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Il CEO di Epic contro Apple per le pubblicità dei suoi servizi nelle Impostazioni di iOS

Il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha già chiesto appello per la sentenza di settembre che vede l’azienda da lui guidata impegnata contro Apple per la questione delle app e degli acquisti in-app all’infuori dell’App Store.

Sweeney ora punta il dito anche contro opzioni presentate da Apple nelle Impostazioni di iPhone e iPad, dove vengono pubblicizzati dei servizi con modalità che agli sviluppatori non sono permesse.

Alcuni utenti di iOS 15 fanno notare che Apple ora pubblicizza suoi servizi nella parte superiore della sezione Impostazioni, appnea sotto l’indicazione dell’Apple ID. I servizi suggeriti da Cupertino sono personalizzati per il proprietario del dispositivo, tenendo conto di quelli che l’utente usa già. Chi, ad esempio, non ha un abbonamento a Apple Music, potrebbe vedere una pubblicità per provare gratuitamente il servizio per sei mesi.

Secondo Sweeney questi annunci sono anticoncorrenziali e alcuni dei servizi proposti sono oltretutto in competizione con quelli offerti da terze parti sull’App Store. Quest’ultimi non hanno accesso alle Impostazioni di iPhone e iPad e possono solo ricorrere a slot pubblicitari sull’App Store. Sweeney fa notare che Apple può pubblicizzare in questa sezione Apple Music ma sviluppatori di app quali Spotify o Sound Cloud, non possono farlo.

Nella sezione in questione Apple pubblicizza non solo Apple Music ma anche servizi quali iCloud+, Apple Arcade, AppleCare e Apple TV+.

Il CEO di Epic contro le pubblicità che promuovono servizi di Apple nelle Impostazioni di iOS

La questione ricorda un po’ l’obbligo di presentazione di una schermata per permettere all’utente delle vecchie versioni di iIndows di impostare il browser desiderato: la vicenda risale a qualche anno addietro: nel marzo del 2010 la Commissione Europea obbligò Microsoft a visualizzare in Windows una schermata (“ballot screen”) con elencati una serie di browser completi di descrizione per consentire all’utente di scegliere in libertà il software desiderato per la navigazione sul web (Chrome, Firefox, Safari, Explorer, Opera e altri ancora, visualizzati in ordine casuale). La decisione arrivò al culmine della famosa maxi multa imposta al colosso di Redmond, comminata inizialmente dall’ex commissario europeo Antitrust, ed ex premier italiano Mario Monti.

Tutti gli sviluppi della vicenda Apple vs Apple sono disponibili da questa pagina.

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