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I migliori libri per capire (finalmente) la filosofia

Oggi viviano nell’era della scienza e molti sottovalutano il ruolo della filosofia. La realtà però è ben diversa e abbiamo bisogno della filosofia perché senza gli scienziati non sono in grado di comprendere la scienza né questa è in grado di comprendere se stessa.

Questa non è una lista di libri che serva da introduzione alla filosofia nel suo complesso, ma una selezione introduttiva che, nella migliore tradizione delle liste dei migliori libri di Macity, serva ad aprire la porta a chi ama il sapere. Che poi è il significato etimologico in greco della parola “filosofia”.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

Tutti i migliori libri selezionati da Macitynet in un'unica pagina

Stoicismo: Gli insegnamenti della Filosofia Antica per vivere meglio la Vita Moderna. Include Sintesi delle Meditazioni di Marco Aurelio

Non sarebbe una lista dei migliori libri di Macity se non ci fossero almeno un paio di fuori-sacco. Siccome parliamo di filosofia, che cerca il sapere là dove non ci aspetteremmo, li mettiamo fin dall’inizio. Ecco dunque il primo: un libro che fa capire che i libri sull’autoaiuto classico non servono, perché c’è già tutto nella filosofia classica. I dolori e i tormenti degli uomini esistono da sempre, così come i lenimenti e le soluzioni alla loro bruciante natura.

C’è un motivo per cui lo Stoicismo viene chiamato anche l’Arte del saper vivere: la scuola stoica divenne rinomata per la sua enfasi sulla virtù, la razionalità e la moderazione. Gli stoici cercavano di vivere accettando con serenità ciò che non potevano cambiare. Le parole e gli insegnamenti si diffusero sin da allora, influenzando molte generazioni di pensatori e dando vita a una delle più importanti scuole filosofiche dell’antichità.

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Lettere sulla felicità

Secondo fuori-sacco e il più importante. Infatti, questo è il libro di filosofia più letto in Italia e oltretutto è anche un vero e proprio fenomeno del costume nazionale grazie alla storia della sua edizione che qui ritrovate in formato originale. È l’edizione Millelire delle lettere sulla felicità scritte da Epicuro.

Un pensiero per la vita, solo per la vita. Un filosofo veramente amico che da ventitré secoli non cessa di dirci che non può esistere autentica felicità senza il piacere. Un pensiero che, contrariamente a tanti altri, non ha mai fatto e non può fare male a nessuno, che invita ad amare se stessi e soprattutto a rispettarsi, azione primaria per non danneggiare i nostri simili. Uno fra i pensatori più amati e odiati di tutti i tempi, senz’altro il più mistificato, equivocato, vilipeso, il cui pensiero è come un incubo nella storia del cristianesimo.

La “Lettera a Meneceo”, qui proposta in una traduzione che punta a restituirci l’affabilità della voce di un uomo che pose l’amicizia al di sopra di tutto, è uno dei pochissimi scritti di Epicuro che non siano stati distrutti nel corso della storia dell’odio ideologico.

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La filosofia contemporanea. Dal paradigma soggettivista a quello linguistico

Da qualche parte bisogna cominciare per conoscere un po’ di storia della filosofia, perché dopotutto vediamo lontano non perché siamo alti ma perché ci arrampichiamo sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto.

Lucio Cortella in questo libro snello e ben comprensibile opera una ricostruzione del discorso filosofico dell’epoca contemporanea che ha l’intento di offrire al lettore un quadro interpretativo unitario dello sviluppo della filosofia dalla crisi del sistema hegeliano a Habermas. Delineando un itinerario attraverso una serie di scuole, autori e testi, Lucio Cortella rende evidente il passaggio dal paradigma del soggetto, dominante nella modernità, al paradigma centrato sul linguaggio, che ha caratterizzato la riflessione contemporanea.

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La filosofia. Finalmente ho capito!

Un vero e proprio piccolo regalo per tutti i lettori che approcciano la filosofia grazie a Marina Visentin. Un percorso illuminante nella storia del pensiero. Chi ha inventato la filosofia? Quali sono state le prime domande che si è posto l’uomo alla ricerca della conoscenza? Partendo dai suoi primi passi, ripercorriamo qui l’affascinante cammino delle diverse indagini filosofiche, dalle origini nell’antica Grecia fino ai mutamenti e alle crisi del XX secolo. Scritto con un linguaggio chiaro e semplice, questo manuale rende accessibili a tutti anche le più intricate complessità dei sistemi di pensiero.

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I Simpson e la filosofia. Come capire il mondo grazie a Homer, Nietzsche e soci

Dicevamo nella premessa: a cosa serve la filosofia? C’è modo di spiegarlo in maniera semplice e divertente: con i Simpson. Nietzsche vedrebbe di buon occhio le mascalzonate di Bart? Lisa è un’insopportabile socratica? Homer è una brava persona, anche se ha offerto la sua famiglia agli alieni per salvarsi la pelle? Marge sembra così rassicurante perché, di fatto, è una donna di casa machista? Possiamo imparare qualcosa sulla felicità attraverso le miserie del signor Burns?

