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“Aprire” iPhone, passi avanti

A distanza di una decina di giorni da rilascio della versione 1.1.1 del software di iPhone gli hacker stano facendo passi avanti nel liberare il telefono dai vincoli imposti dall’aggiornamento. Ieri, in particolare, sono stati raggiunti alcuni importanti, anche se ancora non definitivi, risultati per aprire il cellulare ad applicazioni di terze parti.

L’iPhone Dev Time, in particolare, è riuscito, ome si legge su Tuaw, ad applicare il cosiddetto “jailbreakingk”, una modalità  grazie alla quale è possibile installare applicazioni. Attualmente però ci sono ancora molti limiti per un utilizzo da parte di tutti; sarà  necessario ancora molto lavoro per rendere fruibile la modifica in maniera semplice. Non sembra neppure escluso che le applicazioni create per la versione 1.0.2 del software di iPhone debbano essere riscritte visto che esse vanno in crash, almeno in gran parte, quando le si lancia su 1.1.1. Apple ha limitato in maniera molto precisa la possibilità  di installare applicazioni di terze parti, creando un sistema di identificazione criptato sulla Springboard, ovvero lo schermo “home” del telefono e una lista di applicazioni consentite che viene letta dal software.

Un altro interessante passo avanti è stato compiuto individuando, si apprende dall’iPhone Dev Team, il sistema con cui vengono supportate le lingue internazionali. Questo consentirà , strada facendo, di aprire il cellulare a programmi in lingue diverse dall’Inglese.

Sempre nel corso della giornata di ieri, usando un file TIFF modificato, altri hacker sono riusciti ad accedere al livello Root di iPhone. Si tratta anche in questo caso di un successo notevole perché permette di agevolare l’apertura del telefono, prendendo il controllo del software.

Infine Ambrosia a breve dovrebbe iniziare a testare la seconda versone di iToner, l’applicazione per l’installazione di suonerie “indipendenti” su iPhone. L’aggiornamento a 1.03 è finalizzato a riportare la compatibilità  del software con iPhone, anche questa “cancellata”

I risultato raggiunti sono eclatanti visto il tempo ridotto dall’uscita del firmware 1.1.1 che gli hacker hanno avuto per studiare la nuova soluzione ed implementarla, ma è stata di grande aiuto l’esperienza acquisita con iPod touch che condivide con iPhone 1.1.1 gran parte degli “sbarramenti” impostati da Apple nel tentativo di arginare l’intervento di sviluppatori terzi.

Da qui allo sblocco software della SIM la via non è breve, visto che Apple ha cambiato il firmware della baseband, ma una volta trovato il grimaldello per accedere alla memoria di iPhone, installare applicazioni, attivare servizi non previsti la strada anche per questo hack dovrebbe essere aperta.

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