.

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Come accennato, il CEO di Instagram ha riferito che, senza la possibilità di personalizzare la visualizzazione degli annunci, si potrebbe arrivare ad un calo dei ricavi anche superiore al 50%.  Mosseri ha riferito di voler far valere le proprie ragioni affrontando la questione con Apple, il pubblico, decisori politici, influencer e accademici.

“Se l’ecosistema cambia in un modo che agli advertiser non sia realmente consentito di misurare gli utili dagli investimenti, sarà un problema davvero serio, qualcosa di problematico per la nostra attività, ma sarà così più o meno per tutte le grandi piattaforme di annunci, e dunque non sono così preoccupato per lungo periodo”. “Sarà molto più problematico per tutte le piccole imprese; milioni di queste fanno affidamento su di noi per indirizzare i clienti e raggiungere il target di riferimento, in particolar modo durante una pandemia quando soffrono ancor di più”.

Mosseri spinge per un compromesso, che permetta maggiore controllo agli utenti ma che non porti gli inserzionisti a lavorare “alla cieca”. “Siamo convinti che esista un modo per essere responsabili, offrire alla persone trasparenza e la possibilità di controllare i loro dati personali ma senza eliminare le nostre conoscenze e quindi lavorare al buio”.

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