Questo libro non è solo un’analisi filosofica dell’ultimo grande artefatto culturale della nostra epoca: I Simpson, la serie tv che da oltre trent’anni racconta glorie e bassezze di una famiglia gialla che ci assomiglia molto. È piuttosto un’introduzione, divertente e al tempo stesso rigorosissima, all’opera di pensatori come Aristotele, Kant, Heidegger, Sartre e molti altri. Dice la leggenda che non succede più nulla che non sia già accaduto in una puntata dei Simpson. Se è vero, mentre impariamo qualcosa di più su di loro possiamo imparare qualcosa di più anche sul nostro mondo.

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La filosofia nel Novecento (e oltre)

Remo Bodei ci fa un grande regalo, con questo volume. Ofre strumenti per delineare la mappa dei percorsi in cui la filosofia del Novecento incrocia gli altri saperi. Cogliendo le idee in movimento, risultano così maggiormente visibili, nella loro specificità, gli snodi che articolano il discorso filosofico. Vengono consapevolmente abbandonati i due modelli espositivi più diffusi: quello della storia lineare e quello della descrizione di sistemi miniaturizzati e isolati. A questi si preferisce la rappresentazione di scene teoriche compatte, scandite per quadri concettuali, in cui i protagonisti intrecciano i loro argomenti nello sforzo di chiarire problemi che sono anche nostri.

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Metafisica concreta

Forse il libro più importante di Massimo Cacciari, sicuramente non facile. Metafisica: ecco la parola «davanti alla quale ognuno, più o meno, si affretta a fuggire come davanti a un appestato» (Hegel). Un fuggire che, a furia di decostruzioni, oltrepassamenti, dichiarazioni di morte o di inesorabile, fatale compimento nelle forme della razionalità scientifica, ha finito col diventare una sorta di habitus del pensiero contemporaneo.

E tuttavia, ripercorrendo contropelo le filosofie classiche e i grandi sistemi del razionalismo moderno, così come le più ardite e recenti teorie della scienza, è possibile riscoprire ciò che di quel termine rimane inaudito: la tessitura che collega l’essente in quanto osservabile e determinabile allo s-fondo della sua provenienza e del suo imprevedibile avvenire; la relazione tra la theoría della cosa sotto l’aspetto della sua caducità, nell’ordine di Chronos, e quella che cerca di esprimerla nella sua relazione al Tutto e in tale relazione giunge a considerarla res divina. Nessun ‘al di là’, nessuna Hinterwelt, o mondo ‘dietro’ tà physiká, dietro il manifestarsi di Physis.

Questo mondo, e il soggetto che intende conoscerlo conoscendo sé stesso, il cui essere-possibile non si arrende al Muro dell’Impossibile, esigono di essere interrogati anche secondo una tale prospettiva. Metafisica concreta, dunque, come Florenskij, scienziato, filosofo e teologo, voleva intitolare l’opera che avrebbe dovuto concludere la sua ricerca. Filosofia e scienza possono in essa ritrovarsi ed esprimere insieme, in forme distinte e inseparabili, l’integrità e inesauribilità della vita dell’essente.

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Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide

La filosofia serve a capire la realtà. Il filosofo Luciano Floridi lavora sulle categorie del contemporaneo tecnologico per capire appunto questo. Istruzione, commercio, industria, viaggi, divertimento, sanità, politica, relazioni sociali, in breve la vita stessa sta diventando inconcepibile senza le tecnologie, i servizi, i prodotti digitali. Questa trasformazione epocale implica dubbi e preoccupazioni, ma anche straordinarie opportunità. Proprio perché la rivoluzione digitale è iniziata da poco abbiamo la possibilità di modellarla in senso positivo, a vantaggio dell’umanità e del pianeta. Ma a condizione di capire meglio di cosa stiamo parlando.

È cruciale comprendere le trasformazioni tecnologiche in atto e uno dei passaggi oggi fondamentali è quello dell’intelligenza artificiale, della sua natura e delle sue sfide etiche, che Luciano Floridi affronta in questo libro, offrendo il suo contributo di idee a un quanto mai necessario sforzo collettivo di intelligenza.

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L’etica del viandante

Spesso scambiato a torto per un opinionista o un editorialista, in realtà Umberto Galimberti è un filosofo vero, la cui indagine va molto in profondità. La premessa di questo suo libro non potrebbe essere più semplice e diretta. L’Occidente ha due radici: il mondo greco e la tradizione giudaico-cristiana. Per quanto dischiudano orizzonti completamente diversi, entrambi descrivono un mondo dotato di ordine e stabilità. Ma noi viviamo nell’età della tecnica.

È finito l’incanto del mondo tipico degli antichi. È finito anche il disincanto dei moderni, che ancora agivano secondo un orizzonte di senso e un fine. La tecnica non tende a uno scopo, non apre scenari di salvezza, non svela la verità: la tecnica funziona. L’etica, come forma dell’agire in vista di fini, celebra la sua impotenza. Il mondo è ora regolato dal fare come pura produzione di risultati.

