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Usa, no all’aumento delle royalties per i musicisti

La commissione federale che si occupa delle royalties su CD e musica digitale ha deciso: la tassa sui diritti d’€™autore negli Usa resta invariata. La notizia che la Crb (Copyright Royalty Board) ha deciso di mantenere a 9,1 centesimi di dollaro per canzone il profitto degli autori, è di ieri sera quando l’€™organismo ha formalizzato il respingimento della richiesta inoltrato dalle associazioni che raggruppano i cantanti.

Tra chi si dichiara soddisfatto della decisione c’€™è Apple. Cupertino, come riportato da Macity, aveva minacciato di chiudere iTunes se fosse passata la richiesta. ‘€œSiamo felici – ha detto Tom Neumayr, un portavoce di Apple – della scelta di mantenere le royalty stabili’€. Ma anche la Digital Media Association, che raggruppa tutto i principali operatori del settore della musica digitale, plaude al ‘€œno’€ della commissione. E anche la Riaa, la potente associazione dei discografici, non è dispiaciuta; visto che la Crb ha congelato per cinque anni la quota destinata ai musicisti, ogni eventuale aumento della musica andrà  in tasca ai discografici e la percentuale di costo per la compensazione degli autori scenderà .

In realtà  anche gli stessi autori non sembrano troppo dispiaciuti. In alcune dichiarazioni lasciate alle agenzie di stampa David Israelite presidente della The National Music Publishers Association si dichiara anch’€™esso soddisfatto del fatto che sia stata imposta una tariffa fissa. I cantanti avranno così gli stessi soldi anche nel caso in cui i discografici, come accade spesso, decidessero di promuovere la musica con offerte al ribasso su concerti o vecchi brani.

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