La Corte Suprema degli Stati Uniti ha chiesto parere all’amministrazione Trump per prendere decisioni su una questione che riguarda la protezione dei consumatori, riferimento all’accusa secondo la quale Apple pretende il monopolio delle app per iPhone in modo da imporre commissioni eccessive. Una Corte federale di Appello ha autorizzato il procedimento mirando ovviamente all’azione collettiva.
La richiesta al vice procuratore generale Noel Francisco – spiega Bloomberg – lascia immaginare che i giudici sono interessati a discutere l’appello di Apple. Cupertino afferma che i consumatori non hanno la possibilità di ricorrere all’antitrust perché il 30% delle commissioni trattenute è applicato agli sviluppatori di app e non agli acquirenti delle stesse. Un legale che sta portando avanti il caso, ha spiegato a Bloomberg che Apple potrebbe essere costretta a pagare centinaia di milioni di dollari se la causa sarà portata a termine.
Nell’azione giudiziaria presentata a una corte federale di Oakland (California), si contesta ad Apple di ostacolare la concorrenza, approvando solo app di sviluppatori che accettano la loro distribuzione sull’App Store. Tale pratica, secondo quanti contestano l’esistenza dell’App Store e l’assenza di store alternativi, consente ad Apple di ottenere un 30% di ricarico, importo superiore a quello che sarebbe il livello concorrenziale.
Apple ribatte che la nascita dell’App Store e come altre sue innovazioni hanno permesso di creare “una nuova e dinamica industria nella quale nessuno operava in precedenza”. L’App Store offre oltre 2 milioni di app agli utenti e ha permesso agli sviluppatori di guadagnare oltre 20 miliardi di dollari nel solo 2016.
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