L’unica etica possibile, scrive Umberto Galimberti, è quella del viandante. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta. Il suo percorso nomade, tutt’altro che un’anarchica erranza, si fa carico dell’assenza di uno scopo. Il viandante spinge avanti i suoi passi, ma non più con l’intenzione di trovare qualcosa, la casa, la patria, l’amore, la verità, la salvezza. Cammina per non perdere le figure del paesaggio. E così scopre il vuoto della legge e il sonno della politica, ancora incuranti dell’unica condizione comune all’umanità: come l’Ulisse dantesco, tutti gli uomini sono uomini di frontiera.

Oggi l’uomo sa di non essere al centro. L’etica del viandante si oppone all’etica antropologica del dominio della Terra. Denuncia il nostro modello di civiltà e mette in evidenza che la sua diffusione in tutto il pianeta equivale alla fine della biosfera. L’umanesimo del dominio è un umanesimo senza futuro. Il viandante percorre invece la terra senza possederla, perché sa che la vita appartiene alla natura. Così ci guida Galimberti: “L’etica del viandante avvia a questi pensieri. Sono pensieri ancora tutti da pensare, ma il paesaggio da essi dispiegato è già la nostra instabile, provvisoria e incompiuta dimora”

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Che cos’è metafisica?

Il piccolo editore Adelphi ha fatto tanto per portare il pensiero di autori originali in italiano. Martin Heidegger è uno dei più grandi filosofi moderni, estremamente leggibile e al tempo stesso pochissimo letto. La metafisica è lo scandalo della filosofia: da un lato essa investe i massimi problemi ed è dunque la ragione medesima in vista della quale gli uomini hanno cominciato a fare filosofia; dall’altro è indefinibile e il suo stesso oggetto, benchè vanamente cercato, resta una perenne fonte di aporie.

Nel luglio del 1929 Heidegger tenne all’Università di Friburgo, dov’era tornato come successore di Husserl, una prolusione in cui mostra in che cosa consista l’essenza della metafisica e come essa affondi le sue radici nell’esistenza dell’uomo. Sospeso tra l’essere e il nulla, l’uomo esperisce, nello stato d’animo fondamentale dell’angoscia, una motivazione originaria a interrogarsi circa il senso delle cose.

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Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta

Doveva essere quasi uno scherzo, è diventato uno dei libri di filosofia più letti al mondo. Una Grande Avventura, a cavallo di una motocicletta e della mente; una visione variegata dell’America on the road, dal Minnesota al Pacifico; un lucido, tortuoso viaggio iniziatico.

Qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa? In che misura ci si deve occupare della manutenzione della propria motocicletta? Mentre guarda smaglianti prati blu di fiori di lino, nella mente del narratore si formula una risposta: «Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore».

Questo pensiero è la minuscola leva che servirà a sollevare altre domande subito incombenti: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos’è la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa?

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Lo zen e l’arte del tiro con l’arco

L’altro grande libro di filosofia zen reso popolare in tutto il mondo dalla forza di una ricerca semplice e orientata non al dogma ma all’azione, anzi alla ripetizione alla ricerca delle regole oltre che dell’oggetto. Questo piccolo libro è un illuminante, lucido e utile resoconto, scritto da un occidentale, di come un occidentale possa avvicinarsi allo Zen.

Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo Zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l’arco. Comincia così un emozionante tirocinio, nel corso del quale Herrigel si troverà felicemente costretto a capovolgere le sue idee, e soprattutto il suo modo di vivere. All’inizio con grande pena e sconcerto.

Dovrà infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. Ma il tocco sapiente del Maestro aiuterà Herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare “vuoto” per accogliere, quasi senza accorgersene, l’unico gesto giusto, che fa centro quello di cui gli arcieri Zen dicono: “Un colpo, una vita”. In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e Io si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell’arciere e il bersaglio da colpire è l’arciere stesso.

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Simposio, Apologia di Socrate, Critone, Fedone

Chiudiamo questa raccolta dei migliori libri di filosofia di Macity con una summa del pensiero di Socrate raccontato dal suo discepolo Platone. Socrate, l’intellettuale stravagante che parla nelle strade e nelle piazze dell’Atene del V secolo. Socrate, che ha insegnato all’umanità la religione della ricerca. Socrate, e la sua ossessione per la verità.

È lui il protagonista di questi quattro dialoghi platonici disposti in un ordine volutamente narrativo: il “Simposio” ritrae il filosofo nel fervore dell’insegnamento; “l’Apologia” riporta l’autodifesa pronunciata davanti al tribunale che l’avrebbe condannato a morte; il “Critone” lo fa vedere in carcere, mentre rifiuta la possibilità di fuga offertagli da un discepolo influente; il “Fedone” infine è il resoconto sobrio e commovente delle sue ultime ore, con l’indimenticabile lezione sull’immortalità dell’anima.

In tutti rifulge la lingua di Platone, di una naturalezza disarmante nel modo in cui, tra domande e risposte, fluiscono le più vertiginose questioni filosofiche: la natura e il senso dell’amore, l’impulso alla verità, l’etica e il dovere, l’anima e la sua immortalità.

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