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Apple blocca le app cinesi che aggirano la trasparenza

Apple ha bloccato un tentativo da parte di alcune aziende cinesi di aggirare le regole di trasparenza del monitoraggio delle app, utilizzando l’ID di pubblicità cinese (CAID) anziché l’identificatore per gli inserzionisti (IDFA) di Apple.

Ricordiamo che IDFA di Apple è progettato per impedire alle società pubblicitarie e agli sviluppatori di tracciare le persone, consentendo loro solo di tracciare un identificatore univoco. Il nuovo sistema, come ormai noto, sta causando problemi alle società pubblicitarie, con alcune aziende cinesi che stanno cercando di aggirare del tutto il problema, utilizzando un meccanismo di tracciamento diverso: quello CAID.

Secondo un articolo del Financial Times, Apple ha appreso della mossa ed è tornata a bloccare alcuni aggiornamenti alle app cinesi in questione, che utilizzavano il tracciamento CAID per eludere le regole su privacy e trasparenza di Cupertino. Le aziende cinesi avevano scommesso sul fatto che Apple non volesse mettere al bando le grandi società per paura di bloccare introiti importanti, ma sembra che la scommessa non abbia dato i frutti sperati.

apple app cinesi trasparenza

L’ecosistema delle app cinesi stava cercando di sfruttare il sistema CAID per tracciare gli utenti, e ciò sulla base dell’ipotesi per cui Apple non poteva permettersi di vietare tutte le principali app sul mercato, almeno secondo quanto affermato da Alex Bauer, capo del marketing di prodotto presso il gruppo adtech Branch.

Apple ha scoperto il loro bluff e sembra aver riaffermato il controllo sulla situazione picchiando aggressivamente le nocche sul tavolo, prima che il consorzio prendesse un vero slancio

Ora Si ritorna al tavolo per le aziende che cercano di eludere i sistemi di protezione della privacy di Apple, qualcosa che in questo momento sembra un’impresa ridicola

Ricordiamo che da quando sono in funzione, le nuove regole della sezione 5.2 per l’App Tracking Transparency prevedono l’obbligo per gli sviluppatori di chiedere esplicitamente il permesso prima di tracciare le attività dell’utente, una scelta che era da tempo indicata come in arrivo e che è diventata obbligatoria con iOS 14.5 rilasciato in aprile.

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