Dal processo della Federal Trade Commission contro Qualcomm, in corso in questi giorni in USA, emergono interessanti rivelazioni sul rapporto tra Apple e il costruttore di chip modem: nella deposizione i dirigenti Qualcomm sostengono l’importanza cruciale di tecnolgie e brevetti della società, tanto da affermare che iPhone non esisterebbe senza Qualcomm.
A ciò, aggiungono i legali, nessuno era costretto a comprare i chip Qualcomm, e chiunque avrebbe potuto progettare e brevettare i propri da utilizzare sugli smartphone.

Al centro del processo, ricordiamo, vi è il protocollo di comunicazione noto come CDMA (Code Division Multiple Access). Questo è usato per le chiamate vocali da parte dei vettori Sprint e Verizon, mentre altri vettori – e la maggior parte del resto del mondo – utilizza la tecnologia GSM. Tuttavia, CDMA è anche la chiave per dati mobili, quindi un requisito chiave per qualsiasi smartphone.

In queste prime fasi del processo, FTC riconosce a Qualcomm la veste di importante innovatore nel campo della tecnologia della telefonia mobile, ma accusa il colosso di agire in regime di monopolio. La vicenda da cui tutto deriva è nota: una causa da 1 miliardo di dollari basata sul fatto che Cupertino accusa il produttore di chip-modem di avere imposto prezzi irragionevolmente elevati e fuori mercato per sfruttare alcune tecnologie e brevetti, facendo leva sulla sua posizione monopolistica.
Apple da una parte, sostengono i legali della Mela, pagava Qualcomm per le componenti e i brevetti, e a sua volta Qualcomm pretendeva gli stessi pagamenti dai partner che forniscono ad Apple componenti. Una pratica che Apple definisce “double dipping”, letteralmente “doppio tuffo”.
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