Apple dopo mesi di aumento del livello della polemica contro l’Europa (con prospettive molto preoccupanti paventate al proposito) per le regole sul mondo digitale, rompe gli indugi e chiede esplicitamente il ritiro del DMA.
La presa di posizione, molto dura, che arriva anche dopo una multa molto salata, è stata presentata durante un evento con la stampa e poi ribadita nel dettaglio da un comunicato ufficiale con il quale si evidenzia la necessità di chiudere l’esperienza del Digital Markets Act che sta peggiorando, dice Apple, l’esperienza degli utenti UE senza avere alcun effetto pratico ma anzi, peggiorando sicurezza, privacy e tempistiche di rilascio delle novità.
Nel comunicato Apple non parla esplicitamente di ritiro del DMA, come ha fatto durante la conferenza stampa, ma lascia intendere che i regolatori a dovrebbero “prendere coscienza” dell’impatto avuto dal DMA negli ultimi mesi in termini di innovazione e reali benefici e ripensare profondamente ad esso. Da parte sua la Mela snocciola una serie di funzioni che nel vecchio continente non sono state rilasciate proprio a causa del DMA.
Le funzioni rinviate in Europa
- Live Translation con AirPods: progettata per funzionare on-device con Apple Intelligence; l’obbligo di estenderla a dispositivi non Apple comporta nuovi vettori di esposizione dei dati.
- iPhone Mirroring su Mac: l’azienda afferma di non aver ancora trovato un modo sicuro per portarla su piattaforme terze senza rischi per i dati su iPhone.
- Visited Places e Preferred Routes su Mappe: bloccate perché la condivisione con terze parti esporrebbe cronologie di posizione che Apple vuole mantenere solo sul dispositivo.
Apple avrebbe presentato all’Unione proposte alternative di tutela tutte respinte. Per questo le funzioni sono state trattenute. Senza apertura a terzi rilasciarle comporterebbe multe e potenziali stop alla distribuzione.
Apple store alternativi, più complessità e rischi
Con sideloading, store alternativi e pagamenti esterni obbligatori, Apple sostiene che gli utenti UE affrontano maggiore rischio di truffe, malware e overcharging, oltre a un’esperienza meno lineare.
Apple segnala anche la comparsa su iPhone, tramite marketplace terzi, di app pornografiche e di gioco d’azzardo che sull’App Store non erano ammesse.
Apple afferma che altre aziende stanno chiedendo accesso a componenti e dati di iPhone. Tra i casi più critici, la piena visibilità del contenuto delle notifiche (messaggi, email, avvisi sanitari) e la storia delle reti Wi-Fi visitate, che può rivelare abitudini e luoghi sensibili. Secondo Apple, la Commissione non accetta queste motivazioni di rischio come ragione per negare l’accesso.
La tesi di Apple sul DMA
Secondo Apple, il Digital Markets Act nasceva con l’obiettivo di aumentare concorrenza e scelte per i consumatori europei, ma nella pratica sta producendo l’effetto contrario. Le funzioni arrivano in ritardo e gli utenti UE hanno meno possibilità di usare le novità rispetto al resto del mondo.
L’obbligo di rendere alcune tecnologie compatibili con sistemi non Apple porta inoltre a una riduzione della differenziazione, con iOS che finisce per assomigliare di più ad Android. Cupertino parla poi di concorrenza sleale: il DMA colpirebbe soprattutto Apple, mentre concorrenti come Samsung o i produttori cinesi resterebbero meno toccati.
A complicare il quadro, sostiene Apple, c’è un’interpretazione delle regole in continua evoluzione, che rende difficile per le aziende capire come conformarsi, con sanzioni arbitrarie e disomogenee che rischiano di penalizzare l’innovazione senza garantire i benefici promessi ai consumatori.
Cosa chiede Apple
Dopo oltre un anno dall’entrata in vigore del Digital Markets Act, Apple sostiene che la legge stia portando a un’esperienza peggiore per gli utenti europei: più rischi, meno innovazioni disponibili e una crescente distanza rispetto agli utenti del resto del mondo.
Non solo: secondo Cupertino il DMA non sta neppure rafforzando i mercati, perché le aziende già affermate lo usano per ottenere vantaggi competitivi, accedere a dati degli utenti UE o sfruttare tecnologie Apple senza costi.
L’azienda afferma di impiegare migliaia di ore per adeguarsi ai requisiti europei, ma riconosce che non tutti i problemi creati dal DMA possono essere risolti. Per questo chiede ai regolatori di rivedere a fondo l’impatto della normativa e ribadisce un principio: gli utenti europei meritano la stessa qualità e le stesse funzioni garantite nel resto del mondo, e Apple continuerà a battersi per offrirle nonostante i vincoli imposti dalla legge.
Conclusione: la posizione dell’UE e il nodo politico
Ora la palla passa alla Commissione che difficilmente farà un passo indietro radicale come sembra chiedere Apple. L’Ue difende il Digital Markets Act come strumento per aumentare scelta e contendibilità dei mercati, riducendo il giardino recintato degi ecosistemi chiusi senza abbassare l’asticella di sicurezza e privacy.
Secondo la visione dell’Unione il DMA non è “contro” una singola azienda, ma “per” un campo di gioco equo in cui funzioni chiave (pagamenti, distribuzione delle app, accesso a interfacce e hardware) siano interoperabili e verificabili con specifiche tecniche pubbliche e rimedi effettivi in caso di non conformità.
Bruxelles rivendica inoltre un’applicazione neutrale e proporzionata delle regole sui gatekeeper, con margini di dialogo sulle modalità attuative ma con obiettivi non negoziabili: più concorrenza e più alternative per gli utenti europei.
Sullo sfondo, la partita ha anche una dimensione politica e geopolitica: a Washington, il clima regolatorio verso le Big Tech è tornato più favorevole e alcune posizioni dell’amministrazione USA intrecciano il dossier DMA/DSA con temi commerciali e di dazi.
Questo contesto rafforza l’offensiva delle grandi piattaforme sul piano narrativo e legale, ma non cambia l’impostazione dell’UE, che punta a dimostrare che apertura e sicurezza possono coesistere.
Nei prossimi mesi si apre dunque una stagione di trattative serrate, in cui Apple cercherà di ricavarsi una posizione più favorevole e garanzie tecniche per le funzioni più sensibili, mentre la Commissione proverà a mantenere integra l’architettura del DMA.













