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Troppa privacy, la Cina alza la muraglia per fermare il motore di ricerca DuckDuckGo

La Cina ha bloccato l’utilizzo di DuckDuckGo, motore di ricerca la cui filosofia è principalmente improntata sulla privacy, visto che non immagazzina nessuna informazione sulle ricerche eseguite dagli utenti. Il motore di ricerca in questione è da circa un mese inaccessibile nella Repubblica Popolare Cinese e benché non vi siano spiegazioni ufficiali, è probabile si tratti di un atto di censura del governo.

Gabriel Weinberg, amministratore delegato e fondatore di DuckDuckGo ha confermato a Tech In Asia che il team che si occupa del servizio ha da qualche tempo registrato il blocco. Secondo GreatFire, un servizio che analizza i siti inaccessibili per causa del cosiddetto “grande Firewall” (meccanismo che rende inaccessibili molti siti stranieri), il sito di DuckDuckGo è filtrato dal 3 settembre. Weinberg non conosce la data esatta di attivazione del sistema di censura, ma ha genericamente confermato che il servizio non è disponibile “da alcune settimane”.

The “Great Firewall” (un nome che fa eco al Great Wall, la Grande Muraglia) consente a Pechino di monitorare e censurare la Rete in vari modi; è un apparato talmente vasto da permettere al Governo il controllo sui contenuti condivisi da oltre 500 milioni di utenti, stanando qualsiasi accenno di discussione anti-governativa e bloccare i siti poco graditi alle autorità.

DuckDuckGo, come già detto, mette in primo piano la privacy e secondo gli sviluppatori non memorizza alcun indirizzo IP, non registra informazioni sull’utente, usa i cookie solo quando strettamente necessario (per le impostazioni), non colleziona o condivide informazioni personali.

Apple ha recentemente integrato nelle opzioni di Safari per OS X e iOS la possibilità di selezionare DuckDuckGo come motore di ricerca di default.

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