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2017 fuga da YouTube, gli sponsor scappano dai video razzisti

Boicottare YouTube. Non è un gruppo di neo-luddisti o di appassionati della privacy a far partire la rivolta, ma un pool di inserzionisti che non ne può più di veder sprecati i propri costosi spot per via dei commenti e delle associazioni ai video.

Alcuni dei principali investitori americani e britannici, colossi come AT&T ma anche GSK (farmaceutico) hanno deciso di bloccare i propri investimenti pubblicitari su YouTube perché non possono controllare la destinazione e la “storia” dei loro spot, che possono finire in apertura a video dai contenuti discutibili, violenti, socialmente inappropriati , e con commenti che contengono violenza, aggressioni, terrorismo, inni alla rivolta e tutto quello che potete immaginare si trovi nelle fogne della rete (tipicamente i commenti ai virali su siti non moderati) popolate da odiatori.

Google si scusa e, dopo aver visto la Gran Bretagna diventare territorio “negativo”, adesso cerca di mettere le mani avanti per cercare di frenare l’onda anomala del boicottaggio. In Gran Bretagna è quasi incontrollabile e negli USA potrebbe esplodere da un momento all’altro. Per Google non si tratta di un problema secondario e certo non di un danno di immagine: invece il colosso della ricerca è sostanzialmente basato sulla vendita di pubblicità e non potrebbe sopravvivere a un boicottaggio su larga scala.

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“Siamo molto preoccupati – dicono queli di AT&T – che i nostri spot possano comparire accanto a contenuti di YouTube che promuovono odio o terrorismo. Fino a quando Google non ci assicura che questo non potrà succedere, rimuoviamo le nostre pubblicità dalle piattaforme di Google non basate sulla ricerca” (cioè Google search, NdR).

Secondo gli esperti del settore, la pubblicità acquistata con le tecnologie programmatiche è una scienza relativamente difficile da prevedere. È diventata mainstream solo da 5 anni e sembra che ancora non abbia trovato un equilibrio in termini di pesi e contrappesi per garantire che il funzionamento sia corretto e soddisfacente per tutti. Soluzioni verranno trovate ma il problema per Google è concreto e attuale.

Infatti aziende come Johnson and Johnson, L’Oreal, Royal Bank of Scotland, HSBC, Avas UK e tante altre sono sotto shock e hanno ritirato le loro pubblicità dopo aver scoperto che gli spot venivano trasmessi accanto a video di David Duke, omofobo leader del Ku-Klux-Klan e difensore della strage di Orlando, e vari altri estremisti. Google ha fatto sapere che il problema esiste e non è limitato ai soli inserzionisti britannici e che sta lavorando per trovare delle soluzioni.

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