Braccia tese, prolunghe, inquadrature storte e occhi che guardano altrove. È questa, da anni, la triste (e scomoda) condizione di vita di chi ama il selfie, un’era che Apple con la nuova fotocamera Center Stage ha deciso di mandare in pensione per sempre.
Un cambiamento dettato dai comportamenti reali
Perchè e come nei nuovi iPhone 17, iPhone 17 Pro e iPhone Air entra in azione il nuovo sensore quadrato che cambia tutto, lo spiegano in due differenti interviste, una a Petapixel e una Businessword, Jon McCormack, vicepresidente Camera & Photo Software Engineering di Apple, e Megan Nash, iPhone Product Manager.
Il concetto che emerge da entrambe è che al fotocamera non nasce per stabilire un nuovo record tecnico o inseguire la corsa dei megapixel, ma per adeguare la fotocamera frontale a partire dai comportamenti reali: come le persone tengono l’iPhone, cosa cercano di inquadrare, come si muovono e che tipo di immagini vogliono ottenere.
Nelle parole di McCormack: “La fotocamera dell’iPhone serve a catturare il momento mentre lo si vive. Nessuna impostazione, nessuna distrazione: basta tirare fuori il telefono e lasciare che faccia il suo lavoro”.
Il cuore del cambiamento: un sensore quadrato
Per ottenere questa rivoluzione Apple, l’abbiamo ripetuto numerosissime volte, è intervenuta sull’hardware di iPhone, un dispositivo con cui, secondo l’azienda, vengono scattati ogni anno circa 500 milioni di selfie. La novità è l’introduzione del sensore quadrato da 24 megapixel, più grande di quasi il doppio rispetto al precedente.
La forma quadrata è una novità assoluta nel mondo smartphone ed è la chiave per sganciare il formato di scatto dall’orientamento del telefono: si può tenere l’iPhone in verticale, ma la fotocamera compone e scatta in orizzontale quando la scena lo richiede, senza movimenti innaturali del polso.
Il risultato è duplice: da un lato si ottiene un vantaggio ergonomico evidente, dall’altro inquadrature più naturali e bilanciate. In molte situazioni, spiegano i responsabili Apple, diventa difficile distinguere un selfie da una foto scattata da un’altra persona.
Una fotocamera che “capisce” l’intenzione
Jon McCormack spiega che l’obiettivo era rendere la fotocamera “invisibile”. Il sistema riconosce intention patterns, cioè schemi di comportamento:
- se entrano più persone nell’inquadratura, la fotocamera allarga il campo o ruota in orizzontale;
- se qualcuno passa sullo sfondo, entra in gioco un ritardo calcolato per evitare continui aggiustamenti nervosi;
- se chi riprende cammina o si muove, la stabilizzazione lavora in tempo reale per mantenere il volto al centro e la scena stabile.
Stabilizzazione automatica e chip A19
La nuova fotocamera frontale eredita la stabilizzazione dell’Action Mode introdotta sul retro nelle generazioni precedenti. Ogni video selfie è automaticamente stabilizzato, senza che serva attivare nulla.
In questa funzione entra in gioco la decisione di limitare a 18 megapixel la risoluzione dello scatto. I pixel extra vengono utilizzati come “zona di overscan”: una porzione del sensore non visibile nell’anteprima, sfruttata per stabilizzare dinamicamente l’immagine e consentire ritagli automatici senza perdita di qualità.
Per supportare questo flusso continuo di dati, Apple si affida ai chip A19 e A19 Pro, che integrano la nuova Apple Camera Interface: un canale ad alta velocità che collega sensore e processore, gestendo in tempo reale riconoscimento dei volti, rotazioni automatiche e crop adattivi.
Un aspetto meno appariscente ma cruciale è l’ergonomia. Con la presa verticale e la fotocamera centrata rispetto allo schermo, lo sguardo è diretto nell’obiettivo e non spostato di lato, eliminando il classico effetto di sguardo decentrato dei selfie orizzontali.
Anche i controlli sono stati adattati: grazie all’integrazione con Camera Control, restano a portata di pollice mentre si mantiene la presa stabile, riducendo errori e pose forzate.
Infine, spiegano ancora i manager Apple, è stato fatto un lavoro importante sulla qualità fotografica e sulla resa di colori e luci. L’azienda ha condotto ricerche in tutto il mondo — compresa l’India — per tarare la resa cromatica in condizioni reali: foschia, luci miste indoor, scene affollate e incarnati diversi. L’obiettivo è una riproduzione percettivamente fedele, con attenzione a skin tones e undertones, le sfumature con cui le persone percepiscono se stesse.
È stato introdotto anche un nuovo stile fotografico “Bright”, sempre più popolare tra gli utenti.